mercoledì 3 aprile 2019
La dottoressa Lucia Ercoli, del team Medicina solidale, racconta l'incontro con papa Bergoglio e come si è sviluppata l'attività di assistenza sanitaria per i più bisognosi di Roma
Papa Francesco riceve in udienza alcuni senzatetto. Era l'11 novembre 2016 (Ansa)

Papa Francesco riceve in udienza alcuni senzatetto. Era l'11 novembre 2016 (Ansa)

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Uno strumento speciale, un timbro, per curare i clochard di piazza San Pietro. Lo ha regalato lo stesso papa Francesco all'equipe medica che segue i senzatetto del Colonnato, come ricorda, in una intervista all'agenzia Ansa, la dottoressa Lucia Ercoli, che del team fa parte. Una storia che merita di essere ripercorsa.

Ercoli è stata ricevuta privatamente dal Papa, il 16 dicembre scorso. «Siamo andati tutti insieme nella sua residenza di Santa Marta - racconta -. Il Papa facendoci un regalo immenso ha ricevuto tutto il gruppo dei medici».

Un timbro per i più poveri

In quella circostanza «Papa Francesco ci ha donato uno strumento essenziale, ci ha consegnato il timbro. Noi abbiamo adesso un ricettario d'ambulatorio per le cure primarie grazie all'Elemosineria apostolica e con questo timbro le persone a cui non possiamo risolvere il problema farmacologico nel primo soccorso su strada, possono rivolgersi alla farmacia vaticana ricevendo il farmaco gratuitamente». I farmaci sono tutti donati? «Sì, li riceviamo grazie alle donazioni del Banco farmaceutico e attraverso un grande impegno dell'elemosineria apostolica, il braccio caritativo del Papa, che acquista i farmaci per noi perché un principio dei nostri ambulatori è la somministrazione della terapia per il periodo della cura».

I doni di Francesco

Sull'incontro personale con papa Francesco, dice anche: «Quello che ci ha commosso tutti è che lui ci ha ringraziato personalmente uno ad uno. Per il valore che lui rappresenta, sentirsi dire grazie oltre che un incoraggiamento è un'indicazione esplicita a continuare e a continuare sempre meglio. Il Papa vuole rendere attuale il Vangelo, naturalmente questo trova delle grandi difficoltà perché il Vangelo provoca le persone ma è un periodo della storia della Chiesa che ci entusiasma tutti e che dà grande speranza al mondo in un momento in cui il pianeta vive grandi lacerazioni dovute soprattutto alle disuguaglianze sociali». Dunque Bergoglio che cosa fa arrivare? «Da Francesco riceviamo tutti i farmaci, l'ambulatorio, i viveri quando servono, le docce e poi tutta una serie di attività per cui il Colonnato è diventato il riferimento di tante periferie nascoste. Si è creato questo avvicinarsi, il Papa ha ribaltato la prospettiva, ha reso il centro periferia e la periferia il centro».

Medici sotto il Colonnato di piazza San Pietro

Com'è iniziato il suo impegno al Colonnato? «Scrissi all'elemosiniere del Papa, che adesso è il cardinale Konrad Krajewski, spiegandogli le situazioni che noi avevamo osservato come Medicina solidale nella periferia sud-est di Roma. Ci siamo incontrati e dal momento che noi avevamo evidenziato la presenza di tanta gente che non riesce a riferirsi ai presidi istituzionali e mi riferisco alle occupazioni, ai campi nomadi abusivi ed altro, situazioni in cui c'è proprio una barriera d'accesso, gli ho chiesto se potevamo mettere su un'attività di strada con ambulanze in maniera da poter visitare queste persone e capire il bisogno sommerso delle periferie nascoste».

«Dopo qualche tempo, lui mi ha telefonato, eravamo a ridosso del Giubileo e il Santo Padre metteva a disposizione il suo poliambulatorio mobile che dispone di tre postazioni per le visite - aggiunge Ercoli -. Quindi attraverso questo mezzo abbiamo intensificato i sopralluoghi facendo un po' in lungo e in largo tutta questa cintura di periferie nascoste che si addossa a quelle più note ma che noi non vediamo perché la gente che vive lì ha anche timore di manifestarsi. Lì poi è nata l'idea di poter fare un presidio di cura accanto alle docce e abbiamo cominciato ad aprire nel febbraio 2016 anche l'ambulatorio il lunedì pomeriggio».

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