Meta investe sull'energia nucleare per il boom dell'intelligenza artificiale
Un accordo con il più grande gestore di centrali in America per soddisfare la sete di elettricità dei sistemi di intelligenza artificiale

Meta Platforms ha raggiunto un accordo con Constellation Energy per mantenere in funzione per vent’anni anni uno dei reattori nucleari della società di servizi pubblici in Illinois: il quotidiano economico Financial Times lo ha definito il primo accordo del genere tra una grande azienda tecnologica e una centrale nucleare.
Anche se, secondo l’analista americano di Evercore ISI, Nicholas Amicucci, questo accordo sarà solo «il primo di molti», soprattutto dopo che, per dare ulteriore impulso alle prospettive del settore nucleare negli Stati Uniti, il mese scorso il presidente Donald Trump aveva firmato un ordine esecutivo per accelerare la costruzione di reattori e contribuire a finanziare l’ammodernamento energetico dei reattori esistenti. Obiettivo? Quadruplicare la capacità di energia atomica entro il 2050, visto che negli Stati Uniti, il consumo energetico dei data center è destinato a rappresentare quasi la metà della crescita della domanda di elettricità da qui al 2030.
Questo deal, come lo chiamano in America, potrebbe servire da modello per le grandi aziende tecnologiche, che vogliono supportare gli impianti nucleari esistenti e, al contempo, pianificare di alimentare i data center con energia a zero emissioni di carbonio. Secondo un recente report dell’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea) la domanda di elettricità dei data center in tutto il mondo raddoppierà entro il 2030, arrivando a consumare 945 terawattora (TWh) che è l’attuale consumo elettrico del solo Giappone. L’IA sarà il motore più significativo di questo aumento, con una domanda di elettricità da parte dei data center ottimizzati per l’IA che dovrebbe quadruplicare entro il 2030.
Se da un lato l’intelligenza artificiale possiede il potenziale per trasformare il settore energetico nei prossimi 10 anni, accelerando l’innovazione e la transizione energetica, garantendo sicurezza ed efficienza; dall’altro, dietro i chatbot e le applicazioni basate sull’IA si cela una vasta e crescente rete di data center ad alto consumo energetico, nei quali si possono trovare migliaia dei chip H100 di Nvidia, ognuno dei quali consuma fino a 700 watt, ovvero quasi otto volte l’energia consumata da un tipico televisore a schermo piatto da 60 pollici. A provocare l’aumento delle emissioni, dunque, non è soltanto l’addestramento di questi sistemi, ma anche il loro sempre più frequente utilizzo: l’impatto ambientale della frenesia dell’intelligenza artificiale generativa ha dei costi energetici e in termini di sostenibilità enormi, anche se ancora difficili da quantificare con esattezza.

Secondo una stima dell’Iea ciascun data center può consumare la stessa quantità di elettricità di 100mila famiglie e sebbene i data center rappresentino attualmente solo l’1% del consumo di elettricità a livello globale, nelle aree in cui sono concentrati sussistono già sfide significative per la rete elettrica e si prevede che la domanda continuerà a crescere. Che cosa succederà quando i chatbot e gli agenti IA saranno entrati totalmente nella nostra quotidianità, diventando insostituibili assistenti professionali o personali?
«Non può esserci intelligenza artificiale senza energia, in particolare elettricità. E dato il ritmo di adozione dell’intelligenza artificiale, è giunto il momento che i decisori politici e l’industria collaborino a una visione per soddisfare questa fonte di domanda di elettricità in rapida crescita in modo sicuro e sostenibile» aveva spiegato il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol all’ultima conferenza globale sull’IA e l’energia.
Constellation Energy è il gestore della più grande flotta di reattori nucleari convenzionali degli Stati Uniti e all’inizio di quest’anno aveva annunciato un accordo da quasi 27 miliardi di dollari per l’acquisto della rivale Calpine, il secondo più grande produttore di energia del Paese, nel contesto del previsto aumento della domanda di elettricità stimolato dal boom dell’intelligenza artificiale. Due giorni fa è stato firmato il patto con la big tech di Menlo Park, di cui, però, non sono stati forniti i dettagli sui costi, se non per sottolineare che si tratta di una proposta multimiliardaria. Il Clinton Clean Energy Center che si trova a circa 250 chilometri da Chicago attualmente ha una capacità di 1.121 megawatt e fornisce energia all’equivalente di circa 800mila case americane. Constellation Energy ha sostenuto che la partnership da giugno 2027 amplierà la produzione di energia pulita della centrale nucleare in Illinois di 30 megawatt. Il funzionamento dell’impianto fino al 2047 sarà subordinato al rinnovo della licenza da parte della U.S. Nuclear Regulatory Commission, richiesto da Constellation lo scorso anno. L’accordo, inoltre, potrebbe «salvare 1.100 posti di lavoro locali ben retribuiti, generare 13,5 milioni di dollari di entrate fiscali annuali e aggiungere 1 milione di dollari in donazioni benefiche a organizzazioni non profit locali nell’arco di cinque anni», hanno fatto sapere le due società.
L’impianto Clinton, in perdita, avrebbe dovuto chiudere nel 2017, ma è stato mantenuto in funzione grazie all’emanazione di un provvedimento legislativo dello Stato dell’Illinois che ha fornito supporto finanziario fino alla metà del 2027. Il coinvolgimento di Meta permetterà di riprendere la sua attività dopo la scadenza dei sussidi governativi e consentirà la gestione a lungo termine dell’impianto senza il sostegno dei contribuenti.
La casa madre di Facebook e Instagram ha stipulato un accordo ventennale
con il gigante energetico Constellation per la fornitura di elettricità prodotta dalla centrale nucleare dell’Illinois
Questa partnership per l’approvvigionamento di energia arriva mentre l’amministratore delegato di Meta Platforms, Mark Zuckerberg, sta investendo miliardi di dollari nello sviluppo di modelli e prodotti di intelligenza artificiale per la piattaforma, nel tentativo prendere il controllo del mercato dell’IA. Anche i competitor, tra cui Amazon, Google e Microsoft si sono mossi nella medesima direzione, stringendo accordi con i gestori di centrali nucleari. Lo scorso anno i piani di Meta per un accordo simile erano stati vanificati da problemi ambientali e normativi: c’era stato anche il caso della scoperta di una rara specie di ape in un luogo adiacente alla centrale nucleare di Susquehanna Steam Electric, in Pennsylvania, accanto alla quale sarebbe dovuto sorgere un enorme data center, il cui progetto di fatto si è arenato. Mentre a settembre dell’anno scorso la stessa Constellation Energy aveva annunciato la riapertura della sua centrale nucleare di Three Mile Island in Pennsylvania, dopo aver stipulato un accordo ventennale per la fornitura di energia con Microsoft.
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