sabato 18 novembre 2017
Di oggi la nota della Sala Stampa Vaticana: "In considerazione di nuovi elementi recentemente emersi, è in corso una nuova indagine che faccia piena luce su quanto realmente accaduto"
(Fotogramma d'archivio)

(Fotogramma d'archivio)

COMMENTA E CONDIVIDI

In merito alla vicenda che vede coinvolto un ex alunno del Preseminario “San Pio X”, successivamente ordinato sacerdote, la Sala Stampa della Santa Sede ha precisato oggi 18 novembre che "a seguito di alcune segnalazioni, anonime e non, a partire dal 2013 furono compiute, a più riprese, delle indagini sia da parte dei Superiori del Preseminario sia da parte del Vescovo di Como, atteso che la Comunità degli educatori appartiene alla sua Diocesi. I fatti denunciati, che risalivano agli anni precedenti e che avrebbero coinvolto alunni coetanei tra loro, alcuni dei quali non più presenti nell’Istituto al momento degli accertamenti, non trovarono adeguata conferma. In considerazione di nuovi elementi recentemente emersi, è in corso una nuova indagine che faccia piena luce su quanto realmente accaduto".

Qui sotto la precedente ricostruzione di Avvenire della vicenda.

«Chierichetti del Papa», accuse e smentite

Il nuovo presunto scandalo delle molestie sessuali in Vaticano è scoppiato dopo il servizio trasmesso dalle Iene andata in onda domenica 12 novembre. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke aveva replicato con un tweet: «Falsità sui chierichetti in Vaticano: il Papa non ha mai ricevuto presunta vittima, né alcun testimone». Dall’altra parte la nota della diocesi di Como, aveva ricordato come le accuse nei confronti del seminarista presunto molestatore, ora sacerdote, fossero «già state oggetto di accertamento da parte delle competenti sedi ecclesiastiche» ed evidentemente ritenute infondate.

Il tutto era nato da alcune 'rivelazioni' contenute nell’ultimo libro del giornalista Gianluigi Nuzzi, secondo cui vi sarebbero stati casi di abusi sessuali tra i cosiddetti 'chierichetti del Papa', cioè tra quei ministranti che studiano nel Preseminario 'San Pio X' (ospitato in Vaticano), i quali servono a Messa durante le celebrazioni del Pontefice. A rincarare la dose era arrivato poi un servizio de Le Iene, trasmesso domenica sera, in cui la vicenda viene ripercorsa attraverso il racconto di un sedicente testimone (il polacco Kamil Tadeusz Jarzembowski) e della presunta vittima (di cui non si svela però l’identità).

Quest’ultimo aveva raccontato le ripetute violenze subite a partire da quando aveva 13 anni e fino ai 18 e puntava il dito contro un compagno più grande, all’epoca seminarista («che godeva della fiducia del rettore», ragion per cui incuteva timore nei più piccoli, il che sarebbe stato anche il motivo della mancata denuncia), oggi sacerdote. Anche del presunto molestatore non si fa il nome, ma si offrono le coordinate per individuarlo, dicendo che appartiene all’Opera don Folci e che svolge il suo ministero nella diocesi di Como. E infatti, la 'Iena' Gaetano Pegoraro lo raggiunge e, pur non mostrandone il volto, cerca inutilmente di intervistarlo.

Altre smentite sono arrivate dal rettore del San Pio X dell’epoca, monsignor Enrico Radice («sono tutte falsità»), oggi anch’egli impegnato in altri incarichi, mentre si è trincerato sostanzialmente in un no comment e in una frase sibillina («aiutateli quei ragazzi ») il padre spirituale al quale il testimone Kamil afferma di aver raccontato la vicenda e che in seguito a questo, secondo Le Iene, sarebbe stato allontanato dal Preseminario. Nuzzi in un tweet aveva a sua volta aggiunto che il Papa avrebbe incontrato testimone e vittima. Prontamente smentito da Burke. Ed è proprio questa smentita, su un particolare di non poco rilievo della storia, che non può non far interrogare sul livello di credibilità dell’intera vicenda. Per la stessa ragione è importante anche la nota della diocesi di Como, dove si legge: «La Diocesi, in base agli elementi in suo possesso, si attiene alla correttezza dell’iter di valutazione dell’idoneità al sacerdozio del suddetto seminarista, il quale ha compiuto a Roma il proprio percorso formativo, valutato positivamente dalle autorità a questo preposte.

Le accuse mosse erano già state oggetto di accertamento da parte delle competenti sedi ecclesiastiche: i Superiori canonici hanno osservato e valutato la persona e la sua condotta. Il Vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, preso atto dell’esito di predetta indagine, di tutte le valutazioni sulla personalità e sul cammino vocazionale del seminarista e, dopo aver ritualmente compiuto quanto di propria spettanza, ha ordinato presbitero questo giovane».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI