venerdì 30 settembre 2022
La vicepresidente: mi promise la staffetta. Il governatore: non è vero. Dopo il duro faccia a faccia tra Meloni e Salvini sul governo ora si incendia il fronte lombardo
Letizia Moratti con Attilio Fontana

Letizia Moratti con Attilio Fontana - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Letizia Moratti è pronta a scendere in campo alle Regionali 2023 anche da sola, come già detto ad Avvenire, con il centrodestra o alla testa di una sua lista civica (poi allargata magari al Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda e a chi vorrà aprire un laboratorio politico con lei) se tutto l’asse Meloni-Berlusconi-Lupi-Salvini non la candideranno l’anno prossimo alla presidenza di Regione Lombardia.

«Io sono in campo con una rete civica ma coerentemente aspetto una decisione da parte della intera coalizione del centrodestra», ha ribadito giovedì sera la vicepresidente intervistata su Rai3 da Marco Damilano. Una sortita che ha mandato su tutte le furie il governatore Attilio Fontana, ad oggi candidato ufficialmente dalla sola Lega: «O sta con noi o contro di noi», paventando l’idea di richiesta di dimissioni da parte del Carroccio. Il Carroccio ora forza la mano: se saltasse la candidatura di Fontana in Lombardia a rischio ci sarebbe la formazione del nuovo governo di centrodestra.

«Ho detto in maniera leale e coerente che aspetto una decisione dal centrodestra che penso debba essere definitiva, naturalmente dopo la formazione dell’esecutivo», ha ribadito Moratti ma «ho lavorato anche a una rete civica che ho costruito, ascoltando diversi mondi dall’industria al terzo settore, per costruire un programma». A Letizia Moratti, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini pare le avessero promesso la candidatura quando a gennaio 2021 la chiamarono in Regione per rimettere in piedi la Sanità lombarda (qualche anno prima riformata dal leghista Roberto Maroni) messa in ginocchio dal Covid-19. «Sono stata chiamata dal presidente Fontana in un momento difficile e ho accettato per responsabilità e amore per la mia regione, con l’impegno parallelo di un passaggio di testimone a fine legislatura», ha detto ancora Moratti, facendo capire che in quel momento anche il governatore Fontana, allora coinvolto in alcune indagine della magistratura sulla gestione del Covid-19, ma poi superate senza nessun effetto, era possibilista una corsa della sua vice a Palazzo Lombardia.


«Contrariamente a quanto da lei affermato, non ho mai promesso a nessuno un passaggio di testimone al termine del mio mandato – ha replicato Fontana –. È una prerogativa dei partiti, allora come oggi. Non era né allora né oggi nella mia disponibilità». E ancora: «A questo punto sono io a chiedere un chiarimento netto e definitivo, già dalle prossime ore, a Letizia Moratti: perché una cosa è far politica, un’altra giocare sull’onorabilità delle persone e amministrare senza sapere da che parte si voglia stare: con noi o contro di noi».

«Ho lavorato e lavoro coerentemente a quell’impegno ma coerentemente a quelle indicazioni ho costruito anche una rete civica – ha detto ancora Moratti –. La mia non è un’autocandidatura ma una disponibilità, è diverso». C’è stato «chi me lo ha chiesto ma per riservatezza istituzionale, finché il centrodestra non chiarirà la sua posizione non dirò chi». Per Moratti sabato potrebbe arrivare, dopo l’endorsement di Carlo Calenda, anche quello di Matteo Renzi, che sarà a Milano a consolidare politicamente il Terzo Polo, dove in città è andato in doppia cifra con punte del 30% in centro. Nel centrodestra Moratti ha fra i suoi tanti ammiratori la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, con cui la vicepresidente ha un rapporto di stima reciproca e di fiducia. Un incarico ministeriale? «Sarei onorata ma non accetterei. Penso di poter dare un maggior valore aggiunto qui nella mia regione – ha precisato ancora la “dottoressa” – . Spero di poter contribuire a un posizionamento della mia regione, che è anche motore del Paese dal punto di vista economico e di innovazione. Aiutare la Lombardia vuol dire servire il Paese e credo da parte mia sia più corrente continuare».

«Avanti con Fontana», ha tuonato il coordinatore regionale della Lega Fabrizio Cecchetti paventando ancora la richiesta di dimissioni del Carroccio per la vicepresidente . Ora però bisognerà capire le intenzioni di Matteo Salvini anche se dopo il voto le condizioni sono cambiate: Fdi ha preso il doppio dei voti della Lega in Lombardia, cioè significa che le “carte” per la partita delle Regionali non le darà solo il capo del Carroccio. Ovviamente lo scontro Moratti Fontana va letto anche alla luce della formazione del governo: gli accordi per le regionali, come le prossime nel Lazio, saranno presi considerando gli equilibri politici trovati per l'esecutivo, sempre che Salvini non strappi.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: