venerdì 3 settembre 2021
L’Europa è «unita da tanti princìpi», ma non sa affrontare il dossier migranti. «Ha dimostrato ancora la sua povertà». La via italiana: subito lo status di rifugiati
Profughi afghani nel capo della Croce Rossa di Avezzano

Profughi afghani nel capo della Croce Rossa di Avezzano - Gennari / Siciliani

COMMENTA E CONDIVIDI

«La fuga e il salvataggio degli afghani ha ancora un volta dimostrato la povertà dell’Ue per quanto riguarda la gestione delle migrazioni». Di più. L’Unione è stata «indubbiamente assente su certi piani perché non organizzata», anche se sul fronte umanitario «ha fatto molto». Il presidente del Consiglio Mario Draghi, nella conferenza stampa di ieri a Palazzo Chigi, striglia l’Unione Europea e prepara la strategia verso il G20 sull’Afghanistan che Draghi vuole organizzare a Roma.

«Credo che il G20 si farà, ne parleremo con il presidente cinese la settimana prossima», annuncia, mentre dalla Russia arriva il via libera del presidente Vladimir Putin, che – se il G20 ci sarà – vi prenderà parte, confermano dal Cremlino. Un tassello fondamentale per il via libera all’iniziativa nel puzzle che si completerà martedì, nel confronto con Xi Jinping.

Molte durante l’incontro di Draghi con la stampa sono state le sollecitazioni sul dossier Afghanistan. E il premier ha delineato la strategia sia a livello internazionale, sia nella gestione a casa nostra dei profughi. «Perché, c’è qualcuno che è stato concludente?», ha replicato a una domanda, allargando lo sguardo rispetto all’Europa. Che però è rimasta al centro delle sue sollecitazioni. L’Ue ha insistito Draghi, è «unita da tanti princìpi», ma non riesce ad affrontare il dossier migranti e questa è una «spina nell’esistenza stessa dell’Ue».

Draghi ha poi alzato i toni, ma con il suo solito understatement, rivolgendosi a quei Paesi – come Austria , Danimarca e Repubblica Ceca – che hanno annunciato di non volere accogliere: «Mi chiedo come si possa dire, davanti a una tragedia come questa, “noi non volgiamo i rifugiati”. Ma come si fa?». Per parlare di tutto questo subito dopo l’incontro Draghi è volato alla volta di Marsiglia per vedere a cena il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. Una conversazione "a tutto tondo" durato più di quattro ore per discutere di Ue, Libia e Afghanistan principalmente. Soprattutto dell'ultimo punto, con l'obiettivo di rilanciare la necessità che l'Ue si faccia carico dell'accoglienza dei rifugiati.

L’Italia dal canto suo ha «individuato un percorso speciale» per gli afghani. All’arrivo sono stati accolti in diverse strutture «ed è stata data subito loro la condizione di rifugiato». Inoltre saranno tutti vaccinati e «verrà iniziato un percorso di integrazione». In questo senso il Cdm ieri ha approvato una delibera allo scopo di modificare il piano finanziario delle missioni internazionali e destinare il contributo di 120 milioni destinato al rafforzamento delle forze di difesa e sicurezza di Kabul per “girarlo” all’accoglienza dei profughi nel nostro Paese e per iniziative europee con lo stesso fine.

Missioni militari, creazione di un esercito europeo (tema toccato anche nell’incontro Draghi-Macron) e risvolti internazionali della questione afghana sono state le questioni al centro delle riunioni informali dei ministri della Difesa e degli Esteri in corso in Slovenia, presidente di turno dell’Ue. Sulla creazione di una forza europea di intervento rapido «non abbiamo ancora l’unanimità ma non importa perché la vera decisione sarà presa a novembre. Sarà una parte importante della Bussola strategica. Siamo 27 e non tutti condividono la stessa visione del mondo», ha dichiarato l’Alto rappresentate della politica estera Ue Josep Borrell a margine della riunione dei ministri della Difesa. Che hanno discusso anche di un altro elemento della Bussola strategica che sarà presentata a novembre: la possibilità di sostituire l’unanimità, richiesta per le decisioni di intervento militare, con un voto di maggioranza, che però impegnerebbe solo gli Stati che lo vorranno. Infine Borrell ha promesso vigilanza sull’assistenza umanitaria, che è «aumentata», ma va condotta «nel pieno rispetto delle regole e degli standard». Di questo Borrell parlerà oggi con i ministri degli Esteri.

Intanto la diplomazia italiana si muove. Il titolare della Farnesina Luigi Di Maio, dopo aver partecipato all’incontro, partirà oggi per una missione in Uzbekistan, Tagikistan, Qatar e Pakistan, inserita nell’ambito delle iniziative per far fronte alla crisi afghana e alle sue conseguenze sulla popolazione. L’obiettivo è esplorare soluzioni che facilitino, in collaborazione con i Paesi confinanti, l’assistenza umanitaria per gli afghani lì rifugiatisi.

Alla proposta del portavoce dei taleban di riconoscere il loro governo e riaprire l’ambasciata a Kabul Di Maio ha risposto: «Di certo non ora, è prematuro parlarne. Non ci sono le condizioni di sicurezza».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI