venerdì 3 luglio 2020
«Imparate ad ascoltare gli angeli». Alla veglia di giovedì sera nella loro parrocchia a Gessate l'arcivescovo di Milano ha fatto pervenire il suo messaggio sui due ragazzi di 12 anni uccisi dal padre
Diego ed Elena, i due gemelli uccisi

Diego ed Elena, i due gemelli uccisi

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«Cari ragazzi e ragazze, imparate ad ascoltare gli angeli». Si rivolge con parole semplici e dirette ai «ragazzi e le ragazze di Gessate» l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, senza dimenticare «tutti gli altri», l’intera comunità ferita dal lutto per la tragica fine di Elena e Diego, i gemelli di 12 anni uccisi dal papà Mario Bressi – a sua volta suicida – nella casa di vacanza a Margno, nel Lecchese, la notte tra venerdì 26 e sabato 27 giugno. Nel messaggio, che è stato letto ieri sera ai ragazzi della parrocchia di Gessate durante una commossa veglia di preghiera, Delpini si mette accanto ai più giovani e al loro sgomento di fronte a una tragedia che scuote e interroga, talmente grande da destabilizzare. L’arcivescovo lo sa, e usa il linguaggio del cuore insieme a quello della fede: «Gli angeli – scrive – sono gli amici che hanno un messaggio per voi da parte di Dio. Tra gli angeli ci sono adesso anche Elena e Diego. Quando il Tentatore, il Signore delle Tenebre, vi suggerisce di vivere con angoscia ogni notte per timore di una insidia, quando vi suggerisce di guardare con sospetto ogni persona, per timore di una minaccia, imparate ad ascoltare gli angeli, imparate ad ascoltare Elena e Diego. Vi parleranno della loro gioia presso Dio; vi diranno che il Paradiso è la casa dove è asciugata ogni lacrima e dove non c’è più la morte».


La parola di Delpini tocca i sentimenti più profondi, arriva con delicatezza al punto più doloroso e invita a guardare dentro di sé: «Imparate ad ascoltare gli angeli – scrive ancora l’arcivescovo –, imparate ad ascoltare Elena e Diego. Quando qualche cosa della vita vi spaventa e qualche notizia vi sconvolge, non lasciatevi tentare dal Signore delle tenebre, non credete a chi vi dice: "sei solo e non puoi farci niente". Imparate ad ascoltare gli angeli. Vi parleranno dell’abbraccio di Dio e vi consiglieranno: "Imparate a pregare!"».

I gemelli hanno pagato con la vita la frattura che si era creata tra i genitori, una crepa che si apre in tante famiglie e che può scavare una voragine nella vita dei figli. Delpini sente il dolore di queste e altre situazioni domestiche, dalle quali possono scaturire situazioni drammatiche, fino a tragedie inimmaginabili: «Imparate ad ascoltare gli angeli, e tra gli angeli Elena e Diego – si legge infine nella lettera ai ragazzi di Gessate –. Quando volete dire una parola di consolazione a una mamma che piange i suoi figli, quando volete aiutare la pace nelle discussioni tra il papà e la mamma, quando certe rabbie sembrano incontrollabili, imparate ad ascoltare gli angeli. Vi affideranno una missione: "Talvolta tocca ai ragazzi salvare i genitori. Questa volta tocca a voi dire al papà e alla mamma: Mamma, papà, imparate anche voi ad ascoltare gli angeli, imparate anche voi a pregare».


Ad accogliere domani alle 10, sabato 4 luglio, il funerale dei due gemelli, celebrato dal parroco dei Santi Pietro e Paolo don Matteo Galli, sarà il campo sportivo di Gessate, la cittadina tra Milano e Bergamo nella quale abitavano, così da consentire nel rispetto delle norme sanitarie la partecipazione dei tanti che desiderano salutare nella preghiera Diego ed Elena. Anche Margno ha voluto dedicare mercoledì una veglia ai due fratelli con una marcia conclusa nella chiesa di Santa Caterina, in località Bagnala, accolti dalle parole di don Bruno Maggioni.

Un’invocazione degli abitanti del paese e di chi frequenta per turismo il piccolo centro montano della Valsassina dedicata ai due ragazzi, al padre e alla mamma Daniela, provata da un dolore immenso, cui sono stati restituiti i corpi dei figli dopo l’esame autoptico eseguito da Paolo Tricomi su incarico del procuratore di Lecco Antonio Chiappani e del pm Andrea Figoni che stanno conducendo le indagini. Gli inquirenti cercano ancora il cellulare del padre omicida-suicida mentre setacciano i suoi pc di casa e dell’azienda dove il 45enne lavorava da anni. Si attende anche l’esito dell’esame tossicologico sui poveri ragazzi per accertare se sono stati sedati prima di essere uccisi per strangolamento.

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