«Bella Ciao» in chiesa. Alla piazza ciò che è da piazza. Non da Messa
martedì 26 novembre 2019

«Amarezza, grande amarezza». Così monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, ha commentato l’ennesima uscita di don Massimo Biancalani, che domenica scorsa ha intonato il canto “Bella Ciao” al termine della Messa nella sua parrocchia di Vicofaro, davanti a uno sparuto numero di persone, ignorando i richiami del suo vescovo. LA VICENDA

Sull’ostentazione strumentale e strumentalizzabile di bellissimi simboli religiosi in manifestazioni e per propagande politiche abbiamo già espresso più volte un motivato dissenso, cercando di dar voce a un disagio profondo e diffuso che non conosce tessere di partito. Lo stesso profondo rispetto per la coscienza credente obbliga oggi a registrare anche l’uso altrettanto strumentale e strumentalizzabile di importanti 'simboli politici' dentro riti e luoghi religiosi. Lo facciamo con l’acuta sofferenza di vedere usata la Messa, e la chiesa che ne è tempio, per suonare (anzi cantare) una musica che con la Liturgia della Parola e col Sacrificio eucaristico non c’entra proprio. Non si possono alzare, a gesti e canti, 'muri' nella comunità cristiana. Chi vuole cantarla, quella libera musica, la canti in piazza, da cittadino.


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