lunedì 18 dicembre 2017
Il sindaco emana un'ordinanza che proibisce di «bivaccare» e chiedere l'elemosina. I volontari del Gruppo colazioni allontanati dal porticati di S.Francesco. Sequestrati i cartoni degli homeless
Portano cibo e bevande calde ai senza tetto: il Comune li «diffida»
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«Vietato distribuire le colazioni ai senza tetto». Questo, in sintesi, quanto è accaduto lunedì mattina, a Como, al gruppo di volontari che, da sette anni, alle prime ore del giorno, porta generi di conforto (bevande calde, pane, brioche donate da alcuni fornai e pasticceri della città) a chi dorme per strada. «Vietato distribuire le colazioni ai senza tetto» perché è un’azione «contraria alla nuova ordinanza del sindaco Mario Landriscina per la tutela della vivibilità e il decoro del centro urbano», scrive il “Gruppo Colazioni” in una lettera aperta.

Dallo scorso fine settimana, infatti, a Como, per un periodo di 45 giorni (in corrispondenza del periodo natalizio, che vede affluire in città moltissime persone), nella ZTL del centro storico e nelle vie limitrofe, compresi i portici della Basilica del Santissimo Crocifisso e quelli della ex chiesa di San Francesco, vige il provvedimento che vieta «di bivaccare e di mendicare (in forma statica o dinamica)». Per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative fino a 300 euro, oltre alla confisca «dei mezzi utilizzati per commettere la violazione», si legge nell’ordinanza.

Nella giornata di domenica la Polizia Locale «ha redatto una decina di verbali e sequestrato sei fra cappelli e cartoni utilizzati dai questuanti per chiedere l’elemosina», informano dal Comune. La distribuzione delle colazioni, invece, rientra nella categoria del «bivacco». Domenica mattina i volontari avevano raggiunto i senza tetto presenti sotto il porticato di San Francesco, da cui sono poi stati allontanati.

«A continuare a mandare via i poveri non si elimina la povertà, la si amplifica, la si fa diventare un nemico da combattere – riflettono i volontari del “Gruppo Colazioni” che nel frattempo, con l’aiuto di una parrocchia della città, hanno trovato un’alternativa –. Vorremmo che il Natale fosse occasione per la ricerca di un’umanità più dignitosa». «Gesù è venuto in mezzo noi povero e profugo – aggiunge il direttore di Caritas Como Roberto Bernasconi –: ricordando questo invitiamo il sindaco a fare un passo indietro».

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