venerdì 3 febbraio 2017
I leader dei Ventotto al vertice alla Valletta hanno discusso della rotta del Mediterraneo centrale. E hanno applaudito all'intesa Roma-Tripoli per fermare i trafficanti di uomini
il premier Gentiloni con i primi ministri di Lussemburgo, Belgio e Olanda al vertice informale di Malta (Ansa)

il premier Gentiloni con i primi ministri di Lussemburgo, Belgio e Olanda al vertice informale di Malta (Ansa)

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È un sostegno pieno quello che ieri l'Ue ha espresso all'Italia per il memorandum d'intesa con la Libia, cui adesso seguiranno misure comuni. Un sostegno giunto dopo una discussione insolitamente armonica tra i leader dei Ventotto al vertice straordinario alla Valletta, nella mattinata dedicata alla rotta del Mediterraneo centrale. Al pranzo si è poi discusso di Donald Trump, nel pomeriggio ampia chiacchierata a 27, senza la premier britannica Theresa May, sul futuro dell'Europa in vista delle celebrazioni per il sessantesimo dell'Ue il 25 marzo a Roma.

"Per la prima volta da mesi non vi sono state controversie sulla migrazione", ha esultato il premier maltese Joseph Muscat, che detiene la presidenza di turno Ue. Ad aiutare anche la cornice idillica: riunione nel castello della Valletta con vista sul Mediterraneo, passeggiata dei leader tra le viuzze della città vecchia e un "pranzo di lavoro" in barca. Il fatto è però che questa volta la partita unisce tutti: fermare i flussi migratori dalla Libia, con l'Italia ormai ufficialmente a fare da apripista. "L'Ue - si legge nella dichiarazione finale - si compiace ed è pronta a sostenere l'Italia nella sua attuazione del Memorandum d'intesa" firmato giovedì sera dal premier Paolo Gentiloni e dall'omologo libico Fayez Al Sarraj. L'accordo, ha detto il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, "è un incoraggiante segno che le cose cambieranno in meglio, la Ue sosterrà Italia e Libia". "Non è la soluzione magica, ma certamente l'intesa aiuterà molto" ha commentato anche Muscat. "Mai preso tanti complimenti in vita mia in un contesto europeo, tutti mi dicevano bravi, come avete fatto" scherzerà poi Gentiloni.

Il quale, certo, è arrivato a Malta con la forza di chi ha già in tasca qualcosa di solido. "L'Italia ha fatto la sua parte, abbiamo aperto la strada", dice prima di immergersi nella riunione. Dopo parlerà di "un passo avanti sul piano dell’intervento Ue, in Libia e Africa", anche se, certo, ha precisato, "quello importante è stato compiuto ieri (giovedì ndr)".

Gentiloni ha raccontato di aver "chiarito ai colleghi del Consiglio europeo la straordinaria importanza dell'accordo di ieri (giovedì ndr): per la prima volta il governo, le autorità di Tripoli si assumono la responsabilità di instaurare una collaborazione concreta con l’Italia e l’Ue sul tema migratorio, affrontandolo direttamente. In gioco, ha aggiunto, è l’organizzazione dei campi in Libia, dei rimpatri, di polizia di frontiera, di guardia costiera: la descrizione di una possibile strada per ridurre e governare i flussi migratori". Il premier però non si nasconde le difficoltà, "ho ripetuto - ha raccontato - che si tratta di un primo passo, le autorità e il governo libico non hanno lo stesso livello di controllo del territorio che ha il presidente turco Erdogan, e quindi la situazione non cambierà all’improvviso, ma è l’apertura di una finestra di opportunità". L'intesa italo-libica, ha sottolineato l'Alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini, "si inquadra perfettamente nelle politiche europee costruite in questi mesi con la Libia".

L'Italia va avanti, l'Ue segue. "Abbiamo concordato - ha detto Tusk - misure immediatamente operative che dovrebbero ridurre il numero di migranti irregolari e nel contempo salvare vite". Quel che l'Unione vuol fare è noto ed è elencato nella dichiarazione finale, dal rafforzamento della guardia costiera libica per bloccare le partenze, all'aiuto al miglioramento del controllo dei confini di terra, fino alla cooperazione con i paesi confinanti. Gentiloni ha parlato di "risorse aggiuntive" dall'Ue, anche se la dichiarazione parla per ora solo di 200 milioni di euro già preventivati dalla Commissione Europea da prelevare dal Fondo fiduciario per l'Africa lanciato nel 2015, più altri possibili danari da trovare nel fondo per l'Assistenza allo sviluppo all'Africa. Un punto cruciale è la questione dei campi in cui finiscono migranti e profughi in Libia, al momento in situazioni spaventose. Il memorandum italiano prevede che saranno gestiti dal Ministero dell'Interno libico, l'Italia fornirà personale di sostegno, materiale e medicinali. L'Ue vuole favorire campi sotto il controllo delle grandi agenzie umanitarie, cui aumenteranno gli aiuti europei. Altro punto cruciale, i rimpatri, sia quelli volontari dai campi libici, sia però anche quelli dall'Ue, la dichiarazione parla infatti di "rafforzare le capacità dell'Unione".

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