Nel 2023, 440 pedoni sono morti sulle strade italiane
Dovrebbero essere il luogo più sicuro sulle strade delle nostre città e, invece, le strisce pedonali sono ancora teatro di tanti, troppi investimenti mortali. Dei 440 pedoni che, nel 2023, hanno trovato la morte sulla strada - più di una vittima al giorno - molti sono stati travolti proprio sulle strisce di attraversamento, come documenta il rapporto annuale dell'Osservatorio Asaps, l'Associazione degli amici della Polizia stradale. E ciò nonostante il fatto che la mancata precedenza ai pedoni sulle strisce sia sanzionata con la perdita di 8 punti della patente. Una misura che, evidentemente, da sola non basta a consigliare agli automobilsti comportamenti più prudenti al volante. Basti pensare che oltre una quarantina di investimenti mortali (oltre il 10% del totale) sono provocati da conducenti che poi si danno alla fuga, alimentando così il fenomeno della pirateria stradale.
«Le forze dell’ordine grazie ai sistemi di videosorveglianza e a vere e proprie indagini tecnologiche riescono a rintracciare l’autore nell’80% dei casi - ricorda l'Asaps in una nota - ma nonostante l’introduzione del reato di omicidio stradale, che ha inasprito le pene, la fuga rimane un comportamento troppo frequente da nord a sud d’Italia, con utenti ubriachi o con la patente sospesa o revocata, o che con veicoli privi di copertura assicurativa».
La prima regione italiana per numero di investimenti mortali è il Lazio, con 71 decessi nel 2023, un sesto di tutte le morti in Italia. Soltanto a Roma, i pedoni uccisi sono stati 42. In Lombardia, invece, le vittime sono state 51, 44 in Campania e 40 in Veneto. Il bilancio nazionale dei 440 pedoni morti è ancora provvisorio, perché tanti pedoni, investiti nel 2023, potrebbero morire nel 2024 a causa delle ferite riportate. È quindi purtroppo possibile, avverte l'Aspas, che il bilancio definitvo del 2023 sia superiore di quello del 2022, che vide 485 pedoni investiti e uccisi sulle strade italiane.
Dal report Asaps, pubblicato sul sito dell'Associazione, gli anziani sono quelli più indifesi, più della metà cioè, ben 231 pedoni, avevano più di 65 anni, «a causa di riflessi ridotti e parziali difficoltà nella deambulazione». Purtroppo, 17 pedoni avevano meno di 18 anni, di cui due deceduti ad aprile, uno a giugno, un piccolo in Veneto e una bimba di appena sei anni, scappata dalla guerra in Ucraina e morta a Potenza, un 13enne a Negrar di Valpolicella, ucciso da un pirata stradale poi arrestato lo scorso 31 luglio e ad agosto un 17enne nella bergamasca e la 15enne nel Lazio a settembre e sempre una 15enne ad ottobre nella medesima regione, e una sedicenne a Torino. «Molti investimenti hanno visto protagonisti operai nei cantieri stradali - ricorda l'Asaps - dove emerge spesso anche un tema di sicurezza sul lavoro e di idonea segnaletica stradale che preallerti gli automobilisti, così come anziani investiti da mezzi della nettezza urbana lungo le strade cittadine. E sono decine i casi di automobilisti scesi da auto in panne e poi travolti da veicoli, facendo emergere l’assoluta necessità di rendersi visibili con l’apposito giubbetto retroriflettente di cui tutti devono essere dotati a bordo dei veicoli».
«Occorre che il disegno di legge ora in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati venga approvato con urgenza - chiede il presidente di Asaps, Giordano Biserni -. Temiamo, infatti, che i lavori parlamentari necessitino di molti mesi, come accaduto con la legge sull’omicidio stradale. Asaps chiede anche di rivedere la positiva proposta che introduce la mini-sospensione della patente in caso di numerose violazioni al codice della strada, ma solo per chi ha meno di 20 punti, un 5% di tutti i patentati in Italia. Va introdotta per tutti senza distinzione dei punti posseduti. Molto spesso è proprio la distrazione da cellulare che fa perdere la concentrazione alla guida. Servono poi più pattuglie dedicate e sanzioni certe, anche se i segnali delle ultime settimane denotano un maggior numero di controlli da parte di tutte le forze dell’ordine».