La Generazione Z vive l'errore come opportunità

Skuola.net e Tipp-Ex indagano il vissuto (scolastico e non) dei ragazzi. «Famiglia e scuola ci aiutino di più»
October 8, 2025
La Generazione Z vive l'errore come opportunità
Sbagliando s'impara. Questo vecchio adagio sembra proprio aver fatto breccia anche nelle nuove generazioni. Almeno questo racconta una ricerca di Skuola.net e Tipp-Ex (marchio del gruppo Bic specializzato in prodotti per la correzione) che ha approfondito il rapporto tra la Generazione Z e l'errore, sia a scuola che nella vita di tutti i giorni. Se, insomma, per tanti anni “sbagliare” era sinonimo di “fallire”, adesso (e per fortuna) non è più così. E non lo è per quasi un giovane su due, del campione intervistato per la ricerca. Così, il 42% degli studenti riconosce che sbagliare può avere anche risvolti positivi e rappresentare un'occasione di ripartenza con rinnovato slancio.
In particolare, il 32% degli intervistati descrive l’errore come «frustrante ma utile», mentre un altro 10% lo interpreta come uno stimolo concreto a fare meglio. Solo il 22% lo vede ancora come un fallimento senza alcun aspetto positivo, mentre appena il 9% lo percepisce come un’esperienza da evitare a tutti i costi. Il restante 26% del campione, infine, ha un atteggiamento variabile, che può mutare in funzione del tipo di sbaglio o del contesto in cui viene commesso. A fare la differenza è, ancora una volta, l'atteggiamento degli adulti (genitori ed insegnanti), «che sono perlopiù ancora ancorati alla vecchia mentalità dell’errore da stigmatizzare - si legge in una nota di Skuola.net e Tipp-Ex - cosicché la Generazione Z non riesce a trovare una sponda altrettanto ampia in ambito scolastico o familiare, specialmente quando si affrontano questioni didattiche». A questo proposito, solo il 34% degli studenti intervistati si sente sostenuto dai propri docenti a migliorarsi, accettando anche le cadute; mentre appena il 29% può godere del supporto incondizionato dei propri genitori anche in caso di errori.
Di conseguenza, sempre una metà degli studenti (45%) racconta che quando sbaglia a scuola o all’università si sente agitato e sotto pressione. E a loro si affianca un ulteriore 22% che, di fronte a un “passaggio a vuoto”, tende addirittura a demotivarsi, faticando a riprendere slancio. Più in generale, quasi 8 ragazzi su 10 dichiarano di aver provato più di una volta ansia o disagio in seguito a un errore. Con le ragazze che sentono di più dei maschi il peso di essere sempre “all'altezza della situazione”. Le ragazze, evidenzia la ricerca, si sentono quasi “obbligate” a far meglio dei ragazzi, per cui questi fenomeni sono molto più diffusi tra loro (82%) che non nella componente maschile (63%).
«Le nuove generazioni sono molto più esposte rispetto al passato all’ansia da prestazione a scuola, come del resto avviene nello sport e sui social - sottolinea Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net -: 9 su 10 la percepiscono in maniera tangibile nel loro quotidiano. Ma la loro reazione è rivoluzionaria, specie se raffrontata alla mentalità tipica italiana: invece di flagellarsi per l’errore o viverlo come uno stigma da evitare a tutti i costi, preferiscono usarlo come lezione per ripartire». Concetto ripreso da Giada Canestrelli, Marketing Manager BIC Italia: «L’errore non è un fallimento, ma un passaggio naturale del percorso di apprendimento: correggerlo con semplicità, e magari con un pizzico di ironia, significa imparare a guardarlo con occhi nuovi e a ritrovare fiducia in sé stessi».

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