
La segretaria del Pd, Elly Schlein, intervenuta in Aula dopo l'informativa - Stefano Carofei / ipa-agency.net
«Questa è una giornata triste per la democrazia. Giorgia Meloni manda Nordio e Piantedosi in Aula a coprirle le spalle. Un atteggiamento da presidente del "coniglio", non del consiglio. Ma oggi doveva esserci la premier, che invece manca di rispetto all'Aula e al Paese», ha esordito la segretaria del Pd Elly Schlein nel dibattito acceso che è seguito nella Camera alle comunicazioni dei ministri della Giustizia e dell'Interno, chiamati a riferire sul caso Almasri.
Oggi, ha continuato la segretaria, i ministri si sarebbero nascosti «dietro i cavilli e il giuridichese, ma qua non si tratta di un difesa formale, bensì di una scelta politica. Allora assumetevi una responsabilità. La verità è che vi vergognate di quello che fate e per questo mentite. Qua doveva esserci Giorgia Meloni, invece vi siete limitati ad attaccare i magistrati». Per Schlein, la ricostruzione fatta dai due ministri non torna. «Meloni ci ha abituati alla sua incoerenza, ma qua si tratta di sicurezza nazionale. Nordio non ha parlato da ministro, ma da avvocato difensore di un torturatore. Le domande a cui dovreste rispondere sono molto semplici: perché Nordio, che era stato informato dal giorno dell'arresto, non ha risposto alle richieste del procuratore generale? La vostra inerzia ha provocato la scarcerazione. Prima ci dice che è stato liberato perché non ha fatto in tempo per tradurre delle pagine in inglese poi ha detto che le ha lette ma ha rinvenuto dei vizi. Bene ha ammesso che è stata una scelta politica», ha accusato la segretaria. E sempre al ministro della Giustizia che accusa le opposizioni di non aver letto le carte, Schlein ribatte: «Lei non ha letto la legge e l'ha violata davanti al Paese. Chi le ha chiesto di stare fermo? Palazzo Chigi?».
Anche il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha esordito sottolineando la problematicità dell'assenza in Aula di Meloni: «La presidente scappa dal Parlamento, è un atto di grande viltà istituzionale». Visto che non è venuta in Aula per l'informativa sul caso Almasri, continua, allora «non parli più neanche davanti a qualche scendiletto», riferendosi ai video sui social attraverso i quali si è espressa finora. Conte ha poi accusato il ministro Nordio di essere stato il difensore di Almasri: «Peggio è stato il giudice assolutore e se fossimo in un'aula di giurisprudenza lei si dovrebbe vergognare». Sempre al ministro della Giustizia ha risposto: «Lei ha detto che si applica il codice penale sui delitti di Almasri, ma è il compito della Cpi. Lei doveva, ai sensi della legge 237, dare seguito al provvedimento de L'Aja». Dietro questa questione, ha aggiunto, «c'è il fallimento delle politiche migratorie. Voi siete seduti lì perché avete detto che la soluzione era il blocco navale. Meloni invece non ci ha neanche provato, sapeva che era irrealizzabile». «Ormai siamo diventati un porto franco, un Paese dei balocchi dei criminali», ha detto ancora il presidente del M5s.
Dai banchi delle opposizioni tutti hanno accusato Meloni di fuggire dal confronto - da Schlein a Ettore Rosato (Azione), Elena Boschi (Iv) e Nicola Fratoianni (Avs). Almasri, hanno ribadito più volte poi le opposizioni, è accusato di torture, «stupratore anche di bambini», come è stato ricordato in Aula da Fratoianni, e adesso è di nuovo in libertà. Le sue vittime rischiano così di non avere più giustizia. «Sulla loro pelle hanno le ferite che testimoniano quelle accuse rivolte ad Almasri. Ascoltate le loro parole. Sono esseri umani torturati dal generale. Questo vi rimarrà addosso», sottolinea tra gli altri Boschi.