sabato 10 dicembre 2022
«La nostra città è affollata di turisti – dice il vescovo, Ivo Muser – ma non si è trovato posto per questo giovane, deceduto da solo e al gelo. Non dobbiamo rimanere indifferenti»
Sul cartello c’è scritto: «Questo è il mio letto»

Sul cartello c’è scritto: «Questo è il mio letto» - Bozen solidale

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Le luci dei mercatini di Natale affollati di turisti le ha viste soltanto da lontano perché a lui, come alle altre centinaia di migranti che si trovano, per strada, a Bolzano, il centro è precluso. Così, un giovane egiziano di nemmeno vent’anni è andato a morire di freddo e solitudine in un giaciglio di fortuna nella zona della Fiera, sotto la linea ferroviaria che collega il capoluogo altoatesino con Merano. È successo l’altra notte, la seconda che il ragazzo passava in Italia, dopo essere entrato dal Brennero percorrendo la famigerata “rotta Balcanica”. E potrebbe succedere di nuovo, visto che , da questa sera, le temperature sono date in picchiata con le minime abbondantemente sotto lo zero.

«Questa morte rattrista profondamente, colpisce e fa pensare», commenta il vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser. «La nostra città è affollata di turisti– ricorda – ma non si è trovato posto per questo giovane, deceduto da solo e al gelo». La sua tragedia, sottolinea il vescovo, «deve scuotere tutti: per queste persone non c’è posto nella nostra ricca città perché non sono previste, non sono desiderate e non sono benvenute».

E questo, ricorda Muser, accade perché «non portano nulla e non sono fonte di guadagno. Sono soltanto un fastidio, soprattutto nel pieno del consumismo e del divertimento prenatalizio». Secondo il vescovo Muser c’è solo una risposta che la società deve dare: «Non rimanere indifferenti, non voltarsi dall’altra parte, favorire l’incontro e cercare soluzioni comuni con tutte le parti coinvolte, affinché una cosa del genere non si ripeta».

Sulla strada, per assistere gli ultimi che nessuno vede, ci sono da anni i volontari di Bozen solidale, che già da tempo aveva denunciato la situazione dei migranti che vivono all’addiaccio e che ora parla di questa ennesima tragedia della povertà e dell’indifferenza come di una «morte annunciata».

Nel mirino dell’associazione c’è la circolare Critelli del 2016, emanata dalla Provincia autonoma, che prevede l’accoglienza soltanto per chi è inviato direttamente dal ministero dell’Interno. Per chi arriva a Bolzano autonomamente, come il giovane morto assiderato venerdì notte, ci sono soltanto i due centri di accoglienza comunali di via Comini ed ex-Alimarket, ormai esauriti da tempo.

Per chi non trova posto resta soltanto la strada e una coperta. «Attualmente – ricorda la presidente di Bozen solidale, Federica Franchi – in città vivono per strada almeno trecento persone, tutti uomini. Le donne e i bambini, che non trovano posto nei due centri comunali, sono ospitati in alcuni alberghi, ma per gli uomini ci sono soltanto soluzioni di fortuna».

Per cacciare via il freddo pungente di queste notti, non bastano però le coperte e qualche thermos di thé caldo distribuiti dai volontari. «Se ci fossero soluzioni abitative per le centinaia di lavoratori, stagionali e non – rilancia Franchi – chi lavora e vorrebbe pagare un posto letto non sarebbe costretto ad occupare i dormitori a bassa soglia dedicati ai senzatetto».

Già, perché per vivere a Bolzano - dove un posto letto costa anche 650 euro al mese - non è nemmeno sufficiente avere un lavoro, anche a tempo indeterminato, per potersi permettere un tetto sopra la testa. «I proprietari di case preferiscono tenere gli alloggi vuoti che affittarli ai migranti», denuncia la presidente di Bozen solidale, che lo scorso 24 novembre ha già promosso un presidio in città per «Casa, diritti e dignità», organizzando una seconda manifestazione pubblica per sabato 17 dicembre, dalle 10,30, davanti all’Università.

Sulla morte del giovanissimo migrante egiziano Sinistra die Linke ha annunciato un’interrogazione parlamentare, mentre secondo Anpi Alto Adige, «le periferie urbane, sociali e umane dove, a fianco delle ricche luci dei mercatini affollati e del turismo opulento, si ripetono queste tragedie annunciate sono lo specchio della nostra terra e la misura della sua civiltà, del suo stato di salute, dei suoi fallimenti, dei suoi egoismi. Questa morte non può e non deve lasciare indifferenti».

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