martedì 22 aprile 2025
Il Papa invitò a pregare per lui «per le tante cose da fare» in vista del Giubileo e «mi lasciò senza parole», dice il sindaco di Roma. E tra i ricordi privati spicca l'affetto mostrato per suo figlio
Papa Francesco con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri

Papa Francesco con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri - Vatican Media / CPP /IPA / ipa-agency.net

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È l’uomo Roberto Gualtieri a parlare, prima ancora che il sindaco: «Oggi mi sento più solo», dice, e la sua voce commossa conferma lo stato d’animo. Il primo cittadino di Roma è appena rientrato in Campidoglio dopo aver partecipato a una riunione alla Protezione civile per la gestione della delicata fase organizzativa che si apre adesso. La giornata è intensa, ma Gualtieri si ferma volentieri a riflettere sulla «perdita di un punto di riferimento» che ha stordito la città e i suoi figli.

Il Papa ci ha lasciato il 21 aprile, il Natale di Roma, un giorno molto importante per tutti i romani. Quanto era legato Francesco alla città di cui era vescovo?

La amava profondamente, è stato vescovo tra la gente, amava Roma e amava i romani. Ricordo l’emozione della sua visita in Campidoglio, nel giugno dello scorso anno, le parole affettuose, da vero pastore, che disse in Aula Giulio Cesare in quella occasione, così come durante i tanti colloqui che abbiamo avuto. Ho dei ricordi straordinari con lui e di lui, che rendono più acuti il dolore e l’emozione.

Questo lutto arriva nel cuore del Giubileo della Speranza. L’8 dicembre scorso, durante l’omaggio all’Immacolata in piazza Mignanelli, il Papa invitò a pregare per lei, sindaco, per «le tante cose da fare» in vista dell’Anno Santo.

Mi lasciò senza parole, letteralmente. Come spesso faceva, fu diretto, rompendo le regole del protocollo, ed espresse un grande sostegno. Successe di nuovo il 31 dicembre, in occasione del Te Deum, quando mi ringraziò del lavoro fatto per rendere la città più bella. È stato sempre di grande incoraggiamento, anche dal punto di vista personale. Quando c’incontrammo prima del Giubileo, mentre stavamo predisponendo gli interventi, mi disse che le opere giubilari non dovevano servire solo ad accogliere i pellegrini, ma anche a rendere Roma più bella. Teneva alla città. Al tempo stesso, non dimenticava mai di ricordare la vicinanza alle persone più fragili. Ho vissuto l’emozione di essere presente con lui all’apertura della seconda Porta santa a Rebibbia, fu un gesto straordinario. La Bolla d’indizione del Giubileo, così come le sue encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, sono punti di riferimento per la nostra amministrazione e per me personalmente. Ci ha insegnato che senza fraternità non ci sono libertà e uguaglianza. Alla Giornata mondiale dei bambini, poi, mi colpì il modo in cui riuscì a spiegare la Trinità ai bimbi, con parole semplici ma al tempo stesso di alta teologia.

Fin qui i ricordi di incontri pubblici. Ne ha uno personale, privato, al quale è particolarmente affezionato?

Ogni volta che ci vedevamo mi chiedeva di mio figlio, voleva sapere come stava, gli piaceva che lo portassi a fare le passeggiate al parco, mi incoraggiava a trascorrere del tempo con lui. Quando è capitato che mio figlio fosse con me, l’ha sempre salutato con grande affetto. Ho poi un altro ricordo particolarmente caro: una volta parlammo del popolo e di letteratura, in particolare di Dostoevskij; dopo un po’ mi mandò una lettera di suo pugno con allegato un articolo dell’Osservatore Romano in cui si riportava un brano di un’opera di Romano Guardini proprio sul concetto di popolo in Dostoevskij.

Quando ha visto papa Francesco per l’ultima volta?

L’ultima udienza è stata quella tradizionale di inizio anno, il 10 gennaio. Ma ci siamo visti anche dopo, in occasione di eventi giubilari. E sono andato al Policlinico Gemelli per salutarlo quando è stato dimesso, il 23 marzo.

Roma ricorderà in qualche modo il suo vescovo?

Sicuramente, lo faremo e cercheremo di farlo nel modo migliore possibile. Papa Francesco lo merita.

Questo è il momento di preparare la città alle esequie del Pontefice e poi al Conclave, con il Giubileo che prosegue. Qual è la situazione, sotto il profilo organizzativo?

Stiamo lavorando, l’afflusso di persone sarà sicuramente molto consistente. C’è l’impegno, insieme a tutte le autorità coinvolte, per garantire che tutto si svolga in piena sicurezza e senza disagi.

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