martedì 10 novembre 2020
Il ministro per gli Affari Ue: negoziato al rush finale, a vuoto le minacce di Orban. Lockdown generale da evitare ma faremo ciò che serve. Io sindaco di Napoli? Ora inutile parlarne.
Amendola: con il Recovery fund piano anti-povertà
COMMENTA E CONDIVIDI

A cavallo dell’ennesima pesante stretta su un altro pezzo d’Italia, le certezze scricchiolano e la domanda diventa obbligatoria: alla luce del fatto che i contagi aumentano nonostante le restrizioni e nonostante il meccanismo delle fasce, un lockdown generale è definitivamente scongiurato o solo rinviato? Enzo Amendola, ministro per gli Affari Europei, risponde come chi sa che non si possono fare più promesse: «Va evitato in ogni modo – dice – ma faremo tutto quello che serve per proteggere la salute delle persone». Tutti gli scenari aperti, quindi. Scenari che l’esecutivo non potrà affrontare controvento e da solo: «Mi auguro che anche l’opposizione sia responsabile. L’invito del presidente Mattarella alla coesione non è un appello ai buoni sentimenti, ma è una necessità per uscire tutti insieme fuori da una situazione dalle conseguenze inimmaginabili».

Ministro, alla fatica di contenere il contagio si aggiungono le 'frenate' sul Recovery fund europeo. Il commissario Gentiloni, nei giorni scorsi, è tornato a sollecitare i progetti italiani: il governo è pronto a fissare una data certa per la presentazione a Bruxelles del piano nazionale completo?
Seguiamo le indicazioni della Commissione che prevedono il dialogo con Bruxelles da qui a dicembre e la presentazione dei piani tra gennaio e aprile. Altre date al momento non ci sono. A tutti quelli che dicono all’Italia «fai presto, fai presto», rispondo che stiamo facendo le cose per bene anziché ricorrere a slogan.

All’accordo sullo stato di diritto Orban si oppone con la minaccia di veto al bilancio Ue. Quando usciamo da questo stallo?
Giovedì è arrivata la fumata bianca dal 'trilogo' sullo stato di diritto fra Commissione, Parlamento europeo e Consiglio. Il premier ungherese Orban può minacciare di non accettare l’accordo, ma l’Ue non rinuncerà ai propri valori fondanti. Il negoziato col Parlamento sul bilancio ’21-27 è ripreso questa settimana e si sta trattando per raggiungere un’intesa e avviare rapidamenti i processi di ratifica nazionali.

Quali saranno i progetti-gioiello del-l’Italia per l’uso del Recovery?
La povertà, acuita dalla pandemia, è una minaccia alla tenuta del Paese. Non a caso, la coesione sociale è il terzo grande filone dopo green e digitale. Significa interventi dall’housing sociale al potenziamento dei servizi alla persona, fino alle azioni di rigenerazione urbana. In particolare, abbiamo pensato a investimenti per l’edilizia pubblica a sostegno delle persone in condizioni di marginalità sociale, ma anche a strumenti di conciliazione con la vita lavorativa delle mamme e dei papà attraverso il rafforzamento degli asili nido.

E sul lavoro si è pensato a qualcosa?
Sono consapevole delle difficoltà di lavoratori e famiglie, il governo sta già predisponendo gli strumenti necessari per sostenere le attività economiche colpite. Il Piano di rilancio, poi, prevede un pacchetto di interventi sulle politiche attive del lavoro che hanno come obiettivo principale donne e giovani. I fondi saranno destinati ad apprendistato, decontribuzione per le nuove assunzioni, lotta al sommerso, sicurezza e formazione. Per quanto riguarda poi la cosiddetta 'cassa integrazione europea', vediamo che Sure è servito ad aggredire la crisi. Se la Commissione pensasse a uno Sure 2 sarebbe positivo. Non vanno messi in soffitta gli strumenti che hanno funzionato.

Lei è il principale nome della coalizione di centrosinistra a Napoli: ci sta pensando?
Prima di pensare alle prossime elezioni comunali, dobbiamo guardare al presente. Napoli è una città senza guida politica, con un sindaco in scadenza in continuo conflitto con la Regione. Servono coesione e concordia perché il Covid sta mettendo a dura prova la gestione sanitaria, ma ha reso soprattutto esplosive le diseguaglianze sociali ed economiche. Napoli non è una partita di Risiko. Vedo alcuni molto interessati a chi farà cosa, a caselle e poltrone, altri invece hanno a cuore il destino della nostra città. Mi iscrivo, con grande rispetto per gli altri, a questa seconda categoria.

La gestione Covid rende inevitabile la revisione del Titolo V e del bicameralismo perfetto, come emerso nella riunione dei leader della settimana scorsa?
Siamo dentro alla seconda ondata della pandemia, adesso tutte le articolazioni dello Stato devono lavorare unite. Evitiamo discordie inutili. Detto ciò, ho sostenuto il 'Sì' referendum del 2016. Oggi vediamo che quelle ragioni non erano sbagliate.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI