lunedì 14 gennaio 2019
L'aereo dalla Bolivia, dove è stato fermato, è atterrato a Ciampino alle 11.30. Se estradato dal Brasile, la pena sarebbe stata di 30 anni. Polemiche sulla passerella mediatica di Salvini e Bonafede
Cesare Battisti è arrivato in Italia dove sconterà l'ergastolo
COMMENTA E CONDIVIDI

È atterrato all'aeroporto di Ciampino alle 11.30 l'aereo che ha riportato in Italia il latitante Cesare Battisti arrestato in Bolivia. Ad attenderlo c'erano il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e quello della Giustizia, Alfonso Bonafede. Subito dopo aver toccato terra, il leader dei Proletari armati per il Comunismo, che in Italia è stato condannato all'ergastolo per quattro omicidi compiuti tra il 1978 e il 1979 e non si è mai pentito, sarà portato nel carcere di Oristano in Sardegna. Funzionari della Polizia di Stato gli hanno notificato in una saletta dell'aeroporto di Ciampino i provvedimenti restrittivi a suo carico emessi da tribunali italiani e diventati definitivi. A procedure ultimate, l'ex terrorista è stato fatto salire su un'auto della Polizia preceduta e seguita da altre vetture di servizio e "civetta", negli uffici della Polizia di via Pasini, zona Tor Sapienza. Lì l'ex latitante viene ora sottoposto alle procedure di fotosegnalamento, con rilevazione delle impronte digitali e immagini attuali del suo volto.

«Ora so che andrò in prigione», ha detto Cesare Battisti parlando con i funzionari dell'Antiterrorismo che lo hanno accolto in una delle sale della sede del 31° Stormo dell'Aeronautica a Ciampino. L'ex terrorista è apparso rassegnato ed ha ringraziato per come
è stato trattato e per i vestiti più pesanti fornitigli in aereo. All'arrivo a Fiumicino c'erano i ministri dell'Intento Matteo Salvini e della Giustizia Alfonso Bonafede. «Mi piace dire che è il risultato di un intero Paese, un risultato storico: quando le istituzioni italiane sono compatte non ci ferma nessuno. Oggi l'Italia va a a testa alta», ha detto a Ciampino poco dopo l'arrivo di Cesare Battisti il ministro della Giustizia. «Parliamo di un pluriomicida che si è macchiato di reati gravissimi - ha detto - e con la sua fuga ha offeso il Paese. Il momento in cui la giustizia farà il suo corso è quando varcherà la porta del carcere».

Per il ministro Matteo Salvini «l'arresto di Cesare Battisti non è un punto d'arrivo ma un punto partenza. Sono sicuro che le forze dell'ordine, con i servizi d'intelligence, potranno riassicurare alle galere altre decine di delinquenti, vigliacchi e assassini che sono in giro per il mondo a godersi la vita». Poi ha aggiunto: «Sono tanti, troppi i terroristi in circolazione ancora a piede libero» e vivono anche «nella vicina Francia, quel paese che ci dà lezioni di morale, accoglienza, solidarietà, generosità». Ecco perché, aggiunge Salvini, «è arrivato il momento di scrivere al presidente francese: i terroristi che hanno ammazzato in Italia la smettano di andare liberi a bersi champagne in giro per la Francia o anche in «altri paesi sudamericani o in giro per il mondo».

Poi alza - durante la consueta diretta Facebook - alza i toni: «C'è ancora qualche cretino che dice "beh però ha ammazzato per motivi politici, è passato tanto tempo, il carcere è disumano, l'ergastolo non è rispettoso dei diritti umani", come se questo qua quando ammazzava pensava ai diritti umani, dei morti e dei parenti. Marcirà in galera. Qualche giornale - aggiunge Salvini - oggi scrive che un ministro non può dire marcirà in galera. E invece sì, marcirà in galera e, anzi, lo farà troppo tardi. È un assassino, delinquente, infame, vigliacco che non ha mai chiesto scusa e non ha mai ammesso colpe. Si è goduto decenni in giro per il mondo sghignazzando qua e là. E anche oggi quando è sceso dall'aereo mi sembrava fosse sghignazzante».

Immediate le accuse di strumentalizzazione propagandistica. A partire da il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani in un tweet: «Battisti deve essere accolto nelle patrie galere, non da un codazzo di politici. Ritengo incomprensibile e disdicevole l'accoglienza riservata a un ergastolano pluriomicida con la presenza di due ministri all'aeroporto di Ciampino». Il governo, aggiunge poi, dovrebbe piuttosto «preoccuparsi di fargli scontare la pena fino all'ultimo giorno. Senza distogliere l'attenzione dagli altri problemi che colpiscono il Paese e senza fare propaganda». Sarcastico il deputato dem Luciano Nobili: «È giusto che il Ministro dell'Interno sia a Ciampino ad accogliere un criminale che torna in Italia per scontare la sua pena. Quando invece ai 49 milioni rubati dalla Lega agli italiani torneranno dal Lussemburgo spero che ad accoglierli ci sia il Ministro dell'Economia».

BIOGRAFIA Ecco chi è Cesare Battisti di Vincenzo R. Spagnolo

Battisti è stato catturato in Bolivia sabato pomeriggio. Passeggiava da solo per le strade di Santa Cruz della Sierra, quando è stato intercettato dagli agenti dell'Interpol che lo hanno arrestato senza che opponesse resistenza. Nel giro di poche ore è stato consegnato alle autorità italiane e imbarcato a bordo di un Falcon dell'aeronautica militare appositamente inviato dall'Italia. Il volo è partito direttamente da Santa Cruz diretto a Roma: non è passato dal Brasile nonostante il presidente Jair Bolsonaro, che avrebbe voluto capitalizzare il successo sul piano mediatico, avesse preannunciato una tappa nel gigante sudamericano: evidentemente si è voluto evitare un passaggio che avrebbe potuto nascondere qualche insidia burocratica innescata dagli avvocati di Battisti. Il ministro Enzo Moavero Milanesi ha ringraziato per la collaborazione le autorità boliviane e quelle brasiliane.

In Italia Battisti sconterà l'ergastolo: non sarebbe stato così invece se fosse stato estradato dal Brasile, visto che un accordo con le autorità italiane firmato in passato prevedeva di commutare l'ergastolo in una pena a 30 anni di reclusione.

CRONOLOGIA Le tappe di una lunga latitanza di Vincenzo R. Spagnolo

Gli agenti italiani erano da una settimana a Santa Cruz, la seconda città boliviana, a circa 800 chilometri a est di La Paz, ed avevano circoscritto la loro attenzione su una serie di indirizzi. Quando hanno creduto di aver individuato l'ex terrorista, hanno cominciato a tenerlo sotto controllo e ad eseguire tutta una serie di verifiche tecniche (comparazioni di immagini, confronti fotografici, osservazioni dirette) per avere la certezza dell'identificazione. Una volta fugato qualsiasi dubbio, è scattato il fermo ad opera della polizia boliviana: Battisti è stato intercettato in strada. C'è anche un video che lo ritrae pochi minuti prima del fermo, maglietta con le maniche corte, occhiali scuri, barba e baffi per camuffarsi, camminava tra i negozietti con passo spedito. A tradirlo i contati su Facebook.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: