venerdì 27 dicembre 2019
Manifestazioni delle associazioni: ripristinare gli Sprar e abolire le circolari "punitive" del Viminale. Preoccupazione per 1.468 persone. Sentenza del Tar del Veneto sul diritto all'accoglienza
Immigrati in attesa di sistemazione

Immigrati in attesa di sistemazione - Archivio Ansa

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"Siamo scesi in piazza per chiedere di ripristinare lo Sprar e garantire a tutti i richiedenti asilo e rifugiati presenti nel nostro Paese una accoglienza dignitosa, nel rispetto della Costituzione". Sono le richieste avanzate oggi, nel corso di diverse manifestazioni in corso davanti alle prefetture di varie città italiane (fra cui Parma, Napoli, Salerno, Bari, Reggio Calabria e Palermo).

Le manifestazioni, alle quali ha aderito il Tavolo nazionale per l'Asilo (che include Acli, Arci, Asgi, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cir, Comunità di Sant’Egidio, Comunità Papa Giovanni XXIII, Fcei, Fondazione Migrantes, Legambiente, Medu e Oxfam Italia) intendono manifestare preoccupazione per l'incertezza generata da una circolare del Viminale che disponeva la cessazione delle misure di accoglienza per i titolari di protezione umanitaria a partire dal primo gennaio 2020, in ottemperanza a quanto disposto dai cosiddetti decreti sicurezza varati dal precedente governo.

L'APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI

Nei giorni scorsi, con una nota, il Tavolo ha espresso timore per la sorte di migliaia di persone (1.468 secondo il Viminale) ospiti dei progetti Siproimi (ex Sprar), con titolo di soggiorno per ragioni umanitarie e per richiesta d’asilo. «L’ ultima nota del Viminale, diramata lo scorso venerdì, fornisce alcune rassicurazioni su quel che accadrà dopo il 31 dicembre - si legge nella nota - dimostrando di comprendere quale impatto tali provvedimenti avranno sulle persone ora in accoglienza e per gli operatori del sistema».

Lo stesso ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha assicurato che "nessuno finirà per strada". In ogni caso, secondo i rappresentanti del tavolo, le disposizioni del Viminale non sembrano tenere conto né della recente sentenza della Cassazione a sezioni unite (che ha sancito l’irretroattività della legge 132/2018), né "della contraddizione di prorogare fino a giugno 2020 i progetti Siproimi, chiedendo però agli stessi la cessazione dell’accoglienza di richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria" entro fine dicembre. Pertanto, anche nelle manifestazioni odierne, le associazioni chiedono il ritiro delle recenti circolari dell'Interno, «che si basano su una interpretazione erronea e illegittima del primo decreto sicurezza, di cui peraltro da tempo il terzo settore chiede l’abolizione».

NUOVA SENTENZA DEL TAR

Nei giorni scorsi - depositando una sentenza di cui Avvenire ha potuto visionare copia - il Tar del Veneto (sulla base di un'ampia argomentazione) ha riconosciuto in capo ai titolari di protezione umanitaria il diritto all'accoglienza nel circuito "SIPROIMI", in quanto in loro favore trova applicazione la normativa ante decreto sicurezza anche per i diritti connessi al loro status (compresa l'accoglienza).

A tale conclusione, i giudici sono arrivati sulla base dell'applicazione dell'art. 11 delle preleggi nei termini indicati dalle recenti sentenze gemelle delle Sezioni unite, seguendo le tracce di altre sentenze precedenti del Tar Basilicata (11 marzo 2019, n. 274 e n. 275) e del Tar Lombardia Brescia (n. 406/2019).

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