Ingiusto, ingeneroso, persino offensivo. È un coro unanime quello espresso dal mondo dell’associazionismo professionale dei docenti che operano nella scuola pubblica statale. Un coro persino bipartisan, visto che tutte le associazioni, senza distinzione di posizioni ideologica o politica, respingono con forza al mittente le frasi pronunciate sabato scorso dal presidente del Consiglio. «Mi pare uno schiaffo dato a quelle migliaia di docenti che quotidianamente svolgono con coscienza e dedizione il proprio compito educativo» commenta Giuseppe Desideri, presidente nazionale dell’Associazione italiana maestri cattolici ( Aimc ), che definisce «ingenerose le affermazioni del premier», rivendicando come «i docenti lavorano nella scuola pubblica statale - e non 'di Stato' come si è detto - , nel rispetto dei valori comuni che sono all’interno della Costituzione». Ben altro dall’«inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori», come dichiarato sabato dal premier. «Nella scuola non si inculca alcun principio, ma si educa» risponde Giovanni Villarossa, presidente nazionale dell’Associazione professionale cattolica di insegnanti, dirigenti e formatori ( Uciim), che in una nota ufficiale esprime «perplessità in merito alle parole del premier» e respinge «con fermezza una simile affermazione generalizzata, ritenendola non veritiera e offensiva». Nella scuola statale – prosegue l’Uciim – «i docenti che vi operano godono della libertà d’insegnamento, in virtù dell’articolo 33 della Costituzione».Ma questa libertà d’insegnamento è intesa come «autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente ed è diretta a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni». Insomma parlare di «una azione educativa dei docenti che si pone in contrasto con quella esercitata dai genitori» è assurdo perché «l’educazione formale di cui è depositaria la scuola si confronta costantemente con quella informale della famiglia: la corresponsabilità educativa è fondamentale nel processo educativo per la formazione dell’uomo, del cittadino e del lavoratore ». «Tutti i giorni gli insegnanti sono impegnati, attraverso il confronto delle idee – aggiunge Sofia Toselli, presidente nazionale del Centro di iniziativa democratica degli insegnanti ( Cidi ), organizzazione legata all’area della sinistra – nello sforzo di istruire ed educare cittadini liberi, colti e capaci di pensiero autonomo». Anche Fabrizio Foschi, presidente nazionale dell’associazione professionale Didattica e Innovazione scolastica ( Diesse), parla di «attacco ingiusto e improduttivo. Ingiusto perché generico e quindi lesivo della posizione di tanti docenti che, spesso a prezzo di molti sacrifici personali e negli spazi talvolta esigui offerti dalla normativa, esprimono una soggettività capace di incontrare i giovani, di introdurli nella realtà, di orientarli al lavoro». E se si vuole che la scuola pubblica statale «torni a essere un ambito di istruzione e formazione semmai è decisivo – aggiunge ancora Foschi di Diesse, associazione dei docenti della Compagnia delle Opere – sostenere gli insegnanti attraverso l’attuazione del percorso di formazione iniziale e la promozione di una carriera del docente degna di questo nome».