mercoledì 15 maggio 2019
Tra le persone soccorse al largo della Libia 11 donne, 8 minori soli, 2 neonati e un disabile. Salvini emana una direttiva per il blocco al limite delle acque territoriali
La foto postata sul profilo twitter della Sea Watch

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Nuovo scontro tra il ministro Salvini e le Ong: la Sea Watch III, la nave dell'organizzazione tedesca battente bandiera olandese soccorre 65 migranti al largo della Libia e il ministro replica emanando una nuova direttiva, la quarta in due mesi, con cui diffida la Ong ad avvicinarsi al nostro Paese e chiede alle forze di polizia di bloccare la nave al limite delle acque territoriali italiane: "Non venga in Italia".

I 65 migranti - tra cui una persona disabile, 11 donne e 15 minori di cui 8 non accompagnati e 2 neonati - sono stati salvati a 30 miglia dalle coste libiche, dunque in acque internazionali ma nella zona Sar di Tripoli. "Sono esausti e disidratati" dice Sea Watch affermando di aver immediatamente informato Malta, Italia, Libia e Olanda per avere indicazioni sul porto dove sbarcare. "Nessuno ha risposto" è la laconica conclusione della Ong.

Ma prima ancora che Sea Watch annunciasse il salvataggio dei migranti, il titolare del Viminale aveva di fatto negato ogni possibilità che quella risposta possa arrivare dell'Italia. "Vi anticipo che nelle prossime ore ricomincerà il balletto sulle navi sequestrate. Tanto un processo in più o in meno, rischio sempre 15 anni ma non cambio idea. I porti sono e rimangono chiusi" ha detto Salvini che con la Ong tedesca ha un conto aperto da tempo: tra Natale e Capodanno negò i porti italiani - e dopo 19 giorni i 33 migranti salvati sbarcarono a Malta - ma a fine gennaio fu costretto a cedere: la Sea Watch sbarcò le 47 persone a Catania, dopo esser rimasta 6 giorni bloccata al largo di Siracusa. E proprio per quella vicenda Salvini è finito sotto inchiesta, insieme a Conte, Di Maio e Toninelli per sequestro di persona.

Il ministro al termine del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica dirama la nuova direttiva. Il soccorso, scrive, "non è stato coordinato dalle autorità italiane" e dunque "non sussiste alcuna competenza delle stesse autorità nella gestione dell'evento in corso". Se il comandante facesse rotta verso l'Italia, metterebbe in atto una condotta "pregiudizievole per il buon ordine e la sicurezza dello Stato" perché finalizzata "al trasferimento sul territorio italiano di migranti irregolari con modalità improprie".

Intanto, a poco più di un anno dall'avvio, finisce in archivio l'inchiesta per associazione per delinquere aperta dai pm di Catania sullo sbarco del 17 marzo 2018 a Pozzallo di 218 migranti soccorsi da Open Arms. È stato lo stesso ufficio del procuratore Carmelo Zuccaro a chiedere ed ottenere dal Gip Nunzio Sarpietro l'archiviazione del fascicolo aperto nei confronti del comandante Marc Reig Creus e del capo missione Ana Isabel Montes Mier. LEGGI QUI

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