Il viaggio di Andrea con le sue mucche: così la transumanza diventa festa
Il rientro dagli alpeggi. Sabato la sfilata degli allevatori e degli animali agghindati con fiori e i tradizionali campanacci. Musica, pizzoccheri e folklore ad Isolaccia di Valdidentro

«Il momento giusto lo avverti nell’aria: gli animali, la sera prima della partenza, non vedono l’ora di rientrare». Così
Andrea Lazzeri, contadino e allevatore
, riconosce che è tempo di scendere a valle. Proprietario della Società agricola Caricc, Andrea, ha trascorso l’estate nella sua baita a 2000 metri di quota
nel cuore della Val Viola, in Alta Valtellina
. Non è stata una vacanza e nemmeno un ritiro in solitaria:
l’alpeggio è lavoro quotidiano
, fatto di pascoli, mungiture, preparazione di formaggi e fienagione. Con lui, undici mucche da latte, un toro, vitelli e manzette: in tutto diciannove animali che in primavera salgono in quota per la monticazione e in autunno fanno ritorno al fondovalle per la demonticazione.
È
la secolare pratica della transumanza
, la migrazione periodica di greggi o mandrie, che si spostano anche da una regione a un’altra per sfruttare i pascoli stagionali. Il termine per indicare l’usanza è antico quanto le sue origini e deriva, probabilmente, dal latino:
trans
attraverso e
humus
suolo. Evoca il passaggio, quello dell’uomo con i suoi animali, attraverso le stagioni, in armonia con la natura. O meglio quello degli
animali guidati dai bacàn, i guardiani delle mandrie
. «Le mucche riconoscono la strada quando saliamo in alpeggio – spiega Andrea - e già il primo giorno, durante la mungitura, le più anziane ricordano il loro posto dall’anno precedente».

Oggi la transumanza non viene più effettuata a piedi, ma con i mezzi: «Resta un momento impegnativo perché bisogna preparare gli animali e l’attrezzatura - commenta Andrea – c'è sempre un po’ di agitazione prima delle partenze». Dal 2019 la transumanza è stata inserita dall’Unesco tra i Patrimoni immateriali dell’umanità. Non è soltanto una pratica legata al lavoro degli allevatori, ma un rito collettivo che segna l’identità di intere vallate. È il momento in cui comunità, viaggiatori e famiglie si ritrovano a condividere il passaggio stagionale, rinnovando il legame profondo tra uomo, animali e montagna. Questo cammino antico plasma rapporti e paesaggi, intreccia la vita delle persone con quella del bestiame e dell’ambiente naturale. Significa custodire saperi e gesti che appartengono al passato ma restano vitali: la cura degli animali, la manutenzione dei pascoli, la protezione delle acque e dei boschi, la capacità di affrontare insieme i pericoli che la natura sa imporre.
Ora Andrea è tornato nel suo paese, a Semogo, dove i ritmi rallentano rispetto all’alpeggio, ma non si fermano mai: recinti da sistemare, formaggi da produrre, campi da curare. Prima, però, c’è ancora un appuntamento che chiude simbolicamente l’estate:
“Al dì de la bronza”
, la festa che celebra il rientro del bestiame dagli alpeggi. La bronza è il grande campanaccio che le mucche portano al collo: un suono che rimbomba nelle vallate e che diventa simbolo del lavoro e della passione degli allevatori. È una festa per tutti loro che sfileranno insieme al bestiame per le vie di
Isolaccia di Valdidentro
a partire dalle 10 di
sabato 27 settembre
. Andrea, come gli altri allevatori, impiegherà due pomeriggi per preparare le sue mucche per l’evento
agghindandole con corone di fiori e i tradizionali campanacci di bronzo
(il programma con tutti gli altri appuntamenti autunnali nel territorio sul sito dell'
Apf Valtellina
Apf Valtellina
).

Dopo la sfilata, don Mauro benedirà gli animali e si eleggerà la “Regina della Bronza”, la mucca più bella e meglio adornata, con tanto di attestato. Intorno, il gruppo
Valdidentro Folk
farà rivivere gli antichi mestieri con attrezzi d’epoca e scene di vita contadina, come la mungitura a mano. Dalle 12.30 l’
Accademia del Pizzocchero
di Teglio porterà in tavola il piatto simbolo della Valtellina, preparato a mano davanti al pubblico. Il pranzo tipico diventerà occasione di convivialità: oltre ai pizzoccheri fumanti, l’antipasto valtellinese, dolci, vino e il tradizionale caffè del pastore. A scandire i momenti della festa ci sarà anche la musica dal vivo del
gruppo country/folk All Aboard
. E “scampanate” festanti in sottofondo.
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