Nave con 30 migranti diretta in Albania. Attesa per la sentenza Ue
La nave Spica della Marina militare in navigazione da Brindisi a Gjader, verso il Centro di permanenza e rimpatrio. Attesa a giorni la decisione dei giudici della Corte di giustizia Ue
Nuovo trasferimento di migranti in Albania. La nave Spica della Marina Militare, con a bordo circa 30 migranti, è partita martedì mattina dal porto di Brindisi diretta nel Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Gjader. A bordo c'erano persone di diverse nazionalità. Un altro trasferimento di migranti da Brindisi c'era già stato l'11 aprile scorso. Con i nuovi arrivi nella struttura albanese al momento è presente una cinquantina di persone. Sono già 30 i migranti rimpatriati dal centro Albanese, secondo il ministero dell’Interno.
Intanto è attesa a giorni la sentenza dei giudici della Corte di giustizia Ue che sono chiamati a esaminare i ricorsi pregiudiziali presentati dal Tribunale di Roma che finora non ha riconosciuto la legittimità dei fermi disposti nei confronti dei migranti soccorsi nel Mediterraneo e trasferiti sull’altra sponda dell’Adriatico perché provenienti da Paesi che il governo italiano ritiene sicuri, in particolare Egitto e Bangladesh.
Piantedosi: nel Cpr in Albania solo persone con pericolosità speciale
«Non corrisponde al vero che noi portiamo lì migranti che abbiano solo la colpa di versare in una condizione di irregolarità amministrativa, non è così. Abbiamo rimpatriato persone che uscivano da un percorso carcerario di diversi anni per reati gravi, anche di violenza carnale, pedopornografia e quant'altro» spiega così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il quarto “trasferimento” di stranieri irregolari sul territorio italiano nel centro albanese in attesa di espulsione. «Quindi restringiamo in questi centri solo persone che hanno pericolosità sociale. Il centro assicurerà una funzionalità molto importante e siamo in attesa, nei prossimi mesi, della decisione della Corte di giustizia europea e delle regole europee sulla materia a giugno 2026 per poter utilizzare anche il resto della struttura». Il decreto convertito in legge prevede disposizioni urgenti ai fini del rafforzamento dell'azione di rimpatrio: con il provvedimento si estende la categoria di persone che possono essere condotte nelle strutture in Albania, oggetto del relativo Protocollo del novembre 2023, includendovi coloro i quali sono destinatari di provvedimenti di trattenimento convalidati o prorogati. Prima del nuovo intervento normativo, era consentito condurre nelle strutture in Albania esclusivamente persone imbarcate su mezzi delle autorità italiane all'esterno del mare territoriale della Repubblica o di altri Stati membri dell'Unione europea, anche a seguito di operazioni di soccorso. Per effetto della modifica contenuta nel decreto, si prevede che nelle strutture in Albania possano essere condotte anche le persone destinatarie di provvedimenti di trattenimento convalidati o prorogati. Il decreto, infatti, equipara le strutture realizzate in Albania alle corrispondenti strutture previste dalla normativa nazionale. Ovvero, sono equiparate agli hotspot. Le sole strutture destinate al rimpatrio sono equiparate ai centri di permanenza per i rimpatri.
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