«La corruzione nelle grandi città? Diffusa, ora servono buone pratiche»

Dossier dell'associazione su Torino, Firenze e Napoli: in Italia i problemi legati alla criminalità sono diversi, pesano anche usura ed estorsioni. Parte la campagna di sensibilizzazione.
October 21, 2024
«La corruzione nelle grandi città? Diffusa, ora servono buone pratiche»
IMAGOECONOMICA |
Mondo economico e criminalità. Estorsione, usura e corruzione. Ci sono diverse Italie per conoscenza diretta, percezione, risposte. Così per il 44,33% degli operatori economici napoletani il racket è un problema “abbastanza” serio, mentre a Torino e Firenze lo ritiene solo il 17,89% e il 16,84%. Nel capoluogo campano il 40,21% degli imprenditori ritiene che l’usura sia “abbastanza” diffusa, e un ulteriore 16,49% “molto”. Decisamente lontana Torino con un 30% e il 3,21%. Mentre Firenze si ferma al 20% e all’1,06%. Diversificata anche la percezione sulla corruzione. Ma cambia la classifica.
Così a Firenze il 73,96% degli imprenditori crede che la corruzione per ottenere appalti pubblici sia “molto” o “abbastanza” diffusa, con uno scarto percentuale di 10 punti rispetto a Napoli (63,92%) e Torino (63,76%). Sono i dati preoccupanti del dossier “Linea Libera. Estorsione, usura e corruzione. Conoscere per contrastarle” promosso da Libera in collaborazione con il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino e grazie al contributo del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo. Lo studio analizza le risposte di 412 operatori economici delle tre città, intervistati da volontari dell’associazione. “Le esperienze raccontate - spiega Maria José Fava, responsabile di Linea Libera - sono alla base di una campagna di sensibilizzazione, promossa da Libera a livello nazionale, che mira a stimolare l’adozione di buone pratiche, lontane dalla sottovalutazione, per aiutare gli imprenditori a non sentirsi soli e isolati dinanzi a questi fenomeni, conoscere gli strumenti a loro disposizione e giungere quindi a segnalazioni o denunce consapevoli”.
Così nelle prossime settimane Libera promuoverà una campagna di sensibilizzazione con la promozione del numero verde Linea Libera (800.582.727), un canale sicuro e anonimo, per accompagnare le vittime, con assistenza legale, psicologica e pratica nel denunciare situazioni di sopruso o minaccia. Ma torniamo ai dati, molto interessanti. “Secondo le aspettative - sottolinea Libera - su molti aspetti la situazione di Napoli appare più critica rispetto a quelle di Torino e Firenze. Per molti altri aspetti, si rilevano tuttavia problemi abbastanza simili”. La maggioranza degli intervistati ritiene per nulla o poco soddisfacenti le condizioni di sicurezza del quartiere in cui svolgono la propria attività ma la situazione più negativa è percepita a Firenze col 69% rispetto al 54% di Torino e al 51% di Napoli. In tutti e tre le città la presenza mafiosa è connessa all’economia, ma è considerata più dannosa a Firenze e Torino rispetto a Napoli, dove però quasi uno su cinque non risponde alla domanda. Ma sulla possibilità di sconfiggere le mafie gli imprenditori napoletani sono più ottimisti. Comunque nel totale delle tre città il 36% è certo di una sconfitta e un ulteriore 36% è possibilista. Non è però da trascurare che il 12,20% dichiara che “non c’è niente da fare”, con un sorprendente picco del 18,81% a Torino.
Estorsione
Per quanto riguarda le modalità attraverso cui si impone il pizzo, la richiesta di denaro è la forma più comune, ma a Napoli emergono anche altre forme, come l’obbligo a fornire prodotti o servizi gratuitamente o l’imposizione di forniture di macchinari o altro. E sempre a Napoli è la percentuale più alta di chi ha conosciuto qualcuno che paga il pizzo: il 24,74%, rispetto al 5,96% di Torino e al 4,12% di Firenze. Così come la percentuale più alta di chi ha dichiarato di aver ricevuto richieste di pizzo, con il 9,28%, rispetto al 2,75% di Torino e all’1,03% di Firenze. E’soprattutto la paura di ritorsioni a bloccare le denunce. Lo pensa il 50% degli imprenditori delle tre città, mentre il 20,49% parla di sfiducia nelle istituzioni ritenute incapaci di proteggere efficacemente.
Usura
Il fenomeno dell’usura, pur meno visibile rispetto al pizzo, scrive Libera “appare più pervasivo e presenta caratteristiche preoccupanti”. A Napoli il 29,90% degli imprenditori afferma di aver conosciuto qualcuno coinvolto, contro il 10,55% di Torino e l’11,34% di Firenze. Anche per l’usura è la paura a non far denunciare (54,61%). Solo il 2,18% dichiara di aver subito usura, ma il dato sale al 5,15% a Napoli. Ma è preoccupanmte che a Torino e Firenze, una parte (2,24%) consideri l’usura una forma di finanziamento alternativa alle altre, “suggerendo una percezione più tollerante del fenomeno rispetto al Sud”. C’è inoltre una scarsa conoscenza delle tutele legali e dei fondi disponibili per le vittime. Non li conoscono il 75,69% dei torinesi, il 74,23% dei fiorentini, il 67,01% dei napoletani.
Corruzione
Alla domanda su quanto sia diffusa la corruzione in politica, il 33% ritiene che lo sia “abbastanza”, mentre il 28,16% “molto” pervasiva. Percentuali simili anche per il settore economico, con il 37,62% e il 22,33%. Il 73,96% degli imprenditori fiorentini ritiene che la corruzione per ottenere appalti pubblici sia “molto” o “abbastanza” diffusa (Napoli 63,92%, Torino 63,76%). Ma Napoli ha la percentuale più alta di persone che conoscono colleghi coinvolti in casi di corruzione (6,19%) rispetto a Torino e Firenze. Sul perché non si denuncia il 36,46% a Napoli menziona la mancanza di fiducia, contro il 27,98% di Torino e il 22,83% di Firenze. La paura di ritorsioni resta comunque il principale deterrente, con una media di 39,41%, che vede un picco a Firenze (47,83%) e Torino (41,74%).

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