martedì 1 marzo 2011
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Ingiusto, ingeneroso, persino offensivo. È un coro unanime quello espresso dal mondo dell’associazionismo professionale dei do­centi che operano nella scuola pubblica stata­le. Un coro persino bipartisan, visto che tutte le associazioni, senza distinzione di posizioni ideologica o politica, respingono con forza al mitten­te le frasi pronunciate sabato scorso dal presidente del Consi­glio. «Mi pare uno schiaffo dato a quelle migliaia di docenti che quotidianamente svolgono con coscienza e dedizione il proprio compito educativo» commenta Giuseppe Desideri, presidente nazionale dell’Associazione ita­liana maestri cattolici ( Aimc ), che definisce «ingenerose le af­fermazioni del premier», riven­dicando come «i docenti lavora­no nella scuola pubblica statale - e non 'di Stato' come si è det­to - , nel rispetto dei valori co­muni che sono all’interno della Costituzione». Ben altro dall’«inculcare princi­pi che sono il contrario di quel­li dei genitori», come dichiarato sabato dal premier. «Nella scuo­la non si inculca alcun princi­pio, ma si educa» risponde Gio­vanni Villarossa, presidente na­zionale dell’Associazione pro­fessionale cattolica di inse­gnanti, dirigenti e formatori ( Uciim), che in u­na nota ufficiale esprime «perplessità in meri­to alle parole del premier» e respinge «con fer­mezza una simile affermazione generalizzata, ritenendola non veritiera e offensiva». Nella scuola statale – prosegue l’Uciim – «i docenti che vi operano godono della libertà d’insegna­mento, in virtù dell’articolo 33 della Costitu­zione».Ma questa libertà d’insegnamento è in­tesa come «autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente ed è diretta a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni». Insomma parlare di «una azione educativa dei docenti che si pone in contrasto con quella esercitata dai genitori» è assurdo perché «l’educazione formale di cui è depositaria la scuola si con­fronta costantemente con quel­la informale della famiglia: la cor­responsabilità educativa è fon­damentale nel processo educa­tivo per la formazione dell’uo­mo, del cittadino e del lavorato­re ». «Tutti i giorni gli insegnanti sono impegnati, attraverso il confron­to delle idee – aggiunge Sofia To­selli, presidente nazionale del Centro di iniziativa democratica degli insegnanti ( Cidi ), organiz­zazione legata all’area della sini­stra – nello sforzo di istruire ed e­ducare cittadini liberi, colti e ca­paci di pensiero autonomo». Anche Fabrizio Foschi, presi­dente nazionale dell’associazio­ne professionale Didattica e In­novazione scolastica ( Diesse), parla di «attacco ingiusto e im­produttivo. Ingiusto perché ge­nerico e quindi lesivo della po­sizione di tanti docenti che, spesso a prezzo di molti sacrifi­ci personali e negli spazi talvol­ta esigui offerti dalla normativa, esprimono una soggettività ca­pace di incontrare i giovani, di introdurli nella realtà, di orientarli al lavoro». E se si vuole che la scuola pubblica statale «torni a essere un am­bito di istruzione e formazione semmai è deci­sivo – aggiunge ancora Foschi di Diesse, asso­ciazione dei docenti della Compagnia delle O­pere – sostenere gli insegnanti attraverso l’at­tuazione del percorso di formazione iniziale e la promozione di una carriera del docente de­gna di questo nome».
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