Il suggestivo borgo di Manarola - Giuseppe Matarazzo
«Il Rio, che giù dalla valle precipitando al mare, percorre il paese, era bordeggiato allora, più che da case, da orride spelonche dalle quali pioveva nel Rio ogni sorta di sozzura. (...) Non una bottega; non un abitante, che alla nostra vista non si rintanasse. Enoi, tra quelle nere e sozze tane, tra quel precipizio di volte e di scale puzzolenti, scendemmo dalla stretta gola dello scalo, alla marina. E là si ebbe il risveglio il più voluttuoso di tutti i nostri sensi. La nostra vista, uscita dalle tenebre, spaziò negli infiniti azzurri di quelle profondità smeraldine. L’olfatto si inebriò di quel salso e penetrante odore marino. L’udito gioì del suono solenne dell’onda vittoriosa, che, col suo movimento ritmico, flagellava indomita le rocce dirupate e strappava di bocca al Rio, che ci si precipitava, le umane immondizie, purificandole e sperdendole nell’infinito suo seno eternamente sano e pulito. Calmato il nostro entusiasmo, era forza pensare al ritorno;e allora, sotto lo stesso torrido sole, si imprese l’ascensione del Santuario di Montenero, e di là a Biassa; poi per le fresche valli d’ulivi, ritornammo a Spezia».
La finestra sul mare dal museo del vino di Capellini - Giuseppe Matarazzo
Così, nel 1860, il pittore macchiaiolo Telemaco Signorini raccontava il suo primo incontro con Riomaggiore (il testo è tratto dal volume di Signorini, Riomaggiore, edito dalla Società Tipografica Fiorentina, 1909). In seguito l’artista sarebbe tornato altre volte, innamorandosi di questa terra, a cui ha dedicato diversi quadri, uno custodito agli Uffizi. Oggi Riomaggiore è una perla del turismo italiano, simbolo delle Cinque Terre, attraversata ogni anno da 4 milioni di visitatori, non certo con i tempi e lo spirito di Signorini. Un flusso continuo di viaggiatori arriva qui per le case colorate, il mare, un paesaggio mozzafiato e scattare un immancabile selfie sulla Via dell’Amore. Un turismo per lo più mordi e fuggi, da social e cartolina, che porta ricchezza certo, ma con molti “ma”. Riomaggiore è una delle mete afflitte dall’overtourism: un modo di viaggiare che ha un impatto negativo sulla vivibilità della comunità residente e che mina la sopravvivenza ambientale, culturale e sociale del territorio. Da qui la sfida della sindaca, Fabrizia Pecunia, di un riposizionamento della destinazione: da meta romantica, di sole e di mare, a luogo di esperienze uniche, di risorse culturali e di tradizioni, di un patrimonio naturale da scoprire con lentezza, a piedi. «Perché Riomaggiore - dice la prima cittadina - è un borgo di terra, non di mare. Noi siamo agricoltori, non pescatori». Ebasta dare le spalle al mare per capire il giacimento di terra che c’è a Riomaggiore, con i borghi di Manarola, Groppo e Volastra.
I vigneti sul mare lungo il sentiero Donega, fra Manarola e Volastra - Giuseppe Matarazzo
Le caratteristiche colline terrazzate con i muri a secco per custodire viti che, dopo decenni di abbandono, ora si cerca faticosamente di recuperare grazie anche all’impegno della Fondazione Manarola Cinqueterre, nata nel 2014 fra gli stessi cittadini (interessante lo sviluppo del progetto europeo Stonewalls4life). Un percorso che salvaguarda e valorizza le produzioni della Doc Cinque Terre e della chicca “dolce-salata” del passito Sciacchetrà. Tutto questo si può toccare con mano lungo il sentiero Donega, appena riqualificato (lo abbiamo percorso in anteprima), che collega Manarola a Volastra. Scalando i ripidi gradini ci si addentra fra agrumeti e filari di viti “sdraiate” - secondo quella tradizione millenaria di queste terre dove si vendemmia in ginocchio -, raggiungendo prima la chiesetta di Nostra Signora della Salute e poi il Museo del vino di Capellini.
Alcuni dei sentieri che partono da Riomaggiore - Giuseppe Matarazzo
La Riomaggiore di terra, da vivere lungo strade “alternative”, ben oltre la via dell’Amore, sospesa sul mare (che riaprirà nella sua interezza in estate, dopo i lavori in seguito alla frana del 2012, con ingressi contingentati e comprensivi della visita al Castello). Come il sentiero Via Grande 593 che conduce, lungo strade di pietra, dal centro di Riomaggiore al Santuario della Madonna di Montenero, simbolo della fede e della devozione di questo popolo: da qui, sotto una «stella benefica» si può ammirare un orizzonte sconfinato; da qui, si affacciò Telemaco Signorini e, nonostante ogni «sorta di sozzura», si lasciò rapire dalla bellezza di un posto capace di generare «il risveglio il più voluttuoso di tutti i sensi».
Riomaggiore, il primo tratto della Via dell'Amore - Giuseppe Matarazzo
Le Cinque Terre per i cinque sensi. Da ri-scoprire e risvegliare, con lo stile dei viaggiatori d’altri tempi. Fuori dalle logiche del turismo di massa e dell’esibizionismo da social, ma da camminatori che sanno mettere al centro la sostenibilità e la cultura. «Siamo alla prova del nove - continua, determinata, Pecunia -. Con l’apertura definitiva, la prossima estate, della Via dell’Amore dovremo gestire, ancora di più di quanto fatto finora, la crescente presenza di turisti: le nostre stazioni, le strade di Riomaggiore e Manarola non possono accogliere un numero illimitato di persone. Dobbiamo intervenire collettivamente e congiuntamente per distribuire i visitatori sul territorio, programmando gli arrivi e i soggiorni, e offrendo più opportunità di conoscenza ed esperienza. Abbiamo già cominciato con un calendario di eventi culturali annuale, come la rassegna “Castello di parole” e la prenotazione di visite guidate a piccoli gruppi per l’apertura del primo tratto della Via dell’Amore. Questa è la direzione da prendere: lo slogan che abbiamo lanciato, #Riomaggiorefacultura, deve diventare un mantra se vogliamo garantire un futuro diverso e sostenibile a questa comunità». Ea una terra che già nel 1860 conquistava tutti i sensi di un grande artista.
La mappa
Riomaggiore, poco più di 1.300 abitanti, è uno dei comuni del Parco delle Cinque Terre, in Liguria. Il modo migliore per arrivare è in treno. Dal 16 marzo (fino al 3 novembre) è attivo il collegamento 5 Terre Express, un servizio di treni aggiuntivo ai regionali sulla tratta Levanto - La Spezia che ferma in tutti i borghi delle Cinque Terre (biglietti da 5 a 10 euro a singola tratta). Per risparmiare e avere più libertà di movimento si consiglia l’acquisto della Cinque Terre Card. Per dormire ci sono piccole strutture alberghiere, come Villa Argentina, e una ospitalità diffusa. Per mangiare, il top è il Rio Bistrot, con una cucina di terra e di mare, un’ottima lista dei vini e una suggestiva terrazza sul porticciolo.