Meloni, i pranzi della domenica e le pastarelle, cosa è successo a Domenica in
Ottanta secondi della premier sulla Tv pubblica e le opposizioni attaccano. La Rai non ci sta: autentico servizio pubblico. Meloni: polemica sul nulla

Atto uno. Giorgia Meloni è ospite in diretta di Domenica In, mentre partecipa a Roma, al Tempio di Venere, all'iniziativa "Il pranzo della domenica", per sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell'Unesco. Sorride. Mette in fila ricordi. I suoi pranzi della domenica con i nonni materni. Il rito delle pastarelle. La preferenza per il "diplomatico". Atto due. Immediata la polemica. E la Rai finisce nel mirino delle opposizioni. Pd e M5S parlano di "TeleMeloni". La segretaria Dem Elly Schlein è netta: «La premier continua a rifiutarsi di venire in Parlamento a spiegare cosa farà l'Italia rispetto al riconoscimento dello Stato di Palestina. Però continua a trovare il tempo di confezionare spot elettorali sul servizio pubblico. Oggi ci spiega su RaiUno, la ammiraglia della sua TeleMeloni, quali pranzi e quali pasticcini preferisce mangiare la domenica. Il tutto mentre Canada, Regno Unito e Australia annunciano il riconoscimento dello Stato di Palestina».
Si associa subito il M5s che tira in ballo l'organo di controllo: «È veramente triste vedere in Rai, in una trasmissione molto seguita, un'intervista alla premier Meloni, mentre in alcune Regioni si va al voto», attacca la presidente della commissione di Vigilanza Rai Barbara Floridia. Atto tre. Passano le ore e parte, inevitabile, la controffensiva. La Rai non ci sta. Difende una iniziativa «promossa da vari ministeri, che ha visto la partecipazione di dieci città capofila, espressione di amministrazioni di ogni orientamento politico» dove la presenza di diversi personaggi pubblici di maggioranza e di opposizione «ha contribuito a rendere la giornata una grande festa popolare, in grado di avvicinare i cittadini a un tema così identitario». Il comunicato stampa di viale Mazzini si chiude così: «Si è trattato di una pagina di autentico Servizio Pubblico nel racconto della cultura, delle tradizioni, della nostra industria e della promozione dell’Italia a livello internazionale».
La reazione che conta di più è quella di Giorgia Meloni. La premier è incredula. «La polemica di oggi delle opposizioni riguarda la mia partecipazione ad un videocollegamento con 'Domenica In', nel quale sono intervenuta per circa 80 secondi. Sono intervenuta per sostenere la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Culturale Immateriale dell'Unesco, insieme al Sindaco di Roma (Pd) Roberto Gualtieri, che é intervenuto subito dopo di me. Un esempio concreto di quanto sia importante che ogni partito politico valorizzi un'iniziativa capace di portare meriti e benefici a tutta l'Italia, raccontando al mondo le nostre tradizioni e la nostra cultura». E ancora: «... Eppure, nonostante fosse evidente la bontà dell'iniziativa - e la presenza di amministratori di ogni colore politico - qualcuno ha preferito costruire l'ennesima polemica sul nulla. Certo, sono lontani i tempi in cui, nello stesso programma, il premier del Pd si faceva intervistare per 45 minuti. In ogni caso, noi continueremo a lavorare e valorizzare le eccellenze italiane insieme a coloro che vorranno farlo».
Polemica chiusa? A leggere le agenzie di stampa delle ultime ore pare di no. Barbara Floridia non si ferma. «Con la Vigilanza bloccata non posso chiedere chiarimenti all'azienda, né su questa né su altre vicende, non posso audire i vertici Rai per avere spiegazioni su quello che mi pare si configuri come un abuso del servizio pubblico». E ripete parole già dette: «Siamo in piena campagna elettorale, nelle Marche si vota fra pochi giorni, in Calabria subito dopo e la presidente del Consiglio, senza preavviso, si fa fare una marchetta a Domenica In, nella fascia di massimo ascolto? È inopportuno, fuori luogo e decisamente irrispettoso. La presidente del Consiglio fa un uso spregiudicato del servizio pubblico, ormai trasformato in megafono del governo».
A bocce ferme la premier ripete ai collaboratori più ascoltati parole già dette: tutto è assurdo, la cucina italiana «è una delle cose più straordinarie che abbiamo, che raccontano meglio la nostra cultura, la nostra identità, la nostra tradizione, la nostra forza, ma anche la nostra economia. Già perché la cucina italiana vale circa 250 miliardi di euro nel mondo e vogliamo farla riconoscere».
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