venerdì 27 ottobre 2023
Per don Cafra, parroco di Sortino, diocesi di Siracusa, era una libera offerta per le esequie. Per l'impresa di pompe funebri che l'ha denunciato un'estorsione. Lomanto: attendiamo gli sviluppi
Cento euro per un funerale: la vicinanza del vescovo al parroco arrestato
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Quando i carabinieri sono entrati in chiesa e hanno chiesto a don Vincenzo di consegnare loro quei 100 euro il sacerdote è apparso spaesato. Lui era convinto di aver ricevuto il denaro come offerta per un funerale, mentre per i carabinieri si è trattato di un’estorsione. Immediato è scattato l’arresto nei confronti di don Vincenzo Cafra, 51 anni, parroco della chiesa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista di Sortino, nel Siracusano. Il gup del Tribunale di Siracusa ha convalidato l'arresto e applicato la misura cautelare del divieto di dimora a Sortino.
Don Vincenzo Cafra, difeso dall’avvocato Francesco Fazzino, nel corso dell'udienza preliminare ha respinto tutti gli addebiti che gli sono contestati negando di aver fatto pressioni e imposto la tariffa di 100 euro per ogni funerale all’agenzia di pompe funebri e spiegando che è diffusa abitudine dare un'offerta alla parrocchia in occasione del rito funebre.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, coordinate dalla Procura di Siracusa, don Cafra avrebbe preteso soldi per la celebrazione dei funerali, stabilendo una tariffa che si sarebbe aggirata appunto intorno ai 100 euro. Ma il titolare dell’agenzia di pompe funebri si sarebbe opposto denunciando il parroco. I carabinieri, acquisita la dettagliata denuncia e dopo una serie di riscontri, hanno messo in atto la trappola con la complicità di una persona che ha consegnato al parroco i soldi per un funerale.
L’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, ha espresso la sua vicinanza al sacerdote in questo momento così difficile. Rimanendo in attesa degli sviluppi della vicenda giudiziaria, Lomanto ha assicurato la sua preghiera per don Vincenzo e per la comunità della Chiesa Madre.
L'offerta per la celebrazione di sacramenti non dovrebbe essere sentita come il “pagamento” di un “servizio” ma andrebbe vissuta – per chi lo desidera e se è nelle condizioni di farlo – come un libero contributo per le molteplici esigenze della parrocchia. Alcune parrocchie hanno deciso di aiutare i fedeli e chi non è frequentatore abituale fornendo indicazioni del tutto generali, che salvaguardano la libertà personale.
Proprio nei giorni scorsi papa Francesco, intervenendo in occasione della diciottesima Congregazione generale del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, ha ribadito: «È doloroso trovare in alcuni uffici parrocchiali “l'elenco dei prezzi” dei servizi sacramentali come in un supermercato. O la Chiesa è il popolo fedele di Dio in cammino, santo e peccatore, o finisce per essere un’azienda di servizi vari, e quando gli agenti pastorali prendono questa seconda strada, la Chiesa diventa il supermercato della salvezza e i sacerdoti semplici dipendenti di una multinazionale».

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