Il vero "lusso" di una vacanza in Abruzzo

Esperienze genuine, natura incontaminata e incontro con le genti. L'impegno del Gst, gruppo di sviluppo, per rilanciare l'immagine della regione, fra un catalogo digitale e L'Aquila Capitale della cultura
November 29, 2025
Il vero "lusso" di una vacanza in Abruzzo
L'Aquila di sera
Il viaggio in Abruzzo è come una formula algebrica: si entra nel territorio regionale per sottrazioni – sempre meno folla, sempre meno rumori –, poi una volta dentro è tutta una serie di addizioni di spettacoli incantati, che digradano da montagne aspre (il Gran Sasso e la Majella) giù lungo le colline, fino al mare Adriatico. Una varietà di paesaggi e di emozioni da provare, che ora gli abruzzesi vogliono valorizzare puntando sul mercato Usa e su quello che definiscono il “lusso autentico”. Non marmi lucidi e agi, ma nella versione declinata da Marianna Colantoni, presidente del Gruppo di sviluppo territoriale (Gst), «un lusso dove il privilegio non è ostentazione, ma esperienze genuine, cultura e natura incontaminata e incontro con le genti».
Il Gst è un’esperienza originale e interessante: un gruppo di operatori del settore che ha deciso di unire le forze, coinvolgendo le comunità locali, per ridare smalto all’immagine, un po’ datata, di questa regione ancora incontaminata per larghi tratti. E di muoversi facendo le cose in grande: una campagna internazionale partita il 16 ottobre, con tanto di spot proiettato sugli schermi di Times Square a New York, e proseguita s u oltre 200 siti e testate statunitensi (dove molti sono gli immigrati dall’Abruzzo) e, dal 19 ottobre, su Netflix. E poi il primo catalogo turistico digitale di offerta integrata, realizzato grazie al contributo della Fondazione Crea-Regione Abruzzo. Il tutto all’insegna del turismo sostenibile, ma anche competitivo.
Il portale digitale, spiega Colantoni, è frutto di una mappatura sul campo e presenta oltre 200 esperienze autentiche selezionate tra agriturismi, guide, artigiani, produttori e associazioni. A commercializzare i pacchetti sarà «borGo», tour operator e start up fondata da Guido Cucchia, abruzzese “di ritorno” (si era trasferito in Olanda) che assicura che l’80% dei ricavi resterà sul territorio, a beneficio diretto delle comunità locali. E di esperienze da vivere sul campo c’è solo l’imbarazzo della scelta, girando fra i borghi d’Abruzzo, tanto più con alle porte il Natale e le sue tradizioni: ecco Castel del Monte, famoso per le streghe, il pecorino canestrato e la transumanza dei suoi pastori come Rosetta Germano. E poi Calascio, coi resti della rocca, la scuola di pastorizia e gli straordinari seminari del maestro Orazio Tuccella nella chiesa di San Nicola, per perfezionarsi in musica del Settecento, che radunano a turno una ventina di giovani da tutta Europa; le case incastonate nei primi contrafforti rocciosi della Majella a Pennapiedimonte, coi suoi quasi 700 metri; la cooperativa di comunità “Cuore delle Valli” che cerca di ridare vita alla spopolata Goriano, dove ci si imbatte in Saskia, giovane tedesca finita quaggiù coi suoi asini Rosina e Violetta; la raccolta dello zafferano, l’oro rosso di Navelli; e i progetti a Fonte Cerreto dell'azienda Ctgs e dell'amministratore unico, Gianluca Museo, per far crescere la stazione turistica ai piedi del Gran Sasso. E tanto altro ancora, fino ad approdare al capoluogo L’Aquila, le cui bellezze e segreti si possono scoprire dalla voce di Giappo, ovvero Gianluca Nappo che di questa attività ha fatto un lavoro. Una nuova strategia di promozione del turismo trainata dalla rinascita, a 16 anni di distanza dal sisma, della città aquilana che dal prossimo 1° gennaio sarà la capitale italiana della Cultura 2026, con un programma di 300 eventi e 100mila visitatori attesi. Il sindaco Pierluigi Biondi conferma che a fine 2026 riaprirà lo storico teatro comunale dell’Aquila, restituito alla cittadinanza. Una serie di manifestazioni a cui si affiancheranno pietre miliari come la Perdonanza celestiniana, il Festival del Medioevo e il Festival jazz. Con un progetto che proseguirà e che, conclude Biondi, prevede anche «un osservatorio culturale urbano con cui vogliamo misurare gli effetti benefici delle politiche culturali sul territorio».
 

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