mercoledì 17 novembre 2021
Msf chiede con urgenza un porto sicuro per la Geo Barents dopo che nel Mediterraneo si è consumata l’ennesima tragedia che poteva essere evitata
Le vittime sono soffocate mentre la barca stipata è rimasta in mare per oltre 13 ore alla deriva

Le vittime sono soffocate mentre la barca stipata è rimasta in mare per oltre 13 ore alla deriva - ©Candida Lobes / MSF

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Sono morti per soffocamento dopo oltre tredici ore alla deriva. I corpi di dieci persone migranti sono state ritrovati sul ponte inferiore di un'imbarcazione sovraccarica che è stata soccorsa, nelle ultime ore al largo delle coste libiche, dalla nave Geo Barents della Ong Medici senza frontiere (Msf).

Contestualmente al ritrovamento dei cadaveri sono stati tratti in salvo 99 naufraghi che viaggiavano sulla medesima imbarcazione e tra loro ci sono numerosi familiari delle vittime piegati dalla disperazione e dal dolore della tragedia a cui hanno dovuto assistere. E ancora traumatizzati e afflitti dall'aver dovuto riconoscere il cadavere di un fratello minore o di un amico deceduto di fronte ai loro occhi appena poche ore prima.

«In un giorno come questo, mentre portiamo 10 cadaveri a bordo della nostra nave, siamo ancora una volta testimoni della mancanza di volontà dell’Europa di garantire un disperatamente necessario sistema di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale» ha affermato Caroline Willemen, capo progetto di Medici senza frontiere a bordo della Geo Barents. «In Libia le persone subiscono orribili abusi e spesso la loro unica via d’uscita è quella di fuggire e di affrontare un viaggio incredibilmente pericoloso attraverso in mare. È la rotta migratoria più letale al mondo, ed è una vergogna. Con 186 sopravvissuti a bordo, inclusi i parenti e gli amici di alcune delle persone decedute, che hanno viaggiato per ore insieme ai loro cadaveri, la Geo Barents chiede con urgenza un porto sicuro per sbarcare queste persone estremamente provate e traumatizzate».


«Ci sono volute almeno due ore per recuperare i 10 corpi e portarli a bordo della Geo Barents, per poter offrire loro una degna sepoltura una volta sbarcati. Siamo sconvolti e indignati allo stesso tempo» ha raccontato Fulvia Conte, vice responsabile delle attività di ricerca e soccorso a bordo della Geo Barents.

Avvertita da Alarm Phone e dall’aereo di ricognizione civile Seabird, mentre la barca stava imbarcando acqua, la nave umanitaria Geo Barents, in mare dal maggio 2021 e alla sua quinta missione, è arrivata quando ormai era troppo tardi per sventare questa tragedia.

Durante una difficile operazione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, a circa 30 miglia dalle coste libiche, le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) a bordo della nave Geo Barents hanno trovato ieri dieci persone decedute sul fondo di un'imbarcazione di legno stracarica di persone

Durante una difficile operazione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, a circa 30 miglia dalle coste libiche, le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) a bordo della nave Geo Barents hanno trovato ieri dieci persone decedute sul fondo di un'imbarcazione di legno stracarica di persone - ©Candida Lobes / MSF

Sono stati gli stessi sopravvissuti a informare i soccorritori del team di Medici senza frontiere che c’erano altre persone nel ponte inferiore dell’imbarcazione che non rispondevano più. Dopo aver portato al sicuro 99 naufraghi, l'equipaggio di Msf ha trovato i corpi senza vita di 10 persone. I sopravvissuti hanno raccontato agli operatori di Msf che le persone decedute avevano passato più di 13 ore stipate nella pancia della barca, dove l’aria era satura delle esalazioni di carburante. Le persone sono molto probabilmente decedute per asfissia. Abdoulaye (nome di fantasia) è uno dei sopravvissuti. Ha a malapena avuto modo di capire cosa fosse successo ai suoi compagni di viaggio prima di essere soccorso. “Fatemi vedere i loro corpi. Sono miei fratelli, veniamo dallo stesso luogo, siamo partiti insieme dalla Libia. Devo dire alle loro famiglie che sono morti. Per favore, lasciatemeli vedere” ha chiesto Abdoulaye, tremando.

Nonostante il sollievo di essere al sicuro a bordo della Geo Barents, i sopravvissuti mostrano segni di stress acuto e trauma. La maggior parte di loro è terrorizzata dall’esperienza vissuta. Alcuni di loro hanno dovuto riconoscere il cadavere di un fratello minore o di un amico deceduto di fronte ai propri occhi appena poche ore prima

Nonostante il sollievo di essere al sicuro a bordo della Geo Barents, i sopravvissuti mostrano segni di stress acuto e trauma. La maggior parte di loro è terrorizzata dall’esperienza vissuta. Alcuni di loro hanno dovuto riconoscere il cadavere di un fratello minore o di un amico deceduto di fronte ai propri occhi appena poche ore prima - ©Candida Lobes / MSF



«Dieci morti evitabili se solo ci fosse volontà politica di evitarle. È inaccettabile che nel 2021 ancora si contino oltre 1.200 vittime dall'inizio dell'anno nel tentativo di attraversare il Mediterraneo ed è inaccettabile questa indifferenza delle autorità che non fanno nulla per evitare queste tragedie». Così ha denunciato Claudia Lodesani, presidente di Msf la scoperta di 10 cadaveri sul ponte inferiore di una barca di legno soccorsa a 30 miglia dalle coste della Libia.

In attesa di ricevere indicazione per l'approdo in porto sicuro, restano a bordo della nave umanitaria 186 persone soccorse. Quello di martedì notte è stato il terzo salvataggio in meno di 48 ore per la nave di Msf. Tra i sopravvissuti ci sono 152 uomini e 34 donne, 61 sono minori, il più piccolo naufrago è una bambina di solo 10 mesi. Le persone a bordo provengono da diversi paesi, fra cui Guinea, Nigeria, Costa d’Avorio, Somalia e Siria. Molti di loro hanno vissuto esperienze traumatiche in Libia, da dove è partita l’imbarcazione.

Decine di migliaia di persone cercano di raggiungere l'Europa ogni anno attraversando il Mediterraneo dalla Libia o dalla Tunisia. Nello specifico, dal 2014, su questa stessa rotta, sono morte o scomparse almeno 22.825 persone, come Avvenire continua a documentare.

Secondo Flavio Di Giacomo, dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) delle Nazioni Unite, almeno 1.236 persone sono già morte quest'anno mentre tentavano questa traversata, contro le 858 nello stesso periodo del 2020. Oggi, si aggiungono altre 10 persone a questo numero terribilmente alto.

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