mercoledì 10 luglio 2019
13 le persone coinvolte nella produzione e nel traffico di stupefacenti finite in manette - operava fra Italia e Romania. A 1 milione di euro di valore ammontano i prodotti sequestrati nel laboratorio
Il laboratorio della Campania dove si fabbricava doping
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Un laboratorio clandestino fornito di tutto ciò che occorreva per confezionare sostanze illegali da immettere nel mercato mondiale del doping. Siamo a Capaccio Paestum, nel Salernitano. Qui una rete di trafficanti con contatti in Europa e nel resto del mondo produceva i prodotti che sarebbero finiti nelle mani di atleti professionisti e dilettanti, decisi ad alterare le proprie prestazioni sportive senza badare ai gravi rischi di salute legati al loro utilizzo.

Il gruppo criminale - 13 le persone coinvolte nella produzione e nel traffico di stupefacenti finite in manette - operava fra Italia e Romania. A 1 milione di euro di valore ammontano i prodotti sequestrati nel laboratorio clandestino in provincia di Salerno. Quella di Capaccio era solo una delle nove centrali scoperte in tutta Europa nella maxi-operazione 'Viribus', condotta dai carabinieri del Nas e da Europol, che ha svelato un traffico illecito di sostanze (in gran parte steroidi anabolizzanti) che abbracciava l’intero continente, raggiungendo anche gli Stati Uniti e l’Asia. Prodotti dopanti venduti anche online, produzione illegale di farmaci contraffatti a effetto dopante e uso di sostanze vietate nelle competizioni sportive: questo l’ambito in cui si sono mossi gli investigatori.


234
Le persone arrestate nell’ambito di Viribus, la maxi operazione
di Europol condotta assieme ai Nas
33
I Paesi coinvolti dalle indagini dal 2018 a oggi. Asia, Europa
e America del Nord i continenti interessati
1000
Le persone iscritte nel registro degli indagati, 17 invece i gruppi criminali interessati dall'indagine







Si tratta della più vasta operazione di sempre sul fronte sport e droghe, che ha coinvolto ben 33 Paesi e si è conclusa con l’arresto di 234 persone, mille iscritti nel registro degli indagati e un sequestro di sostanze dopanti per un valore di 3,8 milioni di euro. L’attività antidoping ha portato a controlli per 600 atleti professionisti 'in e out-competition': 19 sono risultati positivi.

Ben 17 erano i gruppi criminali che costituivano la rete del traffico internazionale legato al doping. Oltre 24 le tonnellate di prodotti proibiti ritrovati e sequestrati durante le perquisizioni. Viribus è partita nell’ottobre 2018 nel corso di un incontro al ministero della Salute a Roma tra carabinieri del Nas ed Europol.

All’attività investigativa hanno partecipato tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, l’Interpol, Stati Uniti, Svizzera, Albania, Ucraina, Colombia, Montenegro, Moldavia, Islanda, Bosnia-Erzegovina e Macedonia del Nord. Importante è stato anche il supporto dell’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) e dell’Ufficio Europeo Antifrode (Olaf). «Questo è il risultato - ha dichiarato Günter Younger, direttore dell’intelligence dell’Agenzia Mondiale Antidoping - di come una collaborazione tra diverse organizzazioni e vari Paesi può dare risultati concreti nel combattere un fenomeno di portata ormai internazionale».


24
Le tonnellate di prodotti proibiti sequestrate. Tra anabolizzanti, steroidi cortisonici e ormoni
600
Gli atleti professionisti controllati in e out competition.
In 19 sono risultati positivi ai test


Gli ultimi dati disponibili dell’attività antidoping dei Nas in Italia, riferiti al 2018, parlano di 50 atleti risultati positivi su 968 controllati. Tra gli sport più colpiti, il ciclismo, le specialità di atletica leggera (in particolare le gare di lunga distanza) e il triathlon. Mentre le sostanze vietate più frequentemente rilevate nel corso delle analisi sono gli anabolizzanti (testosterone, nandrolone), gli ormoni stimolanti (ormone della crescita ed eritropoietine come l’Epo), i cortisonici steroidei e i diuretici.
Da tempo l’Italia è impegnata nella lotta al doping in Europa con un ruolo di spicco. Dopo aver ratificato la convenzione antidoping, poche settimane fa il nostro Paese ha depositato al Consiglio d’Europa la ratifica della convenzione contro la manipolazione dei risultati sportivi, diventando così, dopo Norvegia, Portogallo, Moldova, Svizzera e Ucraina, il sesto Paese membro dell’organizzazione ad assumersi formalmente tutti gli obblighi contenuti nel testo.

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