venerdì 11 maggio 2018
Il segretario generale della Cei si augura che chiunque sederà a palazzo Chigi si metta in ascolto della popolazione, ridimensionando le ideologie e i proclami pre-elettorali
Galantino: si ascoltino bisogni e attese reali delle persone
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Il governo che verrà sappia ascoltare le attese reali della gente. È la speranza del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, a margine della presentazione di un libro della Fondazione Migrantes. «Mi auguro che questo governo abbia come punto di partenza la voglia di mettere orecchio alle condizioni concrete e alle attese reali delle persone», dice al Sir, ricordando che «le ideologie, le prese di posizioni, i proclami pre-elettorali devono essere ridimensionati e tarati sulla realtà e sui bisogni reali».
Monsignor Galantino poi ricorda che «la povertà, il bisogno, la fatica di vivere, non hanno colore di pelle né condizione sociale. Esiste soltanto ed esige una risposta. Noi non possiamo rimanere inerti». Perciò di fronte ad un esecutivo nuovo, di fronte a chi ha scelto di mettersi in gioco ed è stato scelto dagli elettori, «devono essere presentate le esigenze di persone e situazioni». Sui timori per le manifestate posizioni anti-europeiste di chi andrà a governare, inoltre, sottolinea che «la Chiesa guarda con grande attenzione e speranza alle nazioni e ai popoli uniti. Non penso che le condizioni politiche, economiche e sociali permettano oggi di fare i navigatori solitari». Il segretario della Cei aggiunge di non riferirsi soltanto alle singole persone ma anche ai singoli popoli, visto che «non esistono realtà che possono essere gestite in proprio». Sul tema degli immigrati, ad esempio, conclude monsignor Galantino «laddove si lascia una nazione, un popolo, gestire da solo situazioni che hanno un respiro e una portata universale ci condanniamo tutti al fallimento».

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