«Il pessimismo cosmico diventi realismo: i vantaggi ci saranno»

Gerardo Diana, presidente del Consorzio tutela arancia rossa Igp: occasione per fare tutte le infrastrutture che servono alla Sicilia, ma non rimanga cattedrale nel deserto
August 7, 2025
«Il pessimismo cosmico diventi realismo: i vantaggi ci saranno»
Gerardo Diana, presidente del Consorzio di tutela arancia rossa Igp
«Il pessimismo cosmico dei siciliani deve trasformarsi in un realismo concreto: il Ponte può essere l’occasione per realizzare tutte quelle infrastrutture che mancano e che sono “bloccate” da decenni». Per Gerardo Diana, presidente presidente del Consorzio di tutela dell’arancia rossa di Sicilia Igp, nato nel 1994 e che oggi riunisce 500 aziende agricole delle province di Catania, Siracusa ed Enna, si tratta di un’opera che porterà grandi vantaggi, a patto che non rimanga una “cattedrale nel deserto”.
Il progetto definitivo è stato approvato, il governo ci sta mettendo la “faccia”. Questa volta si parte?
La realizzazione del ponte sullo Stretto sarebbe sicuramente molto positiva per l’economia della Sicilia, il mio terrore è che si tratti dell’ennesimo annuncio, ma spero invece che questa sia la volta buona.
Quali effetti positivi ci sarebbero per il settore agro-alimentare?
L’arancia rossa di Sicilia Igp, che nel 2024 è al terzo posto per valore e produzione tra i prodotti ortofrutticoli italiani a marchio Ig e tra i prodotti più consumati soprattutto fuori regione, sconta come gli altri prodotti siciliani, una forte penalizzazione legata ai tempi e ai costi di trasporto. Il traghetto fa perdere un sacco di tempo, soprattutto di notte quando la merce resta ferma per ore sui camion in attesa di arrivare in Calabria. Gli autisti devono giustamente fermarsi per le ore di riposo previste e il trasporto dura in media due giorni da Milano a Catania. Con il ponte i tempi potrebbero di fatto accorciarsi con un vantaggio competitivo notevole. Il tempo è un fattore determinante per la competitività.
Il Ponte sarà un volano anche per il turismo, anche in questo ambito la Sicilia è penalizzata?
Sicuramente sarà un aiuto, ad esempio in termini di destagionalizzazione. La raccolta delle arance rosse coincide con la festa di Sant’Agata, il 5 febbraio, e un collegamento stradale e ferroviario, più economico rispetto al trasporto aereo, potrebbe incentivare il turismo in quel periodo. Si parla troppo poco dell’impatto che i prodotti Igp hanno sul turismo. Il ponte consentirebbe anche di evitare le lunghe file ai traghetti che si formano in estate o nei periodi di festa.
Per i detrattori dell’opera sarebbe meglio indirizzare queste risorse a strade e collegamenti stradali.
Certo è importante che il Ponte non rimanga una cattedrale nel deserto. I cantieri autostradali sono fermi da quarant’anni: i collegamenti Catania-Messina e Catania-Palermo hanno bisogno di interventi massicci, la situazione è insostenibile. Le nostre autostrade sono delle “trazzere” (delle stradine) se paragonate a quelle del Nord a quattro corsie. Credo che sia assurdo insistere sul dualismo “Ponte sì” “Ponte no”: sia l’esaltazione che la demonizzazione dell’opera sono sbagliate. Il ponte può essere l’occasione per fare le tante cose che da decenni si rimandano. Servono infrastrutture che lo rendano davvero efficace. Faccio un esempio su tutti a livello di collegamento ferroviario: la distanza Catania-Palermo è la stessa di quella tra Roma e Napoli solo che la prima si fa in tre ore e la seconda in un’ora grazie all’alta velocità. Serve una strategia complessiva che integri il progetto con tutto il resto.
Non c’è il rischio che il Ponte rimanga un “simbolo” legato alla politica?
È il tempo della politica del fare e non dell’aspettare anche perché con la situazione geopolitica mondiale, in particolare con la scure dei dazi di Trump, l’Italia deve guardare a nuovi mercati, tenendosi stretto quello principale che è l’Europa. Oltre allo Stretto, ad esempio, noi abbiamo un altro ostacolo importante che è il Brennero dove passano soltanto duecento automezzi l’ora.
Il Ponte servirà a contenere la fuga dei cervelli verso il Nord?
Un elemento da considerare è proprio la questione demografica: tutte le stime dicono che la Sicilia e il Sud perderanno popolazione nei prossimi anni, dobbiamo e possiamo evitare che i giovani se ne vadano. Io sono arrivato in Sicilia nel ’97 da Napoli e non meno sono più andato. Pensavo di trasferirmi su un’isola, ma qui ho trovato un Continente.
© riproduzione riservata

© RIPRODUZIONE RISERVATA