giovedì 15 aprile 2021
La portavoce storica dei Verdi: troppa ambiguità sul "genere" e sull'"identità di genere", così si rischia che queste categorie vengano applicate dai giudici con discrezionalità
Luana Zanella

Luana Zanella - foto inviata da Luana Zanella

COMMENTA E CONDIVIDI

Dopo l’approvazione alla Camera nel novembre 2020, il disegno di legge Zan potrebbe iniziare l’iter di approvazione al Senato la settimana prossima. La commissione Giustizia di Palazzo Madama tornerà infatti martedì 20 sulle proposte di legge in materia di omofobia. L’altroieri la presidente Elisabetta Casellati ha dato mandato agli uffici di riassegnare alla seconda commissione, in sede referente, i 4 testi che andranno uniti al ddl Zan. Nella prima riunione della prossima settimana, perciò, dovrebbe esserci il voto per calendarizzare il testo, una richiesta arrivata da M5s, Pd, Leu e Iv. Ieri il segretario dem, che ha incontrato il primo firmatario del ddl Alessandro Zan, è tornato sulla necessità di approvare la legge. «L’ho incoraggiato e gli ho confermato il nostro impegno perché diventi legge il ddl – ha twittato Letta –. Perché ci si può occupare sia di riaperture che di diritti. E se si fanno bene entrambe le cose, la società sarà migliore. No al benaltrismo ». E a lui sono arrivati i ringraziamenti del deputato dem «per aver confermato ancora l’impegno del Pd per una legge che tutela dimensioni personali di ciascun individuo da insopportabili crimini d’odio e discriminazioni». (r.r.)

Si apre ancora una crepa nel fronte trasversale che sostiene la 'legge Zan'. Dopo le femministe, dopo l’attivista omosessuale Paola Concia – le cui voci sono state registrate nei giorni scorsi su queste pagine – a farsi avanti è Luana Zanella, già portavoce storica dei Verdi, due volte deputata dal 2001 al 2008 e oggi nell’esecutivo nazionale del partito ambientalista (che non ha una presenza al Senato, ma conta su quattro rappresentanti alla Camera, nel Gruppo misto). Ad Avvenire anticipa i contenuti di una lettera aperta inviata alla commissione Giustizia del Senato, che sta esaminando il testo della proposta di legge contro le discriminazioni fondate sul «sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere». «Questo disegno di legge è frutto di una mediazione che ha portato a un testo non buono e che va migliorato. Per paura di essere tacciati di omofobia o transfobia, i malcontenti non si sono fatti avanti. Ma finalmente si è aperta anche a sinistra una finestra di discussione».

Luana Zanella, cosa contestano i Verdi di questo disegno di legge?

La prima obiezione riguarda già l’articolo 1. Quando si stabilisce che sono punibili le condotte discriminatorie fon- date tra l’altro sul 'genere' e sulla 'identità di genere', non si rispettano i requisiti di determinatezza e tassatività richiesti per nuove fattispecie penali. Si tratta di termini oggetto di dibattito culturale, politico, giuridico e soggetti a interpretazione controverse.

Quale pericolo intravede?

Che queste categorie possano venire applicate dal giudice in modo disomogeneo ed arbitrario.

All’interno dell’esecutivo dei Verdi quali altre osservazioni sono emerse?

Appoggiamo le richieste di modifica che ci sono state sottoposte da Arcilesbica: in particolare, si chiede di usare termini chiari e inequivocabili per evitare il conflitto tra i diritti delle donne e quelli delle persone transessuali. In pratica: occorre sostituire il termine 'genere', che nel senso comune viene usato anche per intendere il sesso oppure le donne, con 'stereotipi di genere' e 'identità di genere' con 'transessualità', parola che difende pienamente i diritti delle persone transessuali senza confliggere con quelli delle donne. Come spiega bene Arcilesbica, se non si vuole procedere in questo senso è perché ci sono delle pregiudiziali ideologiche di alcune associazioni trans: più che il desiderio di proteggere le persone si vuole spianare la strada all’auto-identificazione come uomo e donna.

Pensa che le istanze dei Verdi saranno prese in esame?

Io mi auguro che ci sia un confronto libero e sereno, in cui esprimendo le proprie perplessità non si venga tacciati di omotransfobia. O in cui dichiarandosi contrari all’utero in affitto non si sia accusati di essere transescludenti. Io sono sempre stata nel centrosinistra e non esiste che su queste tematiche ci siano differenze irriducibili. Le divergenze non si devono più nascondere ma vanno affrontate con coraggio e determinazione. Ne va delle conquiste delle donne e dell’affermazione delle differenze sessuali, della valorizzazione delle differenze e delle mutazioni antropologiche.

Certo, fanno più rumore le posizioni a favore della legge Zan espresse da personaggi del mondo dello spettacolo come Fedez.

Questa grancassa mediatica ha generato una adesione con gli stessi meccanismi populisti, viscerali e ideologici che la sinistra tanto condanna.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI