venerdì 13 marzo 2015
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Confermate le detrazioni fiscali per le spese sostenute per la frequenza scolastica, ma solo fino alle medie inferiori. Ma «se venisse confermata la cifra di 400 euro annui per alunno come tetto massimo – commenta Roberto Gontero, presidente nazionale dell’Associazione nazionale genitori scuole cattoliche – dovremmo dire che la montagna non ha partorito neppure il classico topolino, ma addirittura una formica». Nella conferenza stampa nè Renzi nè la Giannini hanno parlato di cifre, ma la cifra sembra essere quella decisa. Per vederla nero su bianco dovremo attendere lunedì, quando il presidente del Consiglio ha annunciato che verrà presentato in Parlamento. Un’incertezza, quella sul tetto della cifra detraibile, che rende difficile alle organizzazioni della scuola paritaria cattolica esprimere un giudizio netto. «Parlare di un tetto di 400 euro a un genitore che affronta una spesa decisamente superiore – prosegue Gontero – ha un po’ il sapore della beffa. Ma anche per le rette più contenute rimane un limite basso». E poi c’è l’esclusione - questa confermata in conferenza stampa - delle scuole superiori. «Incredibile – commenta il presidente dell’Agesc – che non si riconosca alcun aiuto alle famiglie che sono chiamate a sostenere la spesa più gravosa. Una discriminazione per queste famiglie e per queste scuole». Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente nazionale della Federazione degli istituti cattolici del primo e secondo ciclo, la Fidae, don Francesco Macrì. «È una esclusione inaccettabile – afferma con forza –. La parità è un diritto per tutti e non si capisce perché per gli studenti delle scuole superiori questo diritto sia in qualche modo cancellato». Una delusione che aumenta pensando al possibile tetto dei 400 euro. «Una delusione massima rispetto ad attese e bisogni della gente» aggiunge, sottolineando come questa scelta di escludere le superiori in realtà «sembri guardare alla scuola paritaria non come titolare di un possibile sostegno dello Stato, ma beneficiare di finanziamenti solo perché in alcuni gradi, come le materne, supplisce alle carenze dello Stato». Non meno delusa il presidente nazionale della Fism, la federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana, Bianca Maria Girardi. «Con quella cifra come si pensa di attuare una vera libertà di scelta per le famiglie?» si domanda la presidente della Fism, parlando di «perplessità » su questa scelta. «Non mi pare un grande aiuto concreto alle famiglie. Almeno nell’immediato». La speranza del mondo della scuola paritaria, espressa all’unisono dalle associazioni, infatti è che il passaggio delle detrazioni fiscali per le spese sostenute per la frequenza della scuola, sia «solo il primo passo per la definizione di un principio ». In questo caso «quanto uscito dal Consiglio dei ministri – affermano i responsabili delle associazioni – può essere giudicato positivamente ». Ma «soltanto se seguiranno altri passi». Magari elevando il tetto delle detrazioni a cifre più significative.
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