mercoledì 20 marzo 2019
A Palazzo Madama il voto sul caso della nave della Guardia costiera italiana Diciotti. Confermato il no della Giunta al processo contro il ministro indagato per sequestro di persona: 237 sì, 61 no
Salvini, l'Aula del Senato nega l'autorizzazione a procedere
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L'Aula del Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini per il caso Diciotti. La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha letto i risultati finali delle votazioni. I senatori presenti erano 299, i votanti 298. La maggioranza assoluta da raggiungere era di 161 voti. Hanno chiesto di fermare l'autorizzazione in 237, mentre erano contrari in 61. Nessuno si è astenuto.

«Mai pensato di intervenire per sequestro di persona», ha detto in mattinata il ministro dell'Interno Matteo Salvini a Palazzo Madama sul caso Diciotti e sull'autorizzazione a procedere nei suoi confronti. «Per andare a processo dovrei mentire a questo Senato, agli italiani, dovrei dire che non ho fatto 'interesse pubblico». Ma, ha aggiunto, «non sarò mai il ministro che lascia morire una sola persona nel Mare Mediterraneo senza muovere un dito». Una cinquantina in tutto gli iscritti a parlare. Ieri sono già intervenuti 27 senatori e alcuni hanno rinunciato. Il voto, previsto per le ore 13, non prevede la proclamazione immediata del risultato. Infatti i senatori che non hanno partecipato alla votazione potranno comunicare il proprio voto palese ai senatori Segretari, che ne terranno nota in appositi verbali fino alla chiusura delle operazioni di voto, prevista alle ore 19.

«L'intera ricostruzione (delle vicenda Diciotti, ndr) è in linea con le osservazioni del procuratore di Catania che proprio oggi ringrazio perché sono stati compiuti 14 arresti di un clan mafioso per traffico di droga e armi. I ministri passano, le forze ordine e la
magistratura sane - ha puntualizzato - restano e quindi li ringrazio perché fanno il loro lavoro». Il ministro ha ringraziato il Movimento 5 stelle, che già nel voto in commissione l'ha sostenuto: «Il governo ha sviluppato misure e azioni per la lotta al contrasto dell'immigrazione clandestina e ringrazio i colleghi 5 Stelle perché le cose si fanno in due, evidentemente». Salvini non ha risparmiato l'ennesima accusa alle ong - senza nominarle - che fanno soccorso in mare: «Chi sta collaborando allo stroncare il traffico di esseri umani sta dando una mano a chi combatte il business dell'immigrazione clandestina. Io e il governo a cui mi onoro di appartenere non saremo mai complici dei trafficanti di droga e di armi».

«Scusate, non mi emoziono quando parlo ma quando c'è di mezzo un reato... Di solito vado a braccio ma in questo caso me lo sono scritto perché se mi si accusa che, col mio lavoro, ho fatto privatamente qualcosa che ho fatto e farò per difendere la sicurezza del Paese e dei miei figli, allora perdonate, un po' di emoziono». Poi Salvini ha ripreso: «Amo l'Italia e miei figli e il mio lavoro, mi ritengo un ragazzo fortunato, ringrazio il buon Dio e gli italiani», ha concluso il ministro dell'Interno fermandosi un attimo. «Ringrazio il buon Dio e gli italiani per l'onore di poter difendere con il mio lavoro che penso di svolgere con onestà, buon senso, coraggio. Comunque votiate vi ringrazio, siate certi che continuerò il lavoro senza nessuna paura, sennò farei un altro mestiere».

Il M5s ribadisce la linea ufficiale del sostegno al ministro dell'Interno: «Il Movimento 5 Stelle ha una sola parola, si è già espresso al riguardo e confermerà la sua posizione all'interno del Parlamento», ribadisce il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. «Sono sereno e confidente», dichiara detto premier Giuseppe Conte arrivando al Senato.

Alla dichiarazione di voto del senatore M5s Mario Giarrusso che ha annunciato il no del Movimento all'autorizzazione a procedere, sono seguiti gli applausi del vicepremier e degli altri senatori della Lega, in piedi. Contemporaneamente i senatori di Pd e Leu hanno urlato: «Vergogna vergogna». «Salvini per fare propaganda sull'immigrazione ha montato un Truman show - dichiara in Aula il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Pd - in cui le Ong sono il nemico, i migranti disperati e salvati in mare i responsabili dell'insicurezza nazionale, i dati sono falsi e lui stesso è anche ministro dei Trasporti e degli Esteri, procuratore e magistrato giudicante che decide l'arresto dei volontari. Tutto questo è fuori legge, ma è più facile che occuparsi del problema vero». Mirabelli contesta al ministro di ignorare «i migranti che arrivano dalla Slovenia e gli sbarchi "fantasma" dalla Tunisia, organizzati anche dalla criminalità organizzata italiana, in tutto il Sud. Secondo la Procura di Palermo in Antimafia, solo l'anno scorso sono arrivati in Sicilia 7000 migranti con 200 sbarchi, persone di cui non si sa nulla e che sono scomparse nel nulla. Migranti che il Viminale non conta, dando dati fasulli per far credere che i porti siano chiusi».

Il senatore del Pd Alan Ferrari calcola che «nel voto di oggi sulla Diciotti la maggioranza gialloverde si è fermata a quota 160 e senza l'aiuto di Forza Italia e Fratelli d'Italia non sarebbe stata autosufficiente. Inoltre - puntualizza - 7 senatori Cinque stelle non hanno partecipato al voto, mentre 3 hanno votato contro il diktat del capogruppo Patuanelli. Per il governo Conte la salvezza di Salvini ha un costo molto alto».




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