lunedì 23 gennaio 2023
La tragedia nella notte. Le vittime sono un uomo e una donna, entrambi di origine africana. Dormivano in un alloggio di fortuna nel "ghetto" di Borgo Mezzanone
Dormono con braciere acceso, morti 2 migranti nel Foggiano

Ansa

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Nuova tragedia del degrado e dell’emarginazione nel ghetto di Borgo Mezzanone, nel foggiano dove in una baracca sono stati trovati i corpi senza vita di due giovani immigranti africani, un uomo e una donna. Sarebbero morti per le esalazioni di un braciere di fortuna realizzato all’interno della baracca per proteggersi dal freddo mentre dormivano.

Si chiamavano Queen, del Ghana, e Ibrahim, del Gambia, entrambi di 32 anni. Da anni in Italia, facevano coppia fissa. Nella baracca, infatti, vivevano da soli. Lavoravano ma si erano più volte rivolti alla Caritas di Foggia per alcuni problemi.

Dopo l’allarme di altri migranti sul posto sono giunti i vigili del fuoco e gli operatori del 118, già presenti con postazioni fisse, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dei due braccianti immigrati. Nella notte del 23 novembre 2019, in un casolare sempre a Borgo Mezzanone, vennero trovati morti altri due immigrati, Emmanuel, nigeriano, e Elvis del Camerun, anche loro uccisi dalle esalazioni di monossido di carbonio provocate da un braciere. Non gli unici drammi per questo enorme e inumano insediamento, la “ex pista” (era un aeroporto militare durante la guerra nel Kosovo) che anche in questa stagione ospita non meno di 1.500 persone.

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Morti asfissiati e morti bruciati. Perché comunque il fuoco è il drammatico compagno di queste vite invisibili. Il 6 novembre 2018, Bakary Secka, 30 anni del Gambia. Il 26 aprile 2019 un altro gambiano, Samara Saho di 26 anni. Il 4 febbraio 2020 una donna africana rimane gravemente ustionata. Muore dopo tre giorni di agonia. Il suo nome non si è mai saputo, invisibile anche dopo la morte. Il 12 giugno 2020 muore Ben Ali Mohamed, detto Bayfall, 37 anni del Senegal. Era l’ultimo morto prima di quelli della scorsa notte. Ma gli incendi non si sono fermati. Quattro negli ultimi cinque mesi: quattro baracche distrutte il 10 settembre, dieci l’1 ottobre, sei il 26 ottobre, quattro il 4 dicembre. Nessun ferito, soprattutto grazie al rapido intervento dei vigili del fuoco che, dopo i precedenti drammatici, hanno un presidio nell’area del ghetto.

Ma i drammi nel Foggiano non ci sono stati solo a Borgo Mezzanone. Il 9 dicembre 2016 un ragazzo di 20 anni, Ivan Miecoganuchev era morto in un incendio della sua baracca nel cosiddetto “Ghetto dei Bulgari”, in località Pescia. Nel “Gran ghetto” sorto nelle campagne tra San Severo e Rignano Garganico in località Torretta Antonacci, il 3 marzo 2017 sono morti bruciati due migranti di 33 e 36 anni entrambi originari del Mali, Mamadou Konate e Nouhou Doumbia. Il 17 dicembre 2021 nel rogo della loro baracca nel ghetto di Stornara, muoiono i fratellini rom bulgari Christian, 4 anni, e Birka, 2 anni.

L’ultimo dramma il 27 giugno 2022, nuovamente a Torretta Antonacci dove muore nel rogo della sua baracca Joof Yusupha, 35 anni del Gambia, bracciante finito a vivere in due metri per due di lamiere dopo aver perso il permesso di soggiorno a causa del cosiddetto “decreto sicurezza”. Sul bordo in cemento della baracca a fianco della sua un amico aveva inciso la frase “Is good to be happy”, “E’ bello essere felici”.

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