mercoledì 26 settembre 2018
Il parroco: mi sarebbe piaciuto foste venuti a parlare a casa mia con tutta calma, anziché affiggere nottetempo il vostro cartello all'oratorio. Comunque grazie per aver confermato i miei obiettivi
Don Giusto Della Valle in una foto d'archivio

Don Giusto Della Valle in una foto d'archivio

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«Mi sarebbe piaciuto foste venuti a parlare a casa mia con tutta calma, in pieno giorno, anziché affiggere nottetempo un vostro cartello sulla recinzione dell'oratorio di Rebbio… Comunque grazie, per avermi ricordato e confermato gli obiettivi su cui continuo a lavorare insieme a tantissime persone di Como». Sono alcuni passaggi della lettera che don Giusto Della Valle ha rivolto in queste ore ai militanti di Forza Nuova che, due notti fa, gli hanno indirizzato uno striscione: «Don (in)Giusto si occupi di Chiesa, non di politica».

Parroco dal 2011 della comunità di Rebbio, quartiere di Como, don Giusto, da sempre ha aperto le porte della chiesa e dell’oratorio a poveri e migranti. In questi giorni, dopo l’annuncio della prossima chiusura del Centro per richiedenti asilo di Como, ha sollecitato la mobilitazione del volontariato per continuare a essere una città accogliente. Da qui l’atto dimostrativo, rivendicato dal gruppo di estrema destra, a livello locale e nazionale, accompagnato da un post su Facebook, dove si accusa don Giusto di avere interessi «nel business dell’immigrazione», a danno «delle famiglie italiane e degli anziani».

Martedì sera, dopo la solidarietà manifestata a don Giusto, a partire dal vescovo monsignor Oscar Cantoni, che ha espresso rammarico, vicinanza e l’auspicio che nel dibattito pubblico si riescano a recuperare toni di confronto «pacati e rispettosi», Forza Nuova è tornata a scrivere. Il gruppo afferma di aver «fatto il proprio dovere», definisce «ipocrita e allineata» l’ondata di indignazione, mentre era necessario richiamare il sacerdote a essere «una guida spirituale e non un modernista assistente sociale che si occupa di politica», concludendo di aver dato voce a quello che in tanti pensano: «Questo vi ha fatto male, abbiamo colto nel segno».

A ora tarda don Giusto, inconsapevole di tanto clamore – «non sono esperto di queste cose che si usano oggi» –, si è seduto al suo vecchio pc e con parole semplici ed efficaci ha fissato quello che aveva nel cuore, al termine di una giornata iniziata con i sopralluoghi della Digos e proseguita nella normalità delle cose da fare. «Il vostro scritto notturno mi ha dato una “nuova forza” – dice la lettera, che, come è nello stile del sacerdote, gioca con le parole, cercando sempre di mettere tutto in positivo – in due direzioni: innanzitutto a lottare contro il male che c'è in me. Mi avete chiamato ingiusto e ne sono cosciente».

In secondo luogo: «Mi sento onorato se voi avete identificato in me una persona della Chiesa di Como che fa politica; vi ringrazio. La Chiesa fa politica, ha a cuore la “polis” e i più fragili della “polis”. Il Regno di Dio, il cui annuncio è al cuore della vita del nostro fondatore, è Regno di Pace e di Giustizia e beati sono coloro che iniziano a costruirlo su questa terra». Firmato don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio.



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