Lumsa: guardiamo alle nuove sfide, come l'Ia, orientati sempre al bene comune

Inaugurato l'anno accademico 2025-2026. Il rettore Bonini: atenei privati penalizzati. De Donatis: continuare nel solco dell'umanesimo integrale. Brunetta: accordo per un rapporto annuale sulla recidiva zero
December 9, 2025
Un momento dell'inaugurazione dell'anno accademico alla Lumsa, durante il discorso del rettore Bonini. Foto Lumsa
Un momento dell'inaugurazione dell'anno accademico alla Lumsa, durante il discorso del rettore Bonini. Foto Lumsa
Il solco resta sempre il formare i giovani secondo i principi di un umanesimo integrale, ma oggi l'università è di fronte alle nuove sfide, prima tra tutti quella tecnologica con l'avvento dell'Intelligenza artificiale. Per questo è il momento dell'innovare, del mettersi in movimento alla luce di quei valori orientati al bene comune che ispirarono la fondazione dell'ateneo ottantasette anni fa. L'università Lumsa inaugura il nuovo anno accademico 2025-2026 a Roma facendo un bilancio del percorso svolto fin qui, ma soprattutto guardando a ciò che la modernità e il mondo del lavoro chiede alle nuove generazioni che concludono la formazione universitaria e post laurea. La sfida è cruciale e lo ricorda anche il messaggio inviato all'ateneo da Papa Leone XIV attraverso un messaggio del segretario di Stato del Santo Padre, Cardinale Pietro Parolin, quando il pontefice «incoraggia a proseguire l’importante opera di formazione della persona umana e invoca copiosi doni dello Spirito per una fruttuosa attività didattica che favorisce la diffusione della cultura ispirata ai valori cristiani». Anche il cardinale Angelo De Donatis, presidente del Consiglio d’amministrazione della LUMSA, nel suo saluto iniziale invita a «riconoscere la strada che abbiamo potuto percorrere e rilanciamo quella missione che da oltre 85 anni vede la Lumsa impegnata nella formazione delle giovani generazioni, secondo i principi di un autentico umanissimo integrale, nel solco della Costituzione repubblicana e della dottrina sociale della Chiesa». Il patto educativo che Papa Francesco aveva invocato basato su sette elementi, «con papa Leone si è arricchito di tre nuovi elementi: vita interiore, digitale umano e pace disarmata e non violenta. Confido che questo ateneo possa essere capace di attuare anche questi obiettivi».I
Il presidente del Cnel Renato Brunetta e il cardinale Angelo De Donatis. Foto Lumsa
Il presidente del Cnel Renato Brunetta e il cardinale Angelo De Donatis. Foto Lumsa
Per la Lumsa, ricorda il rettore Francesco Bonini è stato «un anno ancora una volta molto positivo: se si tratta di innovare è bene farlo appunto in queste condizioni, quando non ci si auto contempla, ma ci si mette in movimento». Un bilancio positivo nonostante il fatto che la Lumsa come tutte le università non statali, spiega il rettore, «sia ancora gravemente penalizzata dall’inerzia normativa in ordine ad almeno due questioni urgenti: Ristoro per le provvidenze per il diritto allo studio e aggiornamento del decreto ministeriale sui requisiti di docenza dei diversi corsi di laurea». L'aumento degli stanziamenti per il diritto allo studio, infatti, «non è purtroppo stato accompagnato dalla conseguente compensazione ad università, come la nostra, rigorosamente non profit, che a questo punto di fatto rischiano di apparire, di fatto contributori netti allo Stato». La Lumsa infatti conclude Bonini, è «l’università non statale di medie dimensione con la più ampia offerta formativa. È necessario valutare la sostenibilità nel medio periodo di questa configurazione e le forme e i modi della sua evoluzione. Qualunque sia la risposta a questa strutturale questione siamo chiamati ad un duplice esercizio, di compattamento dell’offerta in atto e di esplorazione ed eventualmente di investimento in altri contesti. E in ogni caso della dimensione STEAM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arti e Matematica)».
Il rettore Francesco Bonini. Foto Lumsa
Il rettore Francesco Bonini. Foto Lumsa
A portare il suo contribuito sul valore dell'economia sociale e dei corpi intermedi il presidente del Cnel Renato Brunetta che ha parlato della figura di Antonio Genovesi. L'università Lumsa, infatti, è stato il primo ateneo ad introdurre la “Promessa Genovesi”, un giuramento etico (come il giuramento d’Ippocrate per i medici) pronunciato pubblicamente durante la cerimonia di discussione della tesi da tutti i laureandi in Economia. «Nel 2017, mi imbatto in un pensatore straordinario, Antonio Genovesi, e scopro un'altra economia, l'economia civile - spiega Brunetta - quel pensiero di Genovesi fondante una cultura totalmente diversa, il valore della comunità, della società civile, il valore dell'inclusione, della fraternità, ancora prima di libertà uguaglianza e fraternità». Il presidente del Cnel parla della necessità di avere oggi «una nuova cassetta degli attrezzi, che non sia la solita economia che hanno insegnato tutti noi, che ho insegnato io, l'economia dell'individualismo, della competizione, dei mercati, della finanza, del potere di mercato». Un campo di azione sono le carceri, aggiunge, un tema su cui il Cnel lavorerà proprio con l'ateneo Lumsa. «Abbiamo convenuto grazie a un accordo di ricerca che da qui verrà fuori il più grande rapporto annuale nazionale e internazionale sul tema di ‘Recidiva Zero’ - annuncia Brunetta - cioè come rendere civili le strutture carcerarie grazie alla scuola, al lavoro, alla formazione in carcere e fuori dal carcere, accordo di un'istituzione il Cnel con l'università, con il meglio dei ricercatori nazionali, europei e internazionali su questi temi».
Un momento dell'inaugurazione dell'anno accademico. Foto Lumsa
Un momento dell'inaugurazione dell'anno accademico. Foto Lumsa
Nella prolusione “Thinking outside the Black Box, ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare l’AI” Piero Polidoro, ordinario di Filosofia e Teoria dei linguaggi all’università LUMSA, infine prova a spiegare perché non si dovrebbe avere paura dell’Intelligenza Artificiale. «Innanzitutto, perché non ci conviene - esordisce - come ha efficacemente scritto Ethan Mollick, il genio è uscito dalla lampada, e non ci tornerà. Ma, soprattutto, perché l’AI, di per sé, non mette in dubbio il nostro essere umani e non compete con noi. Semmai, è uno strumento che ci potenzia, forse come nessuna altra tecnologia ha fatto nella storia».

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