martedì 27 marzo 2012
Secondo l’autopsia sulla 28enne morta a Barletta, la sostanza acquistata sul web non era uno zucchero innocuo ma un sale tossico. Intanto migliorano le condizioni delle altre due intossicate, “salvate” da fiale di blu di metilene.
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​Altro che sorbitolo. La sostanza che ha ucciso Teresa Sunna conteneva nitrito di sodio e in una concentrazione pari al 70%. Veleno, tanto per intendersi, visto che le pazienti di Barletta ne hanno ingerito una dose di 5 grammi e per uccidere ne basta poco più d’uno. Ma non serve un esperto per comprendere come i risultati dell’autopsia sul corpo della ventottenne morta a Barletta sabato scorso, i cui risultati sono emersi nella tarda serata di ieri, siano destinati a gettare nel caos il settore della compravendita di farmaci online, già nel mirino di autorità e associazioni. Perché quella sostanza come sorbitolo era stata messa in vendita, su eBay, ed era stata acquistata e diffusa nelle cliniche di mezza Europa.«Non riusciamo a farcene una ragione, perché è una morte assurda». Il fratello di Teresa parla piano. Piange. E chiede giustizia. Teresa doveva laurearsi nella specialistica a dicembre, aveva 28 anni. Era andata a fare dei semplici test di intolleranza alimentare «e invece è morta per questa sostanza che le hanno fatto ingerire. Vogliamo che tutte le colpe siano accertate».Su quelle colpe, quelle gravissime responsabilità ,da sabato sono puntati gli occhi della Procura di Trani, che ha già emanato tre avvisi di garanzia. Le accuse sono di omicidio colposo, cooperazione in omicidio colposo e lesioni colpose: fra gli indagati il medico che aveva in cura la paziente, Mario Donato Pappagallo, il titolare dello studio, Ruggiero Maria Spinazzola, ed Ettore Cicinelli, l’impiegato che materialmente ha acquistato tramite eBay il "sorbital food grade", sostanza abitualmente utilizzata per uso alimentare individuata tecnicamente con la sigla "E420". Tutti sono sotto choc e respingono le accuse.Ieri sera la prima svolta nell’inchiesta: secondo i risultati dell’autopsia svolta all’Istituto di medicina legale dell’Università di Bari sul corpo della vittima, la sostanza ingerita era a tutti gli effetti tossica. Sarebbe morta per avvelenamento, dunque, Teresa a causa di quelle fiale acquistate via internet in Inghilterra. La procura ha già avviato accertamenti per rintracciare tutti gli acquirenti che hanno ordinato tramite il canale di compravendite online eBay confezioni da cinque chilogrammi di “sorbitolo”, che stando ai primi accertamenti è risultato essere nitrito di sodio. Al centro delle indagini, in particolare, un lotto prodotto per uso alimentare dalla Cargill Starches and Sweeteners di Castelmassa, nel Veronese, nel febbraio del 2010 e poi venduto all’estero; proprio per ricostruire l’esatto percorso e l’utilizzo del prodotto l’azienda sta ora lavorando con le autorità, dopo aver ricevuto un’ispezione dei Nas. E dagli stessi Nas è arrivato domenica il sequestro cautelativo per 1.000 tonnellate della sostanza in due ditte di Rovigo e Mantova.Intanto sono in netto miglioramento le condizioni della due donne ricoverate all’ospedale Dimiccoli di Barletta, avvelenate come Teresa. A salvarle, come hanno precisato ancora ieri i medici della struttura, delle fiale di blu di metilene da 96 centesimi. Che rischiano – questa la beffa – di finire fuori commercio perché non consentono i margini di guadagno di altre sostanze.
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