giovedì 14 settembre 2017
Migliaia di cittadini accolgono l’invito di Morosini. Nel 2013 la stessa richiesta ricevette un raggelante silenzio. Il prefetto: evento commovente. Il sindaco: linea di demarcazione
Fiorini Morosini: «Denunciare il male a tutti i livelli»
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Reggio Calabria rialza la testa. Lo fa nel momento più simbolico di tutto l’anno per un reggino: le celebrazioni di Maria, Madre della Consolazione, patrona della Città. Proprio durante questi giorni solenni si è consumata 'una prima volta' che fa ben sperare nella lotta alle radici della ’ndrangheta.

C’è una buona notizia: i clan stanno perdendo consenso sociale. A guidare questa silenziosa, lenta e difficile battaglia di civiltà è la Chiesa di Reggio Calabria. «La Madonna ci chiede di denunciare il male ad ogni livello – ha detto monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo reggino – Se avremo il coraggio di denunciare il male delle estorsioni, delle minacce e delle sopraffazioni saremo tutti più liberi».

A questo punto del discorso, ecco un applauso scrosciante, continuo e vigoroso che ha costretto il presule ad interrompere la sua lettura. È stata 'una prima volta' in cui i reggini hanno deciso di dire con fermezza 'no' allo strapotere delle ’ndrine attraverso quel coraggio condiviso che passava di mano in mano. Un applauso spontaneo di diverse migliaia di cittadini che hanno vissuto una liberazione che deriva dalla consapevolezza che «la mafiosità serpeggiante è il tarlo che corrode la nostra società » come ha aggiunto monsignor Morosini. Un tarlo che già nel 2013, il pastore della diocesi di Reggio Calabria - Bova durante una veglia per le vittime di ’ndrangheta in Cattedrale, chiese ai fedeli di debellare: «Denunciate! Denunciate! Denunciate! » disse ricevendo come risposta un raggelante silenzio.

Così quello che sembrava un copione già recitato ha invece scritto una pagina nuova per Reggio Calabria, grazie al rinnovato protagonismo dei cittadini. Un segnale che non è passato inosservato nemmeno agli occhi dei massimi rappresentanti istituzionali presenti come il Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari. «Un evento coinvolgente che commuove, emoziona, unisce e disvela l’anima, oserei dire, il carattere di una comunità – ha commentato il Prefetto – le parole forti pronunciate dall’arcivescovo Morosini contro il crimine e sulla necessità di denunciare i criminali sono un solido incoraggiamento per superare una consolidata rassegnazione. Questa diventa la preghiera delle preghiere perché si riconosce che è la vera questione sociale». Dello stesso avviso il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha voluto sottolineare come «le parole dell’arcivescovo di decisa condanna non fossero affatto scontate. Questa nettezza traccia una rassicurante linea di demarcazione».

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