sabato 18 febbraio 2017
Nonostante le rassicurazioni del ministro Poletti, le associazioni delle famiglie mantengono alto il livello della protesta e si dicono pronte a scendere in piazza. In gioco ci sono oltre 250 milioni
«Taglio ai fondi? Ipotesi disastrosa»
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Non bastano le rassicurazioni del Ministero, a placare la rabbia delle associazioni dei disabili per i paventati tagli al Fondo per le Politiche sociali e al Fondo per non autosufficienza. «Nessun taglio è all’orizzonte», confermano fonti vicine al ministro per le Politiche sociali, Giuliano Poletti. Parole che, evidentemente, non sono sufficienti se dal mondo associativo sale unanime il coro di disapprovazione. Nello specifico, si teme per la sorte dei 311 milioni del Fondo per le Politiche sociali, che potrebbe ridursi a 99 milioni e per i 500 milioni del Fondo per la non autosufficienza, che potrebbe scendere a 450 milioni di euro. A rischio, insomma, ci sono i servizi alla persona e le prestazioni a domicilio per disabili e anziani. I 260 milioni di differenza, è ciò che sta cercando di recuperare il Ministero delle Finanze. Un primo tentativo, il Mef l’ha fatto sul fronte della Sanità, cercando di tagliare i trasferimenti, proprio all’indomani dell’approvazione dei nuovi Lea. La ferma opposizione della Conferenza delle Regioni, ha consigliato i tecnici di via XX Settembre di cambiare obiettivo, spostandosi, appunto, sui Fondi per la disabilità. Ma anche qui la resistenza è tenace.

Meno risorse, più emarginazione

Di «ipotesi da rispedire con durezza al mittente», parla Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. «Abbiamo sempre ritenuto risibile la destinazione al Fnps – ricorda – che dovrebbe affrontare emergenze ma, soprattutto, sostenere la qualità delle politiche sociali nel nostro Paese. Si può ben immaginare come possiamo accogliere questa ipotesi che, se concretizzata, sarebbe fonte di ulteriore disparità, emarginazione, diseguaglianza».
Addirittura «offensiva» è considerata dalla Fish l’eventualità di una riduzione del Fna: «Da anni stiamo ipotizzando l’avvio di un Piano per la non autosufficienza. Finalmente c’è un impegno politico in questo senso, risultato di una pressione molto forte dell’intero movimento delle persone con disabilità. I 500 milioni destinati al Fondo per il 2017 rappresentano un traguardo raggiunto con impegno e con lotte di persone con disabilità, loro familiari, associazioni. Non ci lasceremo scippare questa conquista che è il primo tassello per politiche più inclusive e servizi più efficaci».

Alta tensione

Anche secondo la Fand, la Federazione tra le associazioni dei disabili, il taglio ai Fondi è «un’eventualità disastrosa», conferma il presidente Franco Bettoni, che assicura: «Manterremo alta la tensione su un aspetto che risulta vitale per migliaia di persone e cercheremo di mettere in campo tutte le iniziative possibili».
Pronta a «scendere in piazza per protestare» si dice anche l’Aisla, l’Associazione dei malati di Sla. «La cifra di 500 milioni – sottolinea il presidente Massimo Mauro – è già insufficiente per poter dare una risposta ai bisogni di tutti i malati di Sla e dei disabili gravi e non può essere ulteriormente ridotta».

Regioni contrarie

Il rischio dei tagli è stato al centro anche dell’incontro tra gli assessori regionali di Lombardia, Veneto e Liguria, Francesca Brianza, Manuela Lanzarin e Sonia Viale, che si sono riunite nei giorni scorsi a Milano per costituire un coordinamento interregionale sulle Politiche sociali. «Le riduzioni dei Fondi – denunciano i tre assessori – metteranno in crisi i Comuni per quanto riguarda la gestione dei Servizi sociali e andranno a incidere sulla pelle delle famiglie che hanno al loro interno delle persone disabili. Se non ci sarà un ripensamento – avvertono – è a rischio l’erogazione del fondo per tutti i malati gravissimi».

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