giovedì 21 settembre 2023
Destra contro Christian Greco, apprezzato egittologo e manager museale. L'accusa: «È di sinistra e razzista contro gli italiani». Aveva offerto biglietti a immigrati arabi
Il direttore del Museo egizio di Torino Christian Greco

Il direttore del Museo egizio di Torino Christian Greco - Imago Economica

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«Faremo di tutto per cacciare il direttore del Museo Egizio di Torino. Chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se lui non fa un gesto di dignità e non si dimette lui». Nel mirino della Lega ritorna Christian Greco, egittologo e apprezzato manager museale che negli ultimi ha incrementato di molto gli ingressi al secondo polo espositivo al mondo della cultura dei faraoni, dopo quello del Cairo. A scagliarsi con foga contro lo studioso è il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. Ma l'egittologo nel 2018 era stato attaccato anche dalla leader di Fdi Giorgia Meloni. In sua difesa, oltre alle opposizioni, si schierano il consiglio di amministrazione del museo, le istituzioni locali anche di centrodestra, il mondo degli egittologi.

A riaccendere la polemica era stato l'assessore torinese al welfare Maurizio Marrone di Fratelli d'Italia: «Non confermerei Greco. Ha doti manageriali non comuni - riconosce - ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel cda del museo». Non è la prima volta che Fratelli d'Italia attacca Greco. Lo aveva già fatto nel 2018 quando protagonista dello scontro era stata l'attuale premier Giorgia Meloni che aveva protestato per l'iniziativa del direttore di offrire un biglietto gratis ogni biglietto acquistato alle coppie di lingua araba.

«Non replico nulla, non faccio politica, mi dedico all'antico e non alla contemporaneità. Sono un egittologo e lo rimarrò anche se dovessi andare a servire cappuccini in un bar di Porta Nuova», commenta Greco, impegnato nella presentazione del progetto che riunisce le collezioni fotografiche degli archivi sugli scavi dell'Egizio. «Ho già detto che mi piacerebbe che il direttore fosse invisibile, che parlasse la sua squadra. Oggi abbiamo un team di 70 persone, un museo che scava in Egitto, stiamo lavorando per il bicentenario. Il direttore può essere utile, ma non è indispensabile, l'istituzione va avanti. Qui ci sono oggetti che hanno una vita media di 3.500 anni. Andiamo avanti, il Museo Egizio va avanti. I direttori passano, il museo rimane qui da 200 anni».

Si schiera al suo fianco il consiglio di amministrazione del museo che ricorda come «in base all'articolo 9 dello statuto la nomina e revoca del direttore spetta esclusivamente al consiglio di amministrazione» ed esprime all'unanimità «totale fiducia» a Greco. Il direttore dell'Egizio incassa anche «il massimo supporto della comunità scientifica» in una lettera aperta firmata da 92 egittologi italiani, membri del Comitato Scientifico del Museo Egizio, da Tine Bagh per conto del Comité international pour l'égyptologie e Tarek Tawfik, presidente dell'Associazione Internazionale degli Egittologi.

Anche sul fronte politico si schierano tutti con Greco. Non solo Chiara Appendino, deputata del M5S ed ex sindaca del capoluogo sabaudo, che in un'interrogazione chiede di intervenire al ministro Gennaro Sangiuliano. L'assessora regionale alla Cultura del Piemonte, Vittoria Poggio, di centrodestra, sostiene che si tratta di un'opinione personale anche perché Marrone non ha una delega che giustifichi un suo intervento sul tema: «Christian Greco è un manager di grande competenza e valore come dimostrano i risultati raggiunti dal Museo Egizio», osserva Poggio. Anche per il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi «la nomina di Greco non dipende dal ministro Sangiuliano, ma dalla presidente della Fondazione del Museo delle Antichità egizie, Evelina Christillin, nominata da Franceschini. È inutile chiedere la sua cacciata. Greco non può essere cacciato e anzi potrebbe anche essere riconfermato. Il direttore Greco va benissimo. È bravo ed è indiscutibile». Frena da Fdi anche Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura di Montecitorio: «Né il Ministero della Cultura né la maggioranza stilano liste di proscrizione, né vogliono cacciare Greco dal Museo Egizio. La nomina, inoltre, è di competenza della Fondazione in autonomia e il rinnovo delle cariche si avrà il prossimo anno».

Qual è dunque il motivo per cui il direttore Christian Greco è nel mirino di Lega e Fdi? «Qualche anno fa - racconta il leghista Crippa - Greco decise uno sconto solo per i cittadini musulmani (una coppia avrebbe pagato solo un biglietto). Lui mi denunciò, fui condannato in primo grado e assolto in secondo, vincendo la causa. E' un direttore di sinistra che ha gestito il Museo in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Incredibile che dopo aver gestito il Museo in modo ideologico ora chieda di mantenere la poltrona al governo di centrodestra. Il Museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. È un razzista contro italiani e cristiani», conclude il vicesegretario della Lega.

Dall'opposizione una pioggia di critiche. «Greco dirige il Museo Egizio - dice la segretaria Pd Elly Schlein - con grande professionalità e competenza, portando risultati concreti. Da settimane è sotto l'attacco delle destre per un'unica ragione, non essere, secondo loro, allineato alle posizioni del governo. È un fatto grave nel merito e nella sostanza, e tradisce la mania di controllo che ha Giorgia Meloni. Lo abbiamo visto con l'occupazione della Rai, con Inps e Inail, con il centro sperimentale di cinematografia. E' una concezione proprietaria delle istituzioni e della cultura che noi non possiamo accettare».

«Qualche anno fa - ricorda il segretario di Più Europa Riccardo Magi - Giorgia Meloni rimediò una figuraccia con Christian Greco. Ora che è al governo, serve la sua vendetta. Forse Greco è troppo competente e forse ha rilanciato con troppo successo il Museo Egizio di Torino: insopportabile per questa maggioranza che vuole la cultura asservita al potere, e occupare ogni poltrona per favorire amici e parenti magari della stessa Meloni. Sangiuliano dimostri di avere la schiena dritta».

Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS, parla di «purghe da regime autoritario contro gli intellettuali che non si allineano al suo pensiero. Dopo aver colonizzato la Rai con TeleMeloni, adesso vuole cacciare Christian Greco, colpevole di aver promosso iniziative per avvicinare le persone di origine araba, alla storia e cultura egizia: un modo per costruire l'integrazione attraverso la cultura. Un giorno sì ed uno no, Gasparri vuole cacciare Mario Tozzi, Roberto Saviano è stato cacciato dalla Rai, Foa invita i medici negazionisti no Vax a Radio 1 e ora i direttori dei musei». «Cacciare, epurare... È lo slogan preferito dai leghisti, affamati di potere e di controllo politico su tutto. Tornino nelle caverne piuttosto, e rispettino il mondo della cultura, il pluralismo e le istituzioni», attacca il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni

«L'attacco dell'assessore regionale Marrone è rivelatore di una patologia tipica di una certa destra anche in Piemonte. Sto parlando della bulimia di poltrone, incarichi di vertice in enti pubblici e istituzioni culturali. Greco è un eccellente manager e un egittologo di grandissimo valore, da tutti riconosciuto», commenta Osvaldo Napoli, presidente di Azione in Piemonte.




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