venerdì 21 febbraio 2014
​Il procuratore Antonio Caruso: «È odioso fare raffronti con 20 anni fa e con Mani Pulite, ma oggi è liquida, diffusa ovunque e difficile da recuperare». E cita Papa Francesco: «Per il peccato esiste il perdono, per la corruzione no. Questa ha bisogno, prima di tutto, di essere curata»  (Nello Scavo)
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La corruzione «è più diffusa» oggi che ai tempi di Tangentopoli. Ne è convinto il procuratore regionale della Corte dei Conti della Lombardia, Antonio Caruso, che lo ha sottolineato ai giornalisti a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Secondo il magistrato contabile, «è odioso fare raffronti con 20 anni fa e con Mani Pulite, ma oggi la corruzione è liquida, diffusa ovunque e difficile da recuperare». Per questo la procura della Corte dei Conti lombarda «si sta impegnando molto nella lotta alla corruzione», che ormai «ha raggiunto tutti i gangli della pubblica amministrazione» e proprio per questo rappresenta «il cuore» dell'attività della magistratura contabile. Basti pensare che, in base al recente rapporto dell'Autorità nazionale anticorruzione, al 30 novembre 2013, ossia ad un anno dall'entrata in vigore della legge anticorruzione, solo il 41% dei Comuni lombardi (ossia 626 su 1544) ha nominato il responsabile della prevenzione della corruzione, figura che costituisce il perno fondamentale del nuovo assetto normativo in termini di prerogative e di conseguenti responsabilità (anche dinanzi alla Corte dei Conti). La media nazionale è ancora più bassa:34%. «La gestione non attenta e corretta delle risorse finanziarie pubbliche, determinando quelli che vengono comunemente chiamati “sprechi”, costituisce - ha insistito il presidente dei giudici contabili della Lombardia, Claudio Galtieri - il terreno favorevole per patologie ben più gravi, perché dalle disutilità e quindi dai maggiori costi per le strutture pubbliche, Amministrazioni pubbliche in senso stretto e società da queste partecipate, si possono trarre le risorse che alimentano dazioni illecite. La rilevazione ed il contrasto della cattiva gestione, che rientrano tra i compiti primari della Corte dei conti, costituiscono, quindi, uno strumento fondamentale per la lotta alla corruzione».

«In tema di etica e di corruzione non posso non citare Ie illuminanti parole di Papa Francesco - ha detto sorprendendo tutti il procuratore capo Antonio Caruso -. Per il peccato esiste il perdono, per la corruzione no. Questa ha bisogno, prima di tutto, di essere curata» (Jorge Mario Bergoglio in "Guarire dalla corruzione", edito da Emi). E «la cura non può non partire dal comparto dell'Istruzione pubblica, trattandosi di una delle missioni fondamentali della Repubblica, sia dal punto di vista finalistico sia in termini dimensionali, nell' ambito dell' organizzazione amministrativa». Una delle ripercussioni del lavoro degli investigatori contabili riguarda la Sanità. E ieri si è appreso che la procura della Corte dei Conti lombarda ha «aperto un fascicolo» sul caso Stamina. A renderlo noto è stato lo stesso procuratore della Corte dei Conti della Lombardia, Antonio Caruso, a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Il procuratore ha spiegato: «Siamo ancora all'inizio e abbiamo fatto delle richieste istruttorie. Attendiamo risposte» dagli Spedali Civili di Brescia e dalla Regione Lombardia. «Vogliamo capire il fenomeno - ha concluso Caruso - che ha contorni incerti».

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