«Mio papà ha perso il cappello da alpino: aiutateci a trovarlo»
di Luciano Moia
La richiesta della figlia dopo che l'alpino Bruno Quintili durante l'adunata nazionale a Milano aveva perso il suo copricapo con la penna nella zona del castello Sforzesco

"L'han tenuto come una bandiera. Lo hanno portato sempre. Insegna nel combattimento e guanciale per le notti. Vangelo per i giuramenti e coppa per la sete. Amore per il cuore e canzone di dolore. Per un Alpino il suo cappello è tutto…".
Anche il “vecio” Bruno, come tutti gli alpini doc, conosce bene le parole di questa poesia. E anche lui considera il suo cappello con la penna nera, che conserva da 50 anni, il simbolo di quell’alpinità a cui è tanto legato. Per questo non ha voluto mancare all’Adunata di Milano ma, per uno di quei casi del destino a cui non riusciamo a dare un nome migliore se non sfortuna, Bruno, quarto raggruppamento della sezione Marche dell’Ana, sabato 11 maggio ha smarrito il suo cappello alpino. “Per lui è tutto, aiutateci a ritrovarlo”.
Questo l'appello lanciato dalla figlia Letizia a Radio Deejay e subito veicolato dai social. Il Comitato organizzatore dell’Adunata si è unito all'appello facendo leva alla "solidarietà, sensibilità e condivisione tipica degli alpini
dov'era
Chi avesse preso per sbaglio il cappello del vecio alpino marchigiano o chi lo ritrovasse, si metta in contatto con l’Associazione nazionale alpini (Ana) di Milano (telefono 02.48.51.97.20 – email: milano@ana.it).
"Per un alpino il suo cappello è tutto", ricorda come detto la poesia, le cui parole erano scritte su un foglio trovato in tasca a un alpino morto sul fronte greco nella Seconda guerra mondiale. Vera o no, la leggenda è esemplare perché sintetizza bene il senso di quel copricapo grigioverde che sembra davvero forgiato da piogge, fango, marce, alluvioni, polvere dei sentieri, terremoti, sole a picco. Tutto quello insomma che gli alpini in servizio e quelli impegnati nei mille fronti della solidarietà, hanno vissuto nel loro secolo e mezzo di storia. Ecco perché dobbiamo ritrovare il cappello di Bruno.
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