martedì 29 novembre 2022
La Legge di bilancio per il 2023 prevede maggiorazioni del 50% per i figli fino a 1 anno e per quelli da 1 a 3 anni nelle famiglie numerose
Un reparto di neonatologia

Un reparto di neonatologia - Imagoeconomica

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Una delle principali novità tra le misure dedicate alle famiglie con figli riguarda l’Assegno unico. La manovra per il 2023 presentata dal governo, ha introdotto un aumento del 50% dell’importo degli assegni per tutti i figli con meno di 12 mesi e per quelli da uno a tre anni nelle famiglie con almeno 3 figli. La novità, se non interverranno modifiche prima dell'approvazione della legge di bilancio, costa circa 650 milioni e interesserà in tutto quasi 520.000 bambini sotto i tre anni: 369mila con meno di 12 mesi e 150mila under-3 in famiglie numerose.

Ma di quanto aumenterà l’assegno? Il premio per i piccoli fino a 12 mesi - che riguarderà in parte, anche chi è nato nel 2022 - sarà di 87,5 euro in più per le dichiarazioni Isee sotto i 15.000 euro e calerà fino al minimo di 25 euro in più dai 40.000 Isee in poi. Dunque, per gli Isee più bassi l’assegno sarà di 262,5 euro al mese, per un totale di 3.150 euro l’anno (l'aumento è di ben 1.050 euro), mentre per gli Isee più alti la quota universale passerà da 50 a 75 euro, per 900 euro a figlio l’anno (e 300 euro in più). Tra l’assegno massimo di 262,5 euro e quello minimo di 75 euro l’importo decresce progressivamente.

La tabella di seguito mostra alcune fasce di reddito e i relativi importi (le cifre sono in euro).

Le cifre sono le stesse per i figli tra uno e tre anni che hanno almeno due altri fratelli o sorelle, l’unica differenza è che in questo caso l’aumento del 50% non sarà riconosciuto per gli Isee superiori a 40.000 euro.

L’intervento che incrementa considerevolmente gli importi nel primo anno di vita dei figli, o nei primi tre anni nei casi dei nuclei numerosi con bambini piccoli, si presenta come un investimento deciso sui nuovi nati, quasi un bonus bebè per incentivare le nascite, e va nella direzione di premiare soprattutto le famiglie con dichiarazioni basse, per le quali si arrivano a dare più di 3.000 euro in un anno per un figlio, accentuando la progressività dell'assegno e attenuandone ulteriormente l’universalità.

La ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, nell'intervista rilasciata ad Avvenire ha spiegato che le misure prese in favore delle famiglie rappresentano "solo un inizio", ma già esprimono una direzione politica, e che in prospettiva l'Assegno unico sarà rivisto strutturalmente.

Dal marzo 2023, inoltre, tutti gli importi dell'Assegno unico saranno adeguati all'inflazione come previsto dalla legge delega.

L’altra misura che interviene sull’Assegno unico riguarda ampliamenti e maggiorazioni per i figli disabili. In realtà non cambia nulla, perché si tratta della conferma di quanto già previsto nel 2022, ma che ora il governo ha reso strutturale stanziando 175 milioni per il 2023 e importi a crescere negli anni successivi. Si tratta del riconoscimento dell’assegno a tutti i figli disabili a carico anche oltre la maggiore età, e della conferma che le maggiorazioni previste in base alla disabilità sono attribuite fino a 21 anni e non solo ai minorenni.

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