martedì 21 marzo 2023
Il partito della premier Meloni replica alla mossa di Schlein chiedendo una legge per rendere reato universale questa pratica. Fanno discutere le frasi di Mollicone e Malan.
Utero in affitto: una legge per fermarlo
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Si infiamma la discussione sull’omogenitorialità. Alla manifestazione di protesta di sabato a Milano contro lo stop del Viminale alla registrazione in Italia di figli all’interno di coppie gay, Elly Schlein aveva annunciato che il Pd è pronto a portare in Parlamento una nuova proposta. La maggioranza però tiene il punto e annuncia parallelamente una norma per rendere reato universale la maternità surrogata, o “utero in affitto”, pratica vietata dalla legge sulla procreazione assistita. Uno scontro che Lucio Malan, capogruppo di Fdi al Senato descrive come «altruismo contro egoismo».

Fratelli d’Italia già oggi potrebbe chiedere la calendarizzazione in commissione Giustizia della Camera della proposta Varchi per estendere anche alla maternità surrogata commessa all’estero da un cittadino italiano le pene previste dalla legge 40 del 2004: reclusione da tre mesi a due anni e multa da 600mila a un milione. «L'utero in affitto non è realmente perseguito nel nostro Paese», ha sottolineato Eugenia Roccella. «Quando si torna in Italia, il genitore biologico è riconosciuto. Il problema è che queste coppie a volte non accettano il riconoscimento del padre biologico e chiedono di essere iscritti all'anagrafe entrambi », ha spiegato la ministra della Famiglia alla trasmissione di Lucia Annunziata. Posizione apprezzata dal Movimento per la Vita: «Si tratta di tutelare i diritti veri, e non di crearne di fasulli», dice la presidente Marina Casini. Di «pratica immorale e incivile » parla anche l’Associazione famiglie numerose. Ma è bufera sul presidente della Commissione cultura, Federico Mollicone (Fdi), che, ospite di Omnibus su La7 ha definito la maternità surrogata un reato «più grave della pedofilia».

Il mondo Lgbtq insorge. ll sindaco di Milano Beppe Sala accusa il centrodestra di ragionare «per slogan», e la protesta, da Milano, sabato si sposterà a Genova. Fabrizio Marrazzo portavoce del Partito Gay Lgbt ricorda che questa pratica riguarda «al 99% coppie eterosessuali ». Alessandro Zan, del Pd, primo firmatario della proposta affossata al Senato parla di «campagna d’odio» per «criminalizzare le famiglie arcobaleno ». Nel Pd c’è però una diffusa condanna della maternità surrogata, su cui manifesta «riserve» anche Andrea Orlando, mentre Enrico Borghi si aggiunge alla richiesta venuta da molti esponenti cattolici perché - parlando di unioni gay - una nuova proposta scaturisca da «una riflessione di carattere politico in direzione e una discussione all'interno di gruppi», anche se sottolinea a sua volta come, a suo avviso, «un conto è il riconoscimento dei diritti dei bambini, altro è la discussione sulla maternità surrogata». Mentre Francesco Boccia trova «disumano e disonesto» l’aver «trasformato un dibattito così serio sui diritti di migliaia di persone in uno sull'utero in affitto e la maternità surrogata».

Duro, nel M5s, Roberto Fico che parla di «nuova battaglia ideologica del centrodestra», e rivendica le aperture a Torino sui riconoscimenti di Chiara Appendino. Accuse restituite al mittente dalla maggioranza. Si tratta di «bloccare il mercato dei bambini e la turpe pratica dell'utero in affitto», contro un «estremismo ideologico aggressivo», sostiene il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (di Forza Italia). Ma nel partito azzurro c’è chi tiene aperto il filo del dialogo. Pur concordando che la maternità surrogata vada perseguita come «crimine internazionale», il vice presidente della Camera Giorgio Mulè, sulle unioni gay, propone di sedersi «intorno a un tavolo, ripartendo dal ddl Zan».

E nel Terzo polo Carlo Calenda apre alle adozioni gay, pur definendo a sua volta l’utero in affitto un crimine. Dal ministro della Salute Orazio Schillaci, arriva l’invito a «placare i toni, nell’interesse di tutti». «Tema troppo complicato, per essere affrontato brandendo i diritti come vessilli ideologici», sostiene l’ex ministra Elena Bonetti, di Italia viva. Parlando di genitorialità , «la vera sfida», per Maurizio Lupi, leader di “Noi moderati”, sarebbe «rendere più veloci e meno complicate le adozioni».

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