venerdì 2 luglio 2010
Una ricerca scientifica italo-americana, condotta su oltre mille individui anzianissimi, ha scoperto la "firma genetica" delle persone destinate a superare la soglia del secolo di vita. Lo studio rappresenta un passo ulteriore verso la medicina preventiva: potrebbe essere utile per lo screening di numerose malattie e per la presonalizzazione dei trattamenti farmacologici.
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Che cos’hanno in comune il soprano Magda Olivero, il Premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini, l’«archistar» Oscar Niemeyer, lo scrittore e critico d’arte Gillo Dorfles? L’aver superato la boa dei cento anni d’età, nei loro casi portati con smalto davvero invidiabile. Bravi, ma anche fortunati. Perché centenari si può diventare, ma soprattutto lo si nasce. E loro, come direbbe Totò, «lo nacquero». Che il nostro destino fosse in parte inscritto nel Dna lo si sapeva ma ora, grazie a una nuova scoperta, si potrà capire chi ha effettivamente maggiori possibilità di lunga vita, tanto da toccare, o superare, la fatidica meta. Sono stati infatti identificati i profili genetici che segnalano la longevità delle persone destinate a superare la soglia del secolo di vita, soglia che un tempo era considerata traguardo da matusalemme, ma che oggi è sempre più a portata di mano. La scienza lo conferma ufficialmente e la fonte è autorevolissima: uno studio pubblicato ieri sulla rivista "Science", realizzato dall’istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano nell’ambito di una collaborazione con la Boston University e col contributo finanziario del Gruppo MultiMedica. I risultati sono stati resi noti dopo oltre dieci anni di analisi e l’équipe è stata coordinata da Thomas Perls della Boston University.Spiega Annibale Puca, autore delle studio e ricercatore del Cnr: «La dottoressa Paola Sebastiani della Boston University ha analizzato le variazioni geniche di circa mille individui americani tra i 95 e 119 anni, identificando 150 varianti che, se analizzate simultaneamente con un modello di calcolo innovativo, possono predire se un individuo raggiungerà i cento anni con una precisione dell’80% circa». Si tratta perciò del primo studio genetico sulla longevità condotto su un grandissimo numero di soggetti. Ma quali sono dunque le caratteristiche genetiche del centenario? «Per un vero e proprio vantaggio genico nell’invecchiamento di successo, è necessaria la somma di diverse modificazioni del patrimonio genetico. In altre parole non si è identificata, almeno per ora, un’unica variante che, se ereditata, porti con buona probabilità l’individuo a diventare centenario, ma combinazioni di varianti geniche che influenzano sia la malattia, sia la resistenza a contrarle». Insomma il puzzle è ancora impegnativo, ma risolvibile, e leggere nella nostra prospettiva biologica diventa una reale possibilità. «Analizzando in dettaglio i profili genetici dei centenari, altrimenti detti "firme genetiche" – spiega ancora Puca – si è visto che ve ne sono ben 19 condivise da persone con caratteristiche similari, quali l’età di sopravvivenza ed il ritardo a contrarre la malattia di Alzheimer, le malattie cardiovascolari e l’ipertensione». Ciascun profilo ha permesso di distinguere in che misura il diventare centenari in forma perfetta dipenda dall’ambiente e dallo stile di vita e quanto invece dipenda dall’aver vinto alla lotteria della salute nascendo con un Dna a prova di invecchiamento e di malattie. Tirando le somme: se uno porta in se questa “firma genetica” è prevedibile che camperà a lungo. Ma siccome c’è modo e modo di invecchiare, e lo si può fare come arzilli vegliardi o per contro assomigliando alla mummia incartapecorita del celebre film con Boris Karloff, ecco che la genomica ci aiuta. Ma non solo. «Queste firme genetiche – afferma Thomas Perls – rappresentano un passo ulteriore verso una genomica personalizzata e la medicina predittiva, poiché il metodo analitico impiegato potrebbe essere utile per lo screening di numerose malattie e per la personalizzazione dei trattamenti farmacologici». Il sogno degli antichi, che cercavano di indovinare la sorte scrutando le stelle e il fegato degli animali, sta per diventare realtà.
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