martedì 14 maggio 2019
Consegnato il cantiere per l'abbattimento di un altro edificio, restano solo 300 famiglie da sistemare. Per il sindaco di Napoli: «Questa è la città che vince la camorra»
Al via il cantiere per la demolizione delle Vele. Così Scampia riparte
COMMENTA E CONDIVIDI

Sono state sempre il simbolo di Gomorra e della peggiore Napoli, le Vele di Scampia. Realizzate tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 del secolo scorso, dovevano rappresentare un’edilizia popolare all'avanguardia, e invece sono solo diventate la rappresentazione del degrado nel quale sguazza il malaffare.
Fino a ieri, quando è entrato nel vivo il progetto Restart Scampia, che punta ad azzerare il passato e riqualificare l’area. È stato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a dare il via al cantiere per l’abbattimento della Vela verde. Si tratta di una delle Vele sgomberate negli ultimi anni. Gli abitanti sono stati sistemati in nuove costruzioni realizzate nel quartiere. E ora tutte le Vele devono andare giù per spazzare via l’immagine di Gomorra. Solo una resterà in piedi e ospiterà uffici pubblici della Città metropolitana, a testimoniare che lì è tornato lo Stato. Tre delle sette Vele di Scampia sono state già demolite dal 1993 al 2005. Restart Scampia, approvato dal Comune due anni fa, prevede un impegno finanziario di 27 milioni di euro, in parte fondi Pon stanziati dall’Unione europea.

Per de Magistris, che ha annunciato la demolizione con un lungo post su Facebook, «con l’inizio del cantiere per l’abbattimento della Vela verde è la città di Napoli che vince. Queste sì che sono le ruspe che ci piacciono», ha poi aggiunto con un chiaro riferimento polemico al ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il primo cittadino napoletano ha ricevuto nella giornata di ieri la telefonata del ministro per il Sud Barbara Lezzi, «che mi ha detto che il governo è pronto a mettere risorse aggiuntive».

La Vela verde sarà rasa al suolo in 180 giorni. Al suo posto troverà posto uno spazio per i cittadini del quartiere. De Magistris ha anche ricordato che «per arrivare a questo risultato abbiamo dovuto interloquire con governi differenti e diffidenti. I confronti ci sono stati e la strada è ancora lunga. Ma bisogna dare atto che quando Napoli si muove in questo modo è credibile». Dell’abbattimento o del recupero delle Vele sono quasi trent’anni che si discute, con profonde divisioni fra esperti ed urbanisti. Restart Scampia prevede anche l’abbattimento di altre due Vele. Il primo stanziamento per gli edifici simbolo di Scampia risale al 1993, con 120 miliardi di lire provenienti dalla finanziaria dello Stato, ai quali si aggiungeranno 40 miliardi di lire stanziati dalla Regione Campania. La prima delle sette Vele viene abbattuta nel 1995. Al momento, al loro interno vivono ancora più di 300 nuclei familiari.

«Non è una decisione calata dall’alto – sottolinea Omero del Comitato Vele –, ma il risultato di 35 anni di lotte e resistenza». Sono ormai lontane le immagini di quella nuvola di fumo da cui riemerge quasi intatta la prima delle Vele a dover essere abbattuta. Correva il dicembre del 1997, più di venti anni fa. Scampia non era ancora sinonimo di Gomorra, ma quel primo fallimento ha influenzato anche le lungaggini successive di un progetto che oggi entra nella sua fase finale. «Si è arrivati con ritardo all’abbattimento della Vela verde», ha ammesso anche l’assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo, ma solo per «trasferire in maniera concordata le famiglie che ancora vi abitavano, in tutto 22 nuclei».
I primi mesi dei lavori saranno dedicati alle attività preliminari, ovvero la pulizia delle aree esterne e la rimozioni di materiali accumulati all’interno degli edifici che costituiscono la Vela. Poi entreranno in funzione le macchine demolitrici, a partire dal più alto dei 16 piani fino al più basso. Abbattuta la Vela, la ditta esecutrice ricostruirà tutta la viabilità di servizio e costruirà due campi sportivi all’aperto. Previsti anche camminamenti pedonali, zone attrezzate, panchine, marciapiedi, parcheggi. Quello del 2019 dovrebbe essere un Natale diverso a Scampia.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: