Il segreto dei centenari di Arzachena è la famiglia
di Maria Chiara Cugusi, Arzachena (Sassari)
Vivono negli stazzi, in nuclei allargati, dove continuano a fare l'orto, a cucinare "come una volta" e a pregare. La longevità, in Sardegna, si fonda sull'affetto

Al 1 gennaio 2025, i residenti in Italia che hanno almeno 100 anni sono 23.548, oltre 2mila in più rispetto all'anno precedente quando se ne contavano 21.211, e l'82,6% è rappresentato da donne. È quanto emerge dal report aggiornato “I centenari in Italia” pubblicato dall’Istat. Rispetto al 2009, quando erano 10.158, sono più che raddoppiati, +130%. Per quanto riguarda i semisupercentenari, cioè dai 105 anni in su, sono 724 con la quota di donne che sale al 90,7%. Sono 19, invece, i “supercentenari”, con 110 anni e più, di cui soltanto uno di sesso maschile. «Fino a ottobre 2025 il decano d’Italia ancora in vita si conferma, anche per quest’anno, un uomo residente in Basilicata che ha superato i 111 anni – si legge – la decana, invece, risiede in Campania e, fra pochi giorni, festeggerà 115 anni». Sempre al 1 gennaio 2025, la provincia molisana di Isernia presenta la concentrazione più elevata di centenari (78,7 per 100mila abitanti), quella sarda di Nuoro, a sua volta, detiene la più alta quota di semi-supercentenari (4,6 per 100mila abitanti).
Arzachena (Sassari) - Una comunità capace di unire sviluppo economico, modernità e tradizione. È questa l’essenza della nuova Blue Zone della Sardegna: Arzachena, la prima della Gallura, che si aggiunge alle storiche zone della longevità sarda, concentrate nell’alta Ogliastra, note per l’eccezionale numero di ultracentenari. L’annuncio è arrivato lo scorso settembre durante il Longevity Fest, evento promosso dal Consorzio Costa Smeralda insieme a Smeralda Holding e al Comune di Arzachena, ideato e diretto dal regista Pietro Mereu, autore anche del documentario Finding the Blue. «È un progetto che dimostra come arte e comunicazione possano unirsi alla scienza – spiega Mereu – creando uno strumento utile alla collettività. Permette di riscoprire le radici e valorizzare le peculiarità del territorio».
A condurre lo studio è Gianni Pes, docente dell’Università di Sassari e scopritore delle Blue Zone, che ha analizzato i registri di nascita di Arzachena dal 1900 al 1924. «Su 2.441 nascite – spiega Pes – abbiamo individuato 1.576 persone di cui è nota anche la data di morte. Con una copertura del 64%, emerge già un quadro straordinario».
Secondo i dati preliminari, la probabilità di raggiungere i 90 anni per chi è nato nella città gallurese è del 12,8%, quasi identica a quella di Villagrande Strisaili, simbolo della Blue Zone ogliastrina (13%), e oltre il doppio della media nazionale (6%). Ancora più sorprendente la frequenza dei centenari: uno ogni 106 nati, contro uno su 500 in Italia. «Abbiamo identificato 26 centenari nativi di Arzachena – aggiunge Pes –. I dati, depurati dai flussi migratori, mostrano una longevità radicata nel patrimonio genetico e nella cultura locale. Se consideriamo la probabilità di arrivare a 99 anni, parliamo di un nato su 59, valore persino superiore alla zona blu classica».
Tra le protagoniste di questa longevità c’è Domenica Carta, che compirà cent’anni il prossimo 4 marzo. Racconta con semplicità e orgoglio una vita trascorsa in campagna, circondata dall’amore della famiglia. «Sono sposata dal 1946, ho sempre vissuto qui, nella nostra casa nella frazione di San Giovanni». Per decenni ha condiviso la vita con il marito: allevamento, coltivazione dell’orto, produzione in casa di pane, formaggio e lardo. Nonostante la morte del coniuge, 34 anni fa, con cinque figli, sette nipoti e sette pronipoti, non si è mai sentita sola: «La famiglia è la mia forza», assicura. La giornata di Domenica scorre tra un’alimentazione sana, letture, qualche faccenda domestica e la passione per le canzoni galluresi. Ma la sua vera forza è la fede. «Sono sempre stata devota – dice –. Vicino a casa c’è la Chiesa di San Giovanni Evangelista: qui mancava una statua della Madonna e trent’anni fa, insieme a mia figlia siamo andate a Roma per comprarne una. Il parroco don Francesco l’ha benedetta e l’abbiamo chiamata Madonna dell’Incontro, perché in questa chiesa ci riuniamo tutti insieme, come una grande famiglia». Un modo per far rivivere quella tradizione pastorale, richiamata anche attraverso le celebrazioni mensili, a cui si aggiunge la festa annuale, nel mese di ottobre, in onore della Madonna. Il caso di Arzachena sorprende non solo perché si trova lontano dal cuore ogliastrino della longevità ma anche perché ha vissuto uno sviluppo rapido, legato al turismo internazionale e alla nascita della Costa Smeralda negli anni Sessanta. «Ciò che colpisce - osserva Pes - è che la modernità non ha cancellato lo stile di vita tradizionale. Gli arzachenesi, pur arricchitisi, hanno continuato a vivere negli stazzi, a coltivare l’orto, a cucinare come una volta, a mantenere forti legami familiari e una profonda spiritualità». Inoltre, «molti anziani vivono ancora in famiglie allargate, dove l’affetto quotidiano sostituisce l’isolamento tipico delle società moderne. A ciò si aggiunge una sanità locale di buon livello».
Testimone diretto di questa evoluzione è don Francesco Cossu, per 41 anni parroco della Parrocchia Santa Maria della Neve ad Arzachena - di cui oggi è parroco emerito -, autore di numerosi libri sulla storia e tradizioni di Arzachena e della Gallura. «Il nostro Dna è frutto di secoli di incontri tra popoli diversi - spiega don Cossu -. La longevità nasce dall’equilibrio tra la comunità e la natura, ma anche da solidarietà, lavoro, sacrificio e legami familiari forti». Secondo il sacerdote, la Chiesa locale ha avuto un ruolo decisivo: «Le chiese di campagna erano la casa comune, luoghi di preghiera e di socialità. La fede è sempre stata un collante sociale, e lo è ancora oggi grazie a una pastorale attiva, capace di andare tra la gente e promuovere iniziative che rafforzano la comunità».
I dati di Arzachena, potrebbero essere solo l’inizio di un ulteriore allargamento: «Altri comuni galluresi come Aglientu e Calangianus - spiega Pes - mostrano valori altrettanto interessanti. Nei prossimi mesi proseguiremo lo studio con questionari e interviste per comprendere le dinamiche collettive e culturali che favoriscono la longevità». Intanto Arzachena «è un laboratorio tangibile di equilibrio tra tradizione e progresso. La dimostrazione che si può migliorare la qualità della vita senza perdere le proprie radici».
© RIPRODUZIONE RISERVATA






