martedì 6 giugno 2023
Chiusa la VI edizione alla presenza delle autorità: premiati istituti, ipm e uffici di servizio sociale per i minorenni. Il ministro della Giustizia: «Presto una riforma dei reati di genere»
Giuseppe Valditara e Paola Severino

Giuseppe Valditara e Paola Severino - ANSA

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Una «festa dei giovani» celebrata nel segno della legalità e del merito. Paola Severino, vicepresidente dell'Università Luiss Guido Carli, accoglie gli oltre 170 studenti e studentesse dell'Ateneo per la cerimonia conclusiva della sesta edizione del Progetto "Legalità e Merito". Dalla tutela del paesaggio al contrasto del malaffare, dalla lotta alla corruzione fino a un uso responsabile del web. Idee e progetti da parte dei giovani di 12 istituti scolastici italiani, 4 istituti penali minorili (Acireale, Caltanissetta, Bari e Firenze) e 4 uffici di servizio sociale per i minorenni (Roma, Trieste, Napoli e Palermo).

Presenti all'evento, nell'Aula Magna del Campus di viale Pola a Roma, anche il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il ministro della Giustizia Carlo Nordio (in videomessaggio), il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Fabio Pinelli, il Procuratore generale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia.

Merito e legalità come valori costituzionali

«Onorato» di partecipare all'evento è Giuseppe Valditara. «Il merito è l'opposto del privilegio – ha detto il ministro dell'Istruzione - il merito non vuole esprimere una società elitaria, una scuola elitaria, al contrario, vuole una scuola democratica, che dà l'opportunità a tutti di poter esprimere le proprie potenzialità». Il privilegio, ha proseguito Valditara, «è arbitrario e ingiusto, è soggettivo e non riconosce canoni universali, non attribuisce alcun valore all'avventura soggettiva, individuale, agli sforzi personali, alla libertà». Quindi una scuola che sia «palestra della libertà» perché il merito è «un valore costituzionale». Il merito e la legalità, per il ministro dell'Istruzione, sono dunque «nemici di arbitrio e ingiustizia».

Un «detonatore di libertà», ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, e per tutti quelli che credono nella legalità come merito e cittadinanza attiva, vuol dire «far parte di un percorso per essere migliori». Un input per «costruire un futuro migliore per chi verrà dopo di noi». Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ha annunciato in videomessaggio l'orientamento del suo dicastero verso «una riforma dei reati di genere che affliggono la nostra collettività». Poi Nordio ha parlato di due grandi virtù che dovrebbero connotare il magistrato e il legislatore: «Innanzitutto l'umiltà, che dovrebbe avere proprio per poter usare, soprattutto il magistrato, il suo grande potere con parsimonia e l'educazione che viene data dal merito. Lungi dall'essere orgogliosi e arroganti, magistrati e legislatori devono essere umili, anche questo è merito».

Giovanni Melillo e Paola Severino

Giovanni Melillo e Paola Severino - ANSA

Il monito di Fabio Pinelli, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, è quello di «rifarsi ai principi della Costituzione, perché lì dentro legalità e merito si trovano all'interno di un perimetro virtuoso e positivo che non rischia di cadere nell'eccesso». Garantire «parità e uguaglianza, insieme al progresso», ha sottolineato Pinelli, come sottolineato dagli articoli 34, 97 e 3 della Costituzione per un progetto «proteso al dialogo e all'ascolto», ha detto invece Giovanni Melillo, Procuratore generale antimafia e terrorismo. «Non ci sono percorsi predestinati – l'intervento in chiusura di Giuseppe Busia, presidente Anac - ognuno scopre il proprio volta per volta e lo realizza a modo suo. Tutti i progetti presentati per questo evento sono modi di spiegare e realizzare come essere cittadini».

I progetti premiati

Tre i progetti premiati nel corso della cerimonia. Il video "Suoni e colori che hanno spento la mia vita" del liceo V. Capalbi di Vibo Valentia, una storia di speranza, dedicata al riscatto di una ragazza con sindrome da Hikikomori (termine giapponese che indica chi si è ritirato dalla vita sociale); il lavoro dell'Istituto Penale per i Minorenni di Bari, "La stanza degli affetti", che lancia la proposta di creare un luogo dove i giovani detenuti possano incontrare più agevolmente le famiglie e gli amici per combattere l'isolamento emotivo; infine l'audiolibro "Uniti nella diversità" dell'I.I.C.S. Livi di Prato, che evidenzia l'importanza di comporre classi scolastiche in grado di favorire l'inclusione.

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