venerdì 26 gennaio 2018
La risposta ironica del dottore, il 30enne Andi Nganso, originario del Camerun: «Ti ringrazio, ho 15 minuti per un caffè»
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L'ironia è una delle armi più efficaci contro l'ottusità e l'ignoranza che sconfinano nel razzismo e nel pregiudizio. Lo ha dimostrato il giovane medico originario del Camerun e in Italia da 12 anni nel rispondere con sarcasmo a una paziente che ha rifiutato di farsi visitare per il colore della sua pelle: «Non mi faccio visitare da un negro» aveva detto la donna. E lui in tutta risposta: «Ti ringrazio. Ho un quarto d'ora per bere un caffè».

È la storia - ripresa dalla Provincia di Como in primis e da altre testate online - che ha raccontato sul suo profilo Facebook il protagonista, il dottor Andi Nganso 30 anni, laureato in Medicina all'Università dell'Insubria. Oggi lavora nel servizio di continuità assistenziale – l’ex Guardia Medica – ed è medico della Croce Rossa in diversi centri di accoglienza per migranti, principalmente a Bresso, ma anche a Lampedusa. Da circa un anno lavora a Cantù.

La donna si era presentata nell'ambulatorio della guardia medica di Cantù, nel Comasco, domenica sera per un controllo medico. Entrata nello studio si era trovata davanti in camice bianco il medico di guardia, originario del Camerun: la donna, colta di sorpresa, non è riuscita a nascondere il suo disprezzo per il colore della pelle del professionista che aveva di fronte. Ha preso la porta e ha fatto per andarsene, non senza farsi scappare quelle parole taglienti, pesanti e razziste: «Io non mi farò mai toccare da un medico negro». Il medico ha reagito con grande spirito e ironia e sul proprio profilo Facebook, liquidando l'episodio di razzismo subito con una battuta: «Non ti fai toccare da un medico 'negro'? Io ti ringrazio. Ho 15 minuti per bere un caffè».

ANSA

«Sono medico da due anni e capita di rendermi conto che i pazienti sono sorpresi e magari un po' incerti davanti a un medico nero, ma una reazione tanto violenta - ha poi commentato il dottore Andi Nganso, che prima di arrivare a Cantù ha lavorato al centro di accoglienza di Bresso e pure in quello di Lampedusa - non mi era mai capitata prima». «In diversi casi mi sono trovato davanti persone che non sono riuscite a nascondere la sorpresa e magari anche il loro disappunto. Una volta un bimba mi ha fatto notare con stupore che ero gentile mentre i suoi genitori le dicevano di non parlare con gli uomini neri. In altri casi, con una scusa qualcuno ha lasciato l'ambulatorio. Non me la prendo. Questa volta però - ha ammesso - la reazione della paziente mi ha spiazzato», e chissà se ora anche la donna non sarà rimasta spiazzata nel riconoscersi sui giornali.



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