mercoledì 17 ottobre 2018
Grazie ai fondi raccolti, i bimbi riammessi ai pasti comuni. E intanto il Veneto fa dietrofront sui buoni libri
Lodi (Ansa)

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Ci aveva provato anche il vescovo, monsignor Maurizio Malvestiti, a farle cambiare idea. Ma la sindaca di Lodi, Sara Casanova, è andata avanti per la sua strada. E ieri Malvestiti è ritornato nuovamente alla carica, chiedendo che la questione relativa al nuovo regolamento per l’accesso alle agevolazioni comunali per il quale in molti lamentano disagi «si risolva velocemente».

Il vescovo ha spiegato di essere in attesa di vedere che esiti avrà la riunione di Giunta, atteso per questa sera e ha anche raccomandato alla Caritas di offrire la massima collaborazione alle famiglie che si rivolgeranno all’associazione per chiedere aiuto. Dal primo tentativo di Malvestiti, la delibera che colpisce i figli di stranieri è rimasta invariata. «Dopo l’intervento personale del Vescovo, a inizio settembre ho scritto una lettera alla sindaca – spiega don Andrea Tenca, direttore della Caritas Lodigiana –. Lettera con cui le spiegavo i grossi problemi che stavano incontrando le famiglie da noi seguite per farsi fare le certificazioni dalle autorità dei loro Paesi d’origine». Per protestare contro la decisione della Giunta lodigiana, si è anche costituito un «Coordinamento Uguali Doveri», di cui fanno parte 45 realtà, tra le quali Caritas, Acli, diverse associazioni di immigrati, Cgil, Arci, Emergency e le forze politiche di opposizione. Hanno lanciato una raccolta fondi, che in pochi giorni ha raccolto oltre 60 mila euro che ha permesso ai bimbi, esclusi dalla delibera, di tornare in mensa. Il servizio per il momento, con i fondi raccolti, è garantito almeno fino a dicembre. Intanto prosegue il presidio di protesta di fronte al Municipio.

Il comitato chiede di essere ricevuti dalla sindaca. «Il nostro obiettivo è che la delibera venga cambiata – spiega Silvana Cesali, ex assessora alle politiche sociali e una delle portavoci del Coordinamento – eliminando ogni forma di discriminazione verso le famiglie straniere». Assistiti dall’avvocato Alberto Guariso, dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, i genitori hanno presentato in Tribunale un ricorso per discriminazione.

E dopo dieci ore di presidio davanti al Comune, senza risposta, è stato nuovamente anche il presidente della Caritas a lanciare l’appello: «Il Comune superi ora questa impasse. Un buon numero tra questi extracomunitari – ha spiegato don Andrea Tenca – si è rivolto a noi cercando aiuti, dopo l’entrata in vigore di queste nuove regole. Li abbiamo visti nelle loro difficoltà di ricerca e sperimentazioni a volte molto difficili e onerose, per poi ottenere documenti a volte nemmeno ritenuti validi».

Intanto la Regione Veneto fa dietro-front. Per i 'buoni libro' sarà sufficiente presentare un’autocertificazione e non più un attestato sul possesso di immobili nel Paese d’origine. «La Regione Veneto si accontenterà per ora dell’autocertificazione – ha detto il governatore Luca Zaia – Se il cittadino vuole il muro contro muro, in quanto ritiene di non dover presentare nulla non avrà diritto al contributo ».

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